La Francia si mobilita contro i cambiamenti climatici. E lo fa partendo da una realtร contingente da cui agricoltura e vitivinicoltura non possono ormai prescindere: entro il 2050, lโeffetto serra avrร modificato le condizioni di produzione, le caratteristiche organolettiche e i mercati di destinazione dei vini. Discorso che vale a tutte le latitudini ma che i francesi hanno scelto di affrontare con largo anticipo, raccogliendo i frutti prima di altri Paesi. Il Consiglio specializzato sui vini di France Agrimer, il Comitato nazionale dei vini Dop e Igp dellโInao e lโIstituto francese della vigna e del vino (Ifv) hanno, infatti, completato il lavoro collettivo, avviato nel 2017, per mettere in piedi una strategia nazionale contro il climate change. Il documento รจ stato presentato ufficialmente a fine agosto, al Ministro francese dellโAgricoltura, Julien Denormandie, ed รจ basato, a sua volta, sul programma โLaccaveโ, avviato nel 2012 su iniziativa dellโInrae (Istituto nazionale per la ricerca agronomica e ambientale) che aveva coinvolto oltre 600 operatori di tutte le aree viticole francesi, tra 2017 e 2019. Lโintera filiera transalpina fa, quindi, tesoro di quanto ha imparato in questi ultimi anni, tra vendemmie anticipate, cambiamento nelle caratteristiche dei vini, modifica delle rese in vigneto, per guardare al futuro provando a limitare i danni, nel breve e nel lungo termine. Ne รจ nata una tabella di marcia, composta complessivamente da 40 azioni (scelte e concertate su un totale di 800 proposte), distribuite in 7 macro ambiti, che vanno da interventi sui metodi di produzione al potenziamento della ricerca, da azioni sulle pratiche enologiche allโuso di materiali vegetali resistenti e adatti alle nuove condizioni ambientali.
Gli effetti sulla viticoltura francese
Lo scenario generale sui cambiamenti climatici รจ noto. Secondo le previsioni del Gruppo di esperti intergovernativo dellโOnu sullโevoluzione del clima, entro fine XXI secolo assisteremo a un aumento di temperatura tra 2 e 5 gradi Celsius, con conseguente diverso regime di precipitazioni, diverso fabbisogno dโacqua da parte delle colture e incremento degli eventi estremi (ondate di calore e piogge intense). Negli ultimi decenni, gli effetti sulla viticoltura francese sono stati molto chiari: anticipo delle fasi fenologiche (15 giorni nel giro di 26 anni a St. Emilion e Cรดtes du Rhรดne; 26 giorni in Alsazia), gradi alcolici piรน alti, bassa aciditร delle uve, modifica dei profili aromatici e polifenolici. E nel lungo elenco di annus horribilis sono finiti il 2003 e il 2006 per il caldo record, la primavera calda e secca del 2011, il gelo del 2012, lโestate piovosa del 2013, lโinverno estremamente (troppo) mite del 2015/16, la siccitร del 2019 e le gelate del 2021. La strategia francese, di fronte a uno scenario critico come quello descritto dallโIea, e di cui si sta occupando la Cop26, la conferenza sul clima delle Nazioni unite in corso a Glasgow, punta a favorire un approccio innovativo che tuteli i vitigni e che eviti lo spostamento dei vigneti in altura o, peggio, una deregulation su metodi e sulle aree di coltivazione della vite.
Migliore conoscenza delle aree viticole
Lavorare alla definizione dei parametri di resistenza e resilienza dei differenti suoli francesi, mediante lโindividuazione di specifici indicatori, puรฒ essere una soluzione nel segno dellโadattamento della viticoltura alle nuove condizioni. Lo sviluppo della cartografia pedoclimatica (da condividere con le politiche urbanistiche dei Comuni), un piรน facile accesso al mercato della terra, lโaffermazione di una nuova ingegneria del clima sono strumenti concreti che la Francia intende mettere in campo per raggiungere tale obiettivo. La raccolta e la condivisione delle informazioni sarร fondamentale. Pertanto, si parla di mettere in piedi un insieme di stazioni meteo per condividere dati (pioggia, temperatura, umiditร ) e creare atlanti climatici nazionali e locali che consentano di sviluppare modelli previsionali per le gelate, le ondate di calore, in relazione al loro impatto sul vigneto e sulla maturazione delle uve. Attualmente, uno dei modelli piรน avanzati รจ VitiData, piattaforma di informazioni (mista pubblico-privata) condivisa dai viticoltori in Aquitania in funzione di una viticoltura di precisione che accompagni i produttori ad anticipare le strategie di sviluppo e difesa.
Azioni sulle condizioni di produzione
Posto che, nellโipotesi peggiore, la temperatura in Francia sia destinata entro il 2100 a salire tra 3,4 e 5,3 gradi in media, sarร necessario intervenire su una migliore gestione delle risorse idriche a partire da scelte colturali che limitino la carenza idrica, bypassando lโirrigazione, come la gestione della chioma e lโombreggiamento (stratรฉgies sรจches). Parallelamente, il piano francese prevede la creazione di punti di stoccaggio dellโacqua, con microsbarramenti nelle zone collinari. Cโรจ, nel piano inviato al Ministero, lโimportante apertura alla modifica e alla semplificazione delle regole sullโirrigazione, oggi vietata dal 15 agosto fino alla raccolta per le uve da vino e dal primo maggio alla vendemmia (salvo deroghe) per le uve a Dop. Inoltre, anche lโattivitร di ricerca e sviluppo dovrร essere orientata a definire gli effetti dei cambiamenti climatici sulle pratiche colturali, sulle caratteristiche analitiche e sensoriali, per consentire alle imprese di fare scelte adeguate rispetto al tipo di coltivazione. Va da sรฉ che i disciplinari dei vini di qualitร dovranno adeguarsi.
Promuovere materiali vegetali adeguati
Alla base della coltivazione della vite cโรจ la scelta del materiale vegetale. Operazione considerata fondamentale nel piano francese sui cambiamenti climatici in viticoltura, che contempla aiuti economici tramite le misure innovazione e investimenti dellโOcm vino alle imprese che intendono sperimentare nuovi vitigni o che devono estirpare quelli testati con esito negativo; allo stesso tempo, anche le fasi di ristrutturazione dei vigneti dovranno favorire colture piรน adatte ai cambiamenti climatici. Alla base, ci sarร da mettere mano alle regole, alle procedure e ai tempi per lโingresso di determinate varietร nel Catalogo nazionale delle viti, detenuto presso il Ministero dellโAgricoltura. Si guarda, in particolare, alle cosiddette Vifa (varietร dโinteresse per lโadattamento) che, prima di essere approvate, oggi vengono testate per un minimo di dieci anni, limitate a 10 varietร per Dop e coltivate dalle imprese per un massimo del 5% della superficie totale.
Le pratiche enologiche per contenere il titolo alcolometrico
Mosti piรน ricchi di zucchero e vini con maggiore titolo alcolometrico. Lโeffetto del climate change in cantina รจ evidente, ma le pratiche enologiche (basate sul regolamento Ue 934/2019) possono limitare i danni. Senza stravolgere la definizione di vino, e tenendo valide le regole definite dal Codice Oiv delle pratiche enologiche, la Francia mette sul tavolo la possibilitร di dealcolare i prodotti vitivinicoli al di lร di quanto previsto dalle leggi attuali, che prevedono un limite del 20% alla riduzione del tenore alcolico del prodotto. Il nodo รจ proprio questa percentuale, che la filiera transalpina โ come si puรฒ leggere nel piano presentato alle istituzioni โ vorrebbe superare, considerato il forte incremento del tenore alcolico dovuto ai cambiamenti climatici, che ovviamente determina un disequilibrio nei vini.
Altro nodo รจ lโacidificazione dei mosti, che rimedia allโinsufficienza di aciditร naturale provocata dallโeccesso di calore in vigneto e a una non corretta maturazione delle uve. La Francia, nel suo piano, considera necessario applicare piรน flessibilitร alle regole europee in materia.
Evoluzione dei mercati e intelligenza artificiale
ร indubbio che tra le conseguenze del climate change ci sia un aumento della variabilitร della quantitร di vino prodotto, cosรฌ come della qualitร . Pertanto, la filiera francese considera indispensabile che le imprese adottino strategie difensive. La prima รจ una nuova organizzazione del lavoro, che eviti lโesposizione degli operai al sole nelle ore calde, che preveda equipaggiamenti di protezione individuale, il lavoro notturno, lโintroduzione della robotica nei vigneti e lโintelligenza artificiale.
Altra operazione importante รจ vincolare gli aiuti Ocm alla stipula di contratti dโassicurazione multirischio contro il clima, ma anche favorire la mutua assistenza tra i viticoltori in caso di calamitร naturali, modificando i regolamenti per far sรฌ che il viticoltore non danneggiato possa aumentare le rese e fornire uve al vicino che le ha perse. Infine, si prevede un sostegno finanziario per lโinstallazione di dispositivi anti-gelo, anti-grandine o per ridurre lโimpatto della siccitร .
Ricerca, sviluppo, formazione: una road map
Il mondo della ricerca scientifica dovrร viaggiare con in tasca una road map che le consenta di sostenere il settore vitivinicolo in questa sfida. La Francia, in particolare, pensa a progetti di ricerca partecipativi che coinvolgano imprese, consumatori, enti pubblici e territoriali. Gli sforzi per il comparto ricerca e sviluppo dovrebbero portare creare un Piano climatico per la filiera del vino sul modello del Piano nazionale sullโimpoverimento del vigneto. Nel concreto, la filiera vino chiede che il cambiamento climatico sia inserito come primo criterio prioritario nei bandi per progetti a valere sui fondi Casdar sullโinnovazione e lo sviluppo rurale, finanziati dalle stesse imprese in percentuale sui ricavi annui, tramite le Camere dellโagricoltura. Le istituzioni giร si muovono. Inrae e Ifv hanno rinnovato la partnership decennale che ha come scopo lโadattamento dei vigneti al climate change, basandosi sulla rete Inrae (programma Laccave 2.21) e anche la rete delle Camere agricoltura e degli Istituti agrari รจ attiva, tramite un contratto obiettivo, assieme al Ministero dellโAgricoltura per migliorare la capacitร di adattamento dei sistemi agricoli.
Attenuare lโimpatto ambientale riducendo la Co2
La riduzione dei gas a effetto serra รจ tra i compiti della filiera vino francese che, nel suo piano nazionale, pone tra gli obiettivi il cosiddetto sequestro del carbonio nel sottosuolo, in funzione di un minor impatto ambientale. Per raggiungere questi obiettivi, lo sviluppo di indicatori di impronta carbonica รจ fondamentale. Lโidentificazione delle pratiche maggiormente impattanti sul clima (a livello di filiera, regione viticola, singola impresa) va accompagnata a obiettivi di riduzione della Co2 nel breve termine, ovvero cinque anni. Il calcolo dellโuso dellโacqua (impronta idrica) รจ tra le azioni complementari. Questo attiverebbe una serie di agevolazioni e incentivi, previsti nel marchio โlow carbonโ, previsti dal Ministero per la Transizione ecologica. Si tratta non tanto unโetichetta di prodotto quanto di progetto che consentirebbe, ad esempio, a un gruppo di viticoltori impegnati in pratiche di riduzione dei gas serra, di ottenere il marchio dello Stato e, pertanto, di accedere a crediti e agevolazioni sul cosiddetto mercato del carbonio, che premia i progetti virtuosi per clima e ambiente, offrendo una sorta di certificazione verde per attirare potenziali finanziatori. LโInrae, attraverso lโiniziativa โ4 per 1000โ, sta giร promuovendo le pratiche sostenibili che favoriscono la captazione del carbonio nel sottosuolo: dal contributo della materia organica allโuso del sovescio, dallโinerbimento dei filari alla cura dei perimetri dei vigneti, a partire da siepi e fosse. Tra le proposte, cโรจ quella di valutare quella di evitare lโaratura dei suoli. Sul fronte tecnologico, anche le macchine agricole dovranno ridurre il consumo di carburanti fossili. Lo si potrร fare, secondo il piano della filiera vino francese, favorendo i motori elettrici e la robotica, come sta avvenendo ora con la rete di imprese sperimentali appartenenti al marchio Digifermes. Allo stesso tempo, facendo formazione e sensibilizzazione tra i viticoltori e misurando lโimpronta carbonica dei diserbi meccanici.
Risparmio energetico e fondi Ocm
Da un punto di vista strutturale, lโesigenza piรน sentita รจ favorire gli investimenti per il rinnovo o la costruzione di edifici coibentati, a basso consumo energetico e idrico, alimentati col solare. Un supporto agli uffici di architettura e di progettazione potrebbe arrivare anche dallโistituzione di corsi di formazione specifici in bioedilizia. Imprese e istituzioni francesi stanno riflettendo se intervenire sullโOcm vino: โLa misura investimentiโ si legge nel piano โdovrebbe essere utilizzata per finanziare solamente edifici eco-sostenibiliโ. Le cantine, infine, dovranno modificare le pratiche quotidiane: dallโinstallazione di pannelli fotovoltaici e contatori ad hoc, allโuso di bottiglie piรน leggere, materiali ecologici, tappi naturali e cartone fino alla progettazione di sistemi di confezionamento a basso impatto carbonico. Ad esempio, la distribuzione di vini al bicchiere in contenitori ecologici adatti al circuito Horeca, lโuso di fusti (come quelli prodotti dalla francese Ecofass) fino ai bag in box.
La Francia del futuro
Quaranta azioni concrete contro il cambiamento climatico, quindi, destinate a modificare lโapproccio della Francia che โ ancora una volta, come spesso accade โ vuole anticipare i tempi dโazione, confermandosi allโavanguardia precorrendo le tendenze, a cominciare dal settore vitivinicolo. LโItalia, dal canto suo, sta per definire, attraverso il Mipaaf, il proprio protocollo di sostenibilitร nazionale in viticoltura, mediante decreti applicativi (LINK Articolo Loredana su tre bicchieri). Anche qui, lโeterna partita tra i due grandi leader mondiali si annuncia particolarmente agguerrita.
Sono 40 le azioni urgenti in 7 ambiti
- migliorare la conoscenza delle zone viticole
- intervenire sui metodi di produzione
- favorire materiale vegetale resistente
- agire sulle pratiche enologiche
- monitorare i mercati e proteggere le produzioni
- rafforzare ricerca, sviluppo e formazione
- ridurre le emissioni inquinanti
a cura di Gianluca Atzeni