Nel cuore della Torino storica, a pochi passi da piazza Carlina (piazza Carlo Emanuele II, ma per tutti i torinesi è piazza Carlina, soprannome appioppato al sovrano sabaudo per la sua presunta scarsa virilità) c’è una chiesa barocca racchiusa tra le case settecentesche di via San Massimo. È la chiesa di Santa Pelagia, intitolata a una santa insolita. Un’attrice-danzatrice di Antiochia, vissuta nel III secolo d.C., poi convertitasi a una vita di santità. E proprio accanto, ha appena aperto il cocktail bar bistrot L’Opera di Santa Pelagia, che rimanda all’Opera di Santa Pelagia, istituzione nata per l’istruzione degli indigenti nel XVIII secolo, ma oggi è un progetto imprenditoriale di accoglienza glam (con la Residenza dell’Opera proprio sopra il bistrot e il boutique hotel Opera 35 nella vicina in via della Rocca 35 ) e utilizza l’immagine della bellissima Pelagia per proporre “tentazioni” di food.
A Torino apre L’Opera di Santa Pelagia
Il locale è raccolto, accogliente, dal design minimal, tocchi di ironia nella decorazione (il ritratto di Santa Pelagia con una forchetta sotto il naso è un cult), un delizioso dehors racchiuso in un piccolo cortile fra mura di mattoni. Idea-guida, come spiega lo chef Ivan Milani –alle spalle diverse esperienze, da Piano 35 a Torino, al Pont de Ferr di Milano, Villa Monty Banks a Cesena - consulente del progetto, è «proporre una location confortevole e la possibilità di costruire la propria esperienza gastronomica secondo gusti di ognuno con un’attenzione al Piemonte e all’Italia, un taglio internazionale e sempre una proposta vegetariana».
Una cucina di tradizione che guarda anche a Oriente
In cucina lo chef Giuseppe La Salvia, torinese, classe 1989, che arriva dal bistrot del Relais San Maurizio, nelle Langhe ed è attento alla tradizione rivisitata in chiave contemporanea. Quindi attenzione alle materie prime, uno sguardo anche a Oriente (sashimi in varie forme, fermentati, l’utilizzo di miso e shoyu), pane fatto in casa. Monopiatti (anche in porzione ridotta) a pranzo, con insalate sfiziose e piatti dedicati per la cena. E così si spazia dall’insalata ricca della Santa alla Melanzana cotta alla brace con tahini e labane, dallo Spaghetto Monograno Felicetti con filetto di acciughe, pomodori secchi, finocchietto e pan brioche al filetto di maiale con bietole ripassate. Per la cena Vitello tonnato alla maniera antica, Plin della tradizione al sugo d’arrosto, Petto d’anatra servito con il suo fondo e cipolle bianche. La carta dei vini conta un centinaio di referenze legate al territorio -vitigni autoctoni, piccoli produttori - e una selezione di champagne.
Le tentazioni di Santa Pelagia per l’aperitivo
Punto di forza l’aperitivo, curato dal barman Marco Fabbri con una lista cocktail che spazia dai grandi classici ai signature come 1772 (anno di consacrazione della Chiesa di Santa Pelagia) su base gin e vermouth ambrato con chartreuse gialla per richiamare la liquoristica antica e chiaro riferimento al Bijou cocktail; Non sono una santa, un drink floreale e agrumato su base vodka servito in coppetta come se fosse un cocktail Martini rivisitato e realizzato con un cordiale a base di rose e scorze di bergamotto e un Dom Benedictine, ma anche il Margarita analcolico.. Per accompagnare la carta dei drink ceci croccanti alle spezie, olive al forno, ravanelli, kefir e terra di malto, e Le tentazioni della Santa, dai fiori di zucchina in tempura alle panelle, dall’Ostrica - al naturale o con con tapioca e aceto di riso o ancora alla brace - ai Calamari in guazzetto, il Sashimi di tonnetto, aglio nero e furikake, le sarde in saor, il Pollo in salsa teriyaki, la Salsiccia di pesce di Beppe Gallina alla brace, il semplicemente perfetto pane e salame …scelta ricca e prezzi giusti, ottima idea. Chiudere con qualcosa dolce, come il Bacio della Santa è d’obbligo, naturalmente.
Cocktail bar bistrot L’Opera di Santa Pelagia - via San Massimo 17 Torino tel. 339 8445525 sito