Caso Montepulciano. Carlo Alberto Panont: “Ecco perché il Consorzio fa bene a volere l’esclusiva del nome”

8 Set 2023, 12:52 | a cura di
Il superconsulente difende l’ente abruzzese e lancia una proposta: “Si faccia un accordo tra Regioni: bisogna riconoscere l’eccezionalità della Doc Montepulciano”

Se il coro degli infuriati con il Consorzio Vini d’Abruzzo va sempre più crescendo per via del nuovo Dm etichettatura e della pretesa dell’ente abruzzese di avere l’esclusiva del nome, c’è anche chi al contrario lo difende. È il consulente Carlo Alberto Panont, esperto di disciplinari e Consorzi, che ha all’attivo diverse collaborazioni, dalla Sicilia all’Abruzzo, passando per il Garda.

Come finirà questa “guerra tra Consorzi”?

Nell’unico modo possibile: l’Abruzzo resterà un’eccezione perché è giusto che sia così.

Ha quindi ragione il presidente Nicodemi nell’insistere sulla eccezionalità del Montepulciano d’Abruzzo e nel difenderne l’utilizzo del nome a tutti i costi?

Il Montepulciano d’Abruzzo è il vino rosso più venduto al mondo. Parliamo di 120 milioni di bottiglie. Non si parla di quisquilie. Per quel territorio è il pane della vita; ciò su cui la regione ha costruito la sua economia. È quindi giusto che combattano con le unghie e con i denti per tutelare la denominazione. Ed è giusto che si accetti questa eccezionalità nel sistema nazionale italiano.

C’è, quindi, a suo avviso un tentativo di usurparne il nome?

È chiaro che essendo conosciuto in tutto il mondo, faccia gola a molti. Ma in questo modo si rischierebbe di mettere il nome alla mercé di tutti. Cosa accadrebbe se tutte le Igt - perché soprattutto di quelle parliamo - iniziassero ad usarlo?

Ma lo utilizzerebbero solo nelle retroetichette e nelle brochure…

Cosa che fanno già.

Chi lo fa, però, in questo momento si assume il rischio di prendere delle multe. Il nuovo Dm dovrebbe proprio risolvere questo punto.

Possono comunque utilizzare un sinonimo. L’Abruzzo ha proposto quello di cordisco.

A proposito di sinonimi, Nicodemi in una recente intervista al Gambero Rosso ha detto che si tratterebbe di un caso analogo a quello del Nero d’Avola Doc ì, che ha l’esclusiva del nome, mentre fuori regione si deve utilizzare il sinonimo calabrese. Ma è davvero così, visto la presenza della città di Avola che blinda la Doc al territorio?

L’esempio di Nicodemi non è tecnicamente corretto perché Nero d’Avola è già un sinonimo del primo nome che è, appunto, calabrese. E poi sì, Avola è un toponimo, quindi solo la Sicilia può utilizzare tale dicitura.

E, quindi, come la mettiamo con il Montepulciano d’Abruzzo che non ha una città che blinda il nome?

Si può pensare a una soluzione diversa.

Ad esempio?

La mia proposta è di trovare un accordo tra Regioni per evitare casi di usurpazione del nome per le principali denominazioni, non solo per il Montepulciano d’Abruzzo. Sicuramente ci starebbe la Puglia per difendere il Primitivo, ma anche la Campania per il Fiano o la Falanghina, così come la Sicilia.

Sarebbe un accordo politico, quindi. Una sorta di do ut des.

Sarebbe un accordo tra Regioni per tutelare le denominazioni principali. E spetterebbe proprio alle Regioni la tutela del marchio.

E se gli altri Consorzi ricorressero all’Europa, non vincerebbe il principio della tutela territoriale ancora prima di quella del vitigno?

L’etichettatura è nazionale. A livello europeo, piuttosto, si dovrebbe registrare il marchio in modo da avere una protezione fuori dai confini nazionali. Ormai lo fanno in molti.

Se questa cosa non andasse in porto, c’è anche un eventuale piano B?

Un’altra soluzione potrebbe essere quella di estendere solo alle Doc, escludendo le Igt, l’utilizzo del nome sempre e solo in retroetichetta e con caratteri piccoli. Per lo meno si eviterebbe di “scialacquare” il nome. E se tutto ciò non dovesse andare bene, allora tanto vale restare con il vecchio Dm etichettatura e con la situazione attuale. Bisogna capire che non è uno scherzo: si sta parlando della vita di un’intera filiera; 120 milioni di bottiglie non possono essere messe alla stregua di tante piccole denominazioni che pretendono di utilizzare il nome Montepulciano.

L'articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 7 settembre 2023

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