L'avevamo lasciata così, la 50 Best: edizione 2020 saltata e appuntamento rimandato a giugno 2021, poi posticipato a ottobre, e ancora negli occhi l'istantanea della classifica 2019 con il Mirazur di Mauro Colagreco a festeggiare la conquista del podio nel 2019 (dopo il bronzo dell'anno precedente) e il Noma 2.0 subito dietro, ma anche con nuove regole che sancivano un cambio di passo. Quelle annunciate sul palco di Bilbao nel 2018 (quello in cui aveva primeggiato Massimo Bottura, per intenderci) e applicate su quello di Singapore per – si diceva – dare spazio a nuove insegne con la creazione di una Best of the Best, una galleria di campioni in cui si entra di diritto dopo la conquista del titolo. Un riconoscimento al merito che esclude dalla competizione, anche per evitare l'alternarsi sul podio dei soliti nomi, come accadeva negli anni passati, e aprire il varco a qualche colpo di scena. La Hall of Fame, questa sorta di club esclusivo dei vincitori del primo posto nella 50 Best, conta Mauro Colagreco, Massimo Bottura, i fratelli Roca, Daniel Humm, Heston Blumenthal, Thomas Keller. René Redzepi è invece in gara con il nuovo Noma, dopo la chiusura del “vecchio” nel 2018. E tra i favoriti.
La cerimonia, che quest'anno ha più del solito il sapore di una festa e di una rinascita, parte con il ricordo dei grandi cuochi che ci hanno lasciato in questi quasi due anni: Pierre Troisgros, Albert e Michel Roux, Floyd Cardoz, solo per citare i più noti. La grande manifestazione è anche l'occasione per una riflessione sulle conseguenze del terribile periodo appena passato, quello che ha imposto la chiusura di tanti locali, inclusi quelli di casa Adrià, Tickets in testa, o uno dei monumenti della ristorazione mondiale, come il Plaze Atehneé di Alain Ducasse - ma sono stati proprio Albert Adrià e monsieur Ducasse ad annunciare un progetto a 4 mani - punte di un iceberg di proporzioni difficilmente calcolabili. Difficile pensare che
World's 50 Best Restaurants 2021. 51-100
Rivelata in anticipo la seconda parte della classifica – tornata a 100 referenze - che la scorsa edizione vedeva primo tra i secondi (al numero 51 ) Niko Romito, posizione quest'anno occupata dal Nihonryori RyuGin di Tokyo, seguito da Mauro Uliassi. Tra gli italiani, nel girone che va dalla posizione 51 alla 100, in vertiginosa salita Norbert Niederkofler che porta il suo St. Hubertus dalla posizione 116 alla 54. Bene anche il Ristorante Luca Fantin che va dalla 107 alla 73.
50 Best. Gli altri premi
A Dominique Crenn (Atelier Crenn, Petit Crenn and Bar Crenn, San Francisco, USA) va l'Icon Award 2021, a sottolinearne il carisma e l'impegno: “Un vero leader culinario che dà voce ai chi è poco rappresentato”, Dominique è un'attivista, sostenitrice dei diritti delle donne, dei diritti dei lavoratori del settore dell'ospitalità, delle pratiche sostenibili, della comunità LGBTQ+ e della comunità BIPOC, è persino riuscita a portare all'attenzione delle persone e dei media la lotta contro il cancro, da cui lei stessa è stata colpita, e i racconto social del suo percorso per sconfiggere la malattia ha fatto il giro del mondo accendendo i riflettori sulla malattia e la prevenzione. Nel suo modo di lavorare e comunicare, riesce a portare un cambiamento nella società. In ambito gastronomico e non solo. Insomma: è una vera icona.
Ikoyi di Jeremy Chan e Iré Hassan-Odukale, conquista l'87esimo posto e il premio One to watch Award, come astro nascente della ristorazione internazionale per quella sua unicità: “Impossibile da catalogare, cerebrale e originale”.
Il tanto contestato premio come miglior chef donna è andato a Pia Leon. Chef del Kjolle di Lima, locale dall’anima casual complementare al Central, di cui condivide spazi (l’ultimo piano di Casa Tupac) e progettualità, parte di un sistema gastronomico e culturale di ampio respiro che include il bar Mayo, le aree del centro ricerca Mater Iniciativa e il Mil tra le vette di Cuzco, sopra i 3.500 metri di altitudine.
In ultimo i premi: Champions of Change 2021 – i cuochi-eroi che hanno intrapreso azioni che creano un cambiamento positivo nel settore grazie al loro lavoro, sono l'americano Kurt Evans per i molti progetti, tra cui quelli a favore di persone che scontano o hanno scontato pene detentive, il tailandese Deebpanker Khosla per aver trasformato – nei mesi della pandemia – il suo ristorante Haoma in una mensa per persone in situazione di necessità con il prgetto e crowfunding #NoOneHungry, e infine la nostra Viviana Varese, per il suo impegno per l'inclusione e contro ogni discriminazione di sesso, razza, età e orientamento sessuale, impegno che non si limita ai suoi ristoranti (Viva e W Villadorata Country Restaurant) in cui porta avanti anche un progetto di formazione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ma anche alle scelte in termini di fornitori e collaboratori: i suoi piatti e le sue ceramiche sono realizzati da un'azienda che impiega e supporta le persone con disabilità. Nell'autunno 2021 in progetto una nuova gelateria a Milano gestita da donne vittime di violenza domestica.
World's 50 Best Restaurants 2021. Il podio
Sul gradino più alto del podio quest'anno sale – secondo i pronostici - René Redzepi. Una vittoria annunciata, per il Noma 2.0 che torna a fregiarsi del titolo di Miglior Ristorante del Mondo per la quinta volta, la prima nella sua nuova struttura che in quest'anno complicatissimo, ha dimostrato di saper surfare tra molte difficoltà indotte dalla pandemia reinventandosi con grande dinamismo imprenditoriale, capace di aperture ultrapop: dal burger bar – prima un pop up temporaneo poi oggi diventato attività stabile (Popl) – alla linea di prodotti, garum in testa, a marchio Noma Projects. Scandinavo anche il secondo posto con l'ascesa del Geranium al secondo posto (nel 2019 era alla posizione numero 5, l'anno precedente alla numero 19) investito da un effetto Noma.Mantiene la terza posizione Asador Etxebarri di San Sebastian, già protagonista di una bella ascesa nel 2019 (dal 10 al 3) complice anche il passaggio della cerimonia della 50 Best a Bilbao nel 2018 (quella che impalmò Massimo Bottura).
Il resto della top ten
Posizione numero 4 per il Central di Virgilio Martinez, miglior ristorante del Sudamerica, seguito dal Disfrutar di Barcellona, che nel 2019 era al al nono posto. Nella seconda parte della top ten c'è una bella ventata di aria fresca, con Frantzén di Stoccolma al sesto posto, seguito da Maido di Lima al settimo, e poi Odette di Singapore al numero 8 (in salita di 10 postazioni), Pujol a Città del Messico alla posizione numero 9, seguiti da The Chairman a Hong Kong che nel 2019 era alla posizione 41..
World's 50 Best Restaurants 2021. L'Italia in top 50 tutta in ascesa
Italia in grande ascesa, dopo l'andamento incerto dell'edizione 2019: a partire dal rientro di Niko Romito nella top 50 al numero 29 (la scorsa edizione era 51), preceduto di poco da Massimiliano Alajmo, per le Calandre di Rubano, che passa dalla posizione 31 alla 26, sale anche Enrico Crippa che dal 29 risale al posto 18 (nel 2018, però era al 16esimo). Grandissima la prestazione di Riccardo e Giancarlo Camanini di Lido 84 a Gardone Riviera, che mettono la quinta e arrivano direttamente alla posizione numero 15 (subito prima di Mugaritz che invece scivola dalla posizione numero 7).
World's 50 Best Restaurant 2021. La Classifica
- Noma, Copenaghen, Danimarca
- Geranium, Copenaghen, Danimarca
- Asador Extebarri, Atxondo, Spagna
- Central, Lima, Perù
- Disfrutar, Barcellona, Spagna
- Frantzén, Stoccolma, Svezia
- Maido, Lima, Perù
- Odette, Singapore
- Pujol, Città del Messico, Messico
- The Chairman, Hong Kong
- Den, Tokyo, Giappone
- Steirereck, Vienna, Austria
- Don Julio, Buenos Aires, Argentina
- Mugaritz, San Sebastian, Spagna
- Lido 84, Gardone Riviera, Italia
- Elkano – Getaria, Spagna
- A Casa do Porco – San Paolo, Brasile
- Piazza Duomo – Alba, Italia
- Narisawa – Tokyo, Giappone
- Diverxo – Madrid, Spagna
- Hiša Franko – Kobarid, Slovenia
- Cosme – New York, USA
- Arpège – Parigi, Francia
- Septime – Parigi, Francia
- White Rabbit – Mosca, Russia
- Le Calandre – Rubano, Italia
- Quintonil – Città del Messico, Messico
- Benu – San Francisco, USA
- Reale – Castel di Sangro, Italia
- Twins Garden – Mosca, Russia
- Restaurant Tim Raue – Berlino, Germania
- The Clove Club – Londra, UK
- Lyle’s – Londra, UK
- Burnt Ends – Singapore
- Ultraviolet by Paul Pairet – Shanghai, Cina
- Hof Van Cleve -Kruisem, Belgio
- SingleThread – Healdsburg, USA
- Boragó – Santiago, Cile
- Florilège – Tokyo, Giappone
- Sühring – Bangkok, Thailandia
- Alléno Paris au Pavillon Ledoyen – Parigi, Francia
- Belcanto – Lisbona, Portogallo
- Atomix – New York, USA
- Le Bernardin – New York, USA
- Nobelhart & Schmutzig – Berlino, Germania
- Leo – Bogotá, Colombia
- Maaemo – Oslo, Norvegia
- Atelier Crenn – San Francisco, USA
- Azurmendi – Larrabetzu, Spagna
- Wolfgat – Paternoster, Sud Africa
a cura di Antonella De Santis