Alla manifestazione hanno partecipato una cinquantina di aziende del territorio, in rappresentanza delle eccellenze enogastronomiche, artigianali, artistiche e turistiche dell’Alto Belice. Il programma delle tre giornate ha visto alternarsi masterclass, cooking show e visite alle cantine del territorio.
I primi bilanci di Camporeale Day 2019
Benedetto Alessandro, presidente della Pro loco, traccia un bilancio positivo dell’evento: “Tutte esaurite, nei tre giorni, le masterclass sul vino, gli spazi gastronomici ed i momenti di approfondimento tematico, segno dell’interesse crescente verso questa zona. Dopo sei annate, possiamo dire di avere creato una manifestazione di successo grazie alle numerose risorse produttive presenti sul territorio e a un’amministrazione comunale lungimirante che le sa valorizzare. Andiamo avanti convinti che sia esattamente questa la strada da percorrere per dare il giusto valore al territorio”.
Camporeale, il cuore di una Sicilia contadina
Camporeale si trova nel centro della Sicilia occidentale. Il paese dista, infatti, circa 50 chilometri da Palermo, da Trapani e dal golfo di Porto Palo. Il paesaggio dell’Alto Belice svela un volto insolito della Sicilia, lontano dagli abusati stereotipi vacanzieri di una terra di sole e di mare. Ci troviamo in un territorio collinare, con altitudini comprese tra i 400 e i 900 metri e un clima particolare, che sintetizza e fonde aspetti mediterranei e continentali. Il mare non si vede ma si sente. Circonda la punta della Sicilia e arriva con le sue brezze iodate fin nel profondo dell’entroterra a mitigare le giornate calde e secche, a cui fanno da contrappunto le notti fresche. È un’area a vocazione agricola, una Sicilia contadina, fatta di piccoli borghi e vasti feudi di infinite colline coltivate a seminativi, soprattutto grano, legumi e ortaggi.
La viticoltura di Camporeale
Le esposizioni di alta collina, soleggiate e sempre ventilate, sono da sempre destinate alla coltivazione della vite, che occupa solo le zone più vocate del territorio. Il clima mite, con notevoli escursioni termiche, permette di portare a maturazione grappoli sani e con profili aromatici particolarmente intensi. I suoli sono costituiti da argille miste a sassi bianchi di calcare, che tendono a diventare più poveri e pietrosi verso la sommità delle colli. Non mancano tuttavia zone caratterizzate da imponenti banchi di arenaria, sovrastati da terre sabbiose, sciolte e molto drenanti. Il vitigno principe del territorio è il catarratto, un’antica varietà nata da un incrocio spontaneo tra il grecanico dorato e il mantonico bianco.
Alcuni decenni fa copriva la metà della superficie vitata e oggi rappresenta ancora circa il 30%. È presente con i tre classici cloni: comune, lucido ed extralucido. La recente decisione del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia di poter sostituire il nome del vitigno catarratto con lucido non pare certo contribuire a fare chiarezza da un punto di vita ampelografico e anzi rischia solo di creare maggiore confusione e disorientamento tra i consumatori. Anche nelle campagne di Camporeale stanno crescendo gli ettari piantati con il grillo, che sta vivendo un periodo particolarmente felice in tutta la Sicilia.
Le caratteristiche del catarratto
Il catarratto è un vitigno che produce un’uva particolarmente ricca di polifenoli, che anche a piena maturazione conserva un’alta acidità e un pH basso. È una varietà molto duttile. Si presta a interpretazioni con brevi affinamenti in acciaio, che puntano soprattutto sulla fragranza agrumata e sulla freschezza, a versioni più strutturate e profonde, con lunghe soste sur lie, fino a interpretazioni con macerazione sulle bucce per la produzione di orange wine. Tra vitigni a bacca rossa sono due le varietà più rappresentative del territorio: l’autoctono perricone, riscoperto e valorizzato negli ultimi decenni e la syrah.
Il vitigno della Valle del Rodano si è ambientato molto bene al clima ventoso della zona e regala vini interessanti, con un profilo aromatico che unisce alle note di piccoli frutti a bacca rossa eleganti cenni balsamici. Grazie a un uso più discreto del legno rispetto al passato e a una ricerca di maggior finezza, evitando surmaturazioni ed eccessiva concentrazione, la syrah di Camporeale sta trovando una sua identità espressiva più precisa e puntuale. Il perricone conserva sempre il suo carattere un po’ selvaggio, con note di erbe aromatiche e una tessitura tannica leggermente ruvida. Le versioni migliori ci sono sembrate quelle con affinamento in acciaio o in legno grande, in modo da lasciare in primo piano la fragranza delle sue piacevoli note varietali.
I migliori assaggi di Camporeale Day 2019
- Sicilia Catarratto Vigna Mandranova 2016, Alessandro Camporeale
- Sicilia Catarratto Saharay 2017, Porta del Vento
- Sicilia Catarratto 2018 Lu Bancu, Feudo Di Sisa
- Sicilia Catarratto Terre Rosse di Giabbascio 2017, Centopassi
- Sicilia Perricone Gran Massenti 2017, Feudo Di Sisa
- Sicilia Perricone Cimento 2017, Centopassi
- Sicilia Syrah Vigna Mandranova 2016, Alessandro Camporeale
- Sicilia Syrah Siriki 2017, Principi Spadafora (prova di vasca)
- Sicilia Maqué 2016, Porta del Vento
a cura di Alessio Turazza