I migliori vini della Calabria 2022
Chi pensa che ormai in Italia non ci siano più nuovi territori vitivinicoli da scoprire farebbe bene a farsi un giro in Calabria, dove nell’ultimo decennio, come abbiamo puntualmente raccontato sulla Guida, sono nate decine di nuove aziende in zone diverse da Cirò, che a lungo è stato uno dei pochi, se non l’unico, areale di riferimento della produzione vinicola calabrese. Se a Cirò continua a concentrarsi il grosso della produzione regionale, bisogna anche dire che negli ultimi anni la qualità è cresciuta tantissimo. Accanto a produttori storici come Librandi e Ippolito, dopo una prima ondata di giovani produttori, che una decina di anni fa conquistarono la scena cirotana, come Francesco de Franco (‘A Vita), Sergio Arcuri o i fratelli Scilanga (Cote di Franze) e che ormai sono delle realtà consolidate, nell’ultimo lustro son venute fuori tante piccole realtà molto interessanti, come le cantine dei fratelli Dell’Aquila, di Giuseppe Vulcano o quella di Christian Vumbaca che ha esordito in Guida addirittura conquistando i Tre Bicchieri, o ancora quella di Stefania Carè della Brigante che invece li ha meritati con un Gaglioppo Rosato, prodotto senza solfiti e lieviti aggiunti.
Tutta la regione è in continuo fermento: nel cosentino, ad esempio, soprattutto nella zona di Castrovillari, continuano non solo a crescere i numeri, ma anche il livello qualitativo. Ma è soprattutto dal sud della regione, dalla provincia di Reggio Calabria, dopo decenni di silenzio, che arrivano le novità più interessanti, insieme alla riscoperta di alcune zone da sempre storicamente molto vocate alla viticoltura, come Bianco, Pizzo e Gerace.
L’altro dato molto incoraggiante è che i protagonisti di questa rinascita sono soprattutto giovani e donne, spesso con altre storie professionali alle spalle, che hanno deciso di tornare in Calabria per dedicarsi alla viticoltura. Pierpaolo Cerminara, ad esempio, ha lasciato il lavoro di ingegnere meccanico, Antonella Lombardo e Christian Vumbaca fino a un paio di anni fa esercitavano la professione legale. Le conferme arrivano dalla Librandi, con un Duca Sanfelice ’19 che è forse la miglior versione di sempre di questo classico calabrese, e dal Grisara ’20 di Roberto Ceraudo, illuminato produttore di Strongoli, tra i primi a convertirsi prima al biologico e poi al biodinamico.
Cheiras 2019
Cirò Rosso Cl. Sup. 2019
Grisara Pecorello 2020
Zero Gaglioppo Rosato 2020
I migliori vini della Basilicata 2022
Se dovessimo stilare una classifica dei territori con maggior margine di crescita mediatica e commerciale d’Italia, probabilmente la Basilicata finirebbe sul podio. Bagnata da due mari, con terre vulcaniche e fertili pianure, con terroir costieri vocati e vigne d’alta quota poche altre regioni del Bel Paese hanno il suo potenziale. Tutto questo per dire che la Lucania va avanti, ma non speditamente come potrebbe. Ha vitigni autoctoni di pregio, basti citare l’aglianico, vigne bellissime e vignaioli appassionati, e tanti.
È il momento di far conoscere meglio tutto questo al grande pubblico, di investire in marketing e comunicazione. Lo diciamo perché i nostri assaggi quest’anno hanno portato ben 28 vini alle degustazioni finali, a conferma della raggiunta maturità tecnica dei produttori della regione, che si impegnano da anni a fondo per realizzare prodotti di livello. E se questo discorso fino a una dozzina d’anni fa era circoscritto al comprensorio del Vulture, oggi anche dal Materano, complice la visibilità della Città dei Sassi guadagnata nel 2019 come Capitale Europea della Cultura e il successo planetario del Primitivo, non fanno che giungere buone notizie enologiche. Se n’è accorto anche il resto del mondo del vino italiano, del resto, e gli investimenti di capitali da altre regioni è sempre più frequente.
Dopo queste doverose premesse ecco i cinque vini che si aggiudicano i nostri Tre Bicchieri. Sono cinque Aglianico del Vulture, un classico tra i grandi rossi del nostro Sud. Si tratta dell’elegante Calice ’19 di Donato D’Angelo, maestro storicamente riconosciuto della denominazione, del nitido Repertorio ’18 di Cantine del Notaio, che di questo vino offre molteplici accattivanti interpretazioni, dell’esuberante Titolo ’19 di Elena Fucci, avanguardia femminile di un comparto che si tinge sempre più di rosa. A questi si aggiungono il corposo Nocte ’18 di Terre dei Re, che si conferma azienda di livello, e infine un raffinato Re Manfredi ’18 di Terre degli Svevi del gruppo GIV, da anni ormai ai vertici. Concludiamo invitandovi a visitare queste bellissime terre. Rimarrete incantati dai tesori d’arte, dai paesaggi, e dalle straordinarie proposte del mondo della gastronomia e del vino.