Tutto il mondo è con il fiato sospeso in attesa del “liberation day” degli Stati Uniti, così come il presidente Trump ha ribattezzato il 2 aprile. L’annuncio dei dazi è atteso in tarda serata (ora italiana) dall’evento organizzato ad hoc nel Rose Garden della Casa Bianca.

Dazi tra il 10% e il 25%
Secondo le indicazioni della Wine Trade Alliance, «l'amministrazione potrebbe non cercare di emanare tariffe realmente reciproche tra prodotti o settori, il che richiederebbe tempo per essere determinato, ma utilizzerà invece un'unica aliquota per ogni paese o blocco commerciale. Il Segretario al Commercio Lutnick ha indicato all'Ue che le tariffe reciproche tra il 10% e il 25% potrebbero ora essere imposte già dal 2 aprile».
«Abbiamo trascorso gli ultimi giorni a Washington D.C., chiedendo ai membri del Congresso e allo staff dell'Ustr e del Commercio di mantenere le tariffe fuori dal vino - scrive in una lettera il presidente del gruppo Ben Aneff - Allo stesso modo, abbiamo affermato chiaramente quanto sarebbe catastrofico il 2 aprile per le aziende americane se imponessero tariffe senza un periodo di preavviso o un'eccezione per le merci già in transito». Su questo, però, al momento non ci sarebbero garanzie.
Per il vino Ue perdite per cento milioni di euro a settimana
A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, dovrebbero essere sfumate le tariffe del 200% per i vini europei (occhio, però, perché Trump ci ha abituato all'imprevedibilità). Una magra consolazione, visto che qualunque tariffa all’entrata condizionerebbe il prezzo finale delle esportazioni e potrebbe impattare in modo pesante sui consumi a stelle e strisce già in stallo.
Già le ultime due settimane di attesa hanno causato il blocco dei vini italiani (e in generale europei) in partenza verso gli States. «Anche se i dazi del 200% sui vini dell’Ue non sono stati applicati, la chiusura del mercato vinicolo statunitense ai nostri vini è già una realtà, poiché gli importatori hanno bloccato tutte le spedizioni per paura dei potenziali dazi - è l’osservazione del segretario generale Ceev Ignacio Sanchez Recarte, secondo cui le perdite per le aziende vinicole Ue ammonterebbero a 100 milioni di euro a settimana.

Stoccaggio - export - Bottiglie sfuso - Foto di Ognjen Odobasic da Pixabay
Il piano dell’Europa
Dal canto suo, l’Unione europea ha detto che non resterà a guardare. «L’obiettivo è trovare una soluzione negoziata» ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, aggiungendo che «L'Europa non ha iniziato questa disputa. Non vogliamo necessariamente prendere misure di ritorsione, ma abbiamo un piano solido per farlo se necessario». Anche lo spostamento a metà aprile degli eventuali dazi sul wishky americano va in questa direzione.