Che cos'è il "vinello" e perché rivoluzionerà il nostro modo di bere

20 Ott 2023, 16:22 | a cura di
La nuova riforma inglese sul vino apre ai "piquette": prodotti ottenuti dagli scarti delle vinacce. Nel Regno Unito il divieto di produrli e commercializzarli cadrà dal primo gennaio 2024

Ci sono anche dealcolati e “vinelli” nella nuova riforma annunciata dal Governo inglese per il 2024. Frutto di una consultazione pubblica, conclusa lo scorso 16 ottobre Wine: reforms to retained EU law, il nuovo quadro presenta una serie di novità con cui il Regno Unito intende semplificare alcune pratiche per il settore vino per stimolare gli investimenti e alleggerire gli oneri sull’industria di settore.

Vinelli: ecco che cosa sono

Per quanto riguarda le pratiche enologiche, c’è in primis la modifica della stessa definizione di vino per consentire la produzione e commercializzato dei low alcol e dei no alcol (qui la nostra degustazione di vini senza alcol), in linea con quanto previsto dall’Unione europea. Ma c’è di più. Nel documento ci sarebbe anche il via libera ai piquette (in gergo "vinelli"), ovvero bevande fermentate a basso contenuto alcolico prodotte aggiungendo acqua alle vinacce (bucce, raspi e così via). In pratica un recupero degli scarti del vino.

Dal 2024 stop al divieto

Il divieto di produrre e commercializzare piquette nel Regno Unito cadrà dal primo gennaio 2024. “La fine di questo divieto consentirà ai produttori di vino di monetizzare quello che altrimenti sarebbe un prodotto di scarto del processo di produzione del vino”, si legge nel documento, secondo cui divieto sarebbe “una restrizione inutile nella contemporaneità del mercato domestico”.

Viene tuttavia puntualizzato che questa categoria sarà soggetta a restrizioni di commercializzazione per evitare che venga confuso con i prodotti vitivinicoli. Nello specifico, nel sistema tariffario, rimarrà classificato come NC 2206 (altre bevande fermentate), che include anche prodotti come sidro, perry e idromele.

Gli altri punti della riforma inglese

Piquette a parte, dalla Riforma dovrebbe arrivare anche l’ok alle varietà ibride nella produzione del vino a denominazione di origine e indicazione geografica. Un modo, questo per far fronte alle fitopatie e ai cambiamenti climatici. Novità anche per l’importazione. In particolare, cade l’obbligo dell’indicazione in etichetta del nome dell’importatore, così da snellire le procedure di commercio e avere la stessa etichetta sia per il mercato Ue sia per quello UK.

Infine, sempre, in ottica di semplificazione, ci sarà la liberalizzazione del tappo per gli spumanti – non più solo quello a fungo - e della sua copertura con la pellicola in alluminio, allo scopo di ridurre costi d’imballaggio e materiale.

Soddisfatte le associazioni inglesi

“Accogliamo con favore le misure annunciate oggi dal Governo” è il commento di Miles Beale, amministratore delegato della Wine and Spirit Trade Association. “In particolare l’eliminazione delle norme restrittive sull’etichettatura degli importatori ridurrà significativamente l’impatto post Brexit della necessità di avere un’etichetta unica nel Regno Unito. Il che manterrà il Regno Unito come un mercato di destinazione attraente e sosterrà il nostro obiettivo affinché i consumatori britannici continuino ad avere accesso alla più ampia scelta possibile di vino da tutto il mondo”.

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