Annata complicata in Puglia (e non solo per il crollo produttivo), dove il Consorzio del Primitivo di Manduria ufficializza la conclusione della vendemmia con un calo della produzione che si aggira intorno al 40% rispetto allo scorso anno. A preoccupare la presidente del Consorzio Novella Pastorelli non è tanto il segno meno nelle quantità – che potrebbe essere positivo in un momento di sovrapproduzione – ma il prezzo delle uve e le eventuali speculazioni. Nonostante una vendemmia quasi dimezzata, infatti, c’è ancora tanto prodotto in cantina (581.154 ettolitri al 31 luglio secondo i dati rilasciati da Cantina Italia) e questo non aiuta le trattative sul mercato.
L’appello del Consorzio del Primitivo di Manduria ai produttori
«Stiamo attraversando un momento delicato – è l’analisi di Pastorelli - segnato da una crisi vitivinicola mondiale di natura ciclica, nella quale, purtroppo, non mancano come ogni anno speculatori senza scrupoli che praticano politiche economiche sleali ai danni dei nostri viticoltori i quali per diverse ragioni si trovano spesso costretti a svendere il proprio prodotto». Da qui il suo appello: «Il consiglio di amministrazione, in questi anni, ha adottato tutte le misure previste dalla normativa vigente per tutelare il bene comune. Tuttavia, è importante ricordare che non è prerogativa del Consorzio intervenire nelle trattative private».
La riduzione delle rese come nuova opportunità
Il dato al ribasso della vendemmia potrebbe, quindi, aprire un nuovo capitolo. «Abbiamo iniziato la vendemmia con due settimane di anticipo rispetto agli anni passati con una riduzione della produzione di circa il 40% ma indubbiamente abbiamo mantenuto una qualità eccellente per le nostre uve – dice la presidente del Consorzio - Il caldo prolungato e la siccità prepotente hanno influito sulla dimensione dei grappoli che risultano più piccoli ma il loro stato di salute è straordinario e la maturazione anticipata ha permesso di ottenere uve con una gradazione alcolica più elevata rispetto agli anni precedenti». Questo calo produttivo potrebbe, quindi, avere conseguenze positive sui prezzi, come sottolinea la stessa Novelli: «Il calo naturale della pressione produttiva sulla Doc e la conseguente riduzione delle rese Igp porteranno, siamo certi, risultati positivi sul fronte delle giacenze che, attualmente, stanno attanagliando molte delle nostre cantine. Sono fiduciosa perché le crisi spesso aprono la strada al progresso».