Amata, fotografata, citata: La Ménagère di Firenze è stata nell’ultimo decennio più di un semplice ristorante multifunzionale, ma una meta imprescindibile per appassionati della cucina e del bar. Un posto che sarebbe potuto stare tranquillamente a Parigi, Londra, Singapore o New York, e invece è approdato nel cuore del capoluogo toscano, in una via tanto centrale quanto defilata dal passaggio turistico, donando un respiro di internazionalità a tutto ciò che lo circonda.
La Ménagère
Sorto negli spazi che furono sede del primo negozio di casalinghi in città, aperto nel lontano 1896, ha tratto da questa vecchia destinazione non solo il nome, ma anche l’ispirazione visuale e pluridimensionale. Quando il ristorante aprì i battenti, infatti, nessuno si aspettava di trovarci all’interno un negozio di fiori, un assortimento di ceramiche o un cocktail bar di livello. Anno dopo anno la realtà di La Ménagère è andata consolidandosi, raccogliendo apprezzamenti e premi (tra cui Aperitivo dell’Anno della guida Bar Gambero Rosso). Un successo che pareva tirare dritto, al punto da essere quasi dato per scontato. Fino a qualche tempo fa. Complice anche un deciso cambio di guida nei reparti cardine (con lo chef Barbaglini e il barmanager Luca Manni passati entrambi a lavorare per il gruppo Valenza) e la chiusura forzata dovuta al Covid, il locale fiorentino ha approfittato della lunga attesa per ripensarsi, ricominciare, e ripresentarsi alla città rinnovato, con due nuovi protagonisti alla guida destinati a far parlare di sé.
La “nuova” Ménagère: la ristrutturazione
Se la prima Ménagère era firmata dai Fratelli Baldini, la sua rinascita passa attraverso il lavoro Claudio Nardi che finalizza un importante opera di restyling, che comincia all’esterno dove ora campeggia un piccolo loggiato che ospita tavolini coperti direttamente proiettati su Via dei Ginori.
Le due grandi rivoluzioni però sono all’interno, dove si sposta il bancone bar su un’altra parete, con un importante ammodernamento e un aumento delle dimensioni, e si creano nuove sale su livello superiore, dove un tempo c'erano i magazzini. In questi spazi sono presenti comodi divanetti di foggia retrò e moquette pandant, perfetti per lavorare o studiare in uno spazio arioso e luminoso. Nel rinnovo degli spazi inoltre, cambia destinazione anche il piano interrato, storicamente un jazz club dedicato alla musica dal vivo e ora trasformato in un Gentlement Club, che punta su un'importante selezione di distillati, e su una cigar room di livello di cui la città sentiva effettivamente la mancanza.
La proposta ristorativa de La Ménagère
Ed eccoci al punto saliente: l’offerta gastronomica della Ménagère: partiamo dal ristorante, che subisce una rivoluzione interna con la sala che raddoppia gli spazi e vede la nascita di una nuova area separata da una parete per eventi privati: qui si riparte da una certezza, Nicholas Duonnolo, già sous chef negli anni di Fabio Barbaglini, che dopo aver traghettato il locale nel periodo successivo alla sua partenza si vede ora riconfermato alla guida della cucina. Un segno di continuità che tradisce la voglia di scommettere su un talento interno alla propria cantera. Il bistrot viaggia tutto il giorno, dalla colazione a dopo cena. Fino alle 12 torte, pancakes e uova in vari modi, poi via a piatti semplici ma di carattere: risotto al formaggio Gran Peposo, con clorofilla, scalogno, pepe e peperoncino; ravioli con farina di grano saraceno, melanzane, robiola, capuliato e fiori e cime di rapa, petto di faraona con funghi, scalogni glassati e salsa di patate e caffè o trancio di ombrina marinato e fritto, con pesto di pinoli, riduzione di amaro, packchoi e ravanelli marinati, contorni come porri e cipollotti, ginepro e dragoncello o funghi, cipolla rossa cotta alla brace e castagne, poi ceviche, hamburger, insalate e originali poke. Piatti che si trovano anche nel menu ristorante, dove la formula è più strutturata la formula del ristorante, tra la carta delle ostriche proposte di diversi tipi e in diverse preparazioni, la scelta dei formaggi, i crudi.
Luca Cinalli al bancone
Ma è sul bar che troviamo la notizia da prima pagina, che conferma Firenze come una delle grandi capitali del cocktail: l’arrivo alla guida del bancone di Luca Cinalli, uno dei nomi più pesanti della scena internazionale, che si è guadagnato la stima della Bar Industry internazionale durante i suoi molti anni in giro per il mondo, prima in Europa dove è stato tra Italia, Francia e soprattutto Regno Unito, dove con il ruolo di Head Bartender of Nightjar e Bar Manager di Oriole divenne uno dei punti di riferimento per la miscelazione nella capitale mondiale dei cocktail, e in tempi più recenti anche in Asia, a Taiwan dove a collaborato all’apertura di Taipei Reply, il primo bar totalmente eco-sostenibile al mondo. Il suo ritorno dietro a un bancone italiano (e soprattutto a Firenze) è dunque una graditissima sorpresa, e ancor di più sapere che non si tratta della semplice collaborazione per un menù, ma di un ruolo stabile da barmanager che lo vedrà impegnato dietro al bancone fiorentino molto spesso.
Nella sua prima cocktail list Cinalli propone un mix di internazionalità e amore per la liquoristica nostrana, come dimostra il Carribbean Colony (base gin e cedro, lime e pompelmo) o il Cereise Spritz (Sakura Mancino con prosecco, liquore alla ciliegia, pompelmo rosa), ma non mancano le prove di bravura tecniche come il Misture all’arachide (con burro di arachidi, pompelmo rosa, miele d’acacia, lillet, uva, Talisker, J Walker Black Label, amaro angostura, jelly). Ad accompagnare le sue creazioni, una selezione di tapas che vantano un apposito menù: numerosi sandwich (come quello di meringa e miele con roast beef, tartufo nero e cipolla caramellata o il pane soffiato con spuma di pecorino e maggiorana), ma anche i piatti di pesce come il baccalà o il polpo allo spiedo.
Questo ritorno alla città della Ménagère, non si limita al rinnovamento degli arredi che passano dal post industrial a un ambiente più caldo, da moderno bistrot chic, ma anche dal nuovo volto umano che il ristorante riesce a trasmettere. Dietro allo store di via dei Ginori, infatti, c'è la famiglia Manfredi, che dopo aver sempre supervisionato nell'ombra la propria creatura, decide adesso di presentarsi alla città con un ruolo più attivo, soprattutto delle seconde generazioni, che presenzieranno nella gestione del locale.
Firenze - Via de’Ginori 8/R - - 055 0750600 - https://www.lamenagere.it
Foto: Chao Li