Si chiama Albergo del Cuore e apre i battenti il primo febbraio, a Ravenna; il suo logo è una chiave con un cuore di mosaico, per richiamare il simbolo della città – certo – ma anche per incarnare l'identità di un'impresa fatta di persone, ognuna con una propria caratteristica: «come in un mosaico in cui si valorizza l'incastro di ogni tessera colorata» dice Romina Maresi. Maresi è la presidente e AD della Cooperativa San Vitale, che da 40 anni promuove attività e progetti che possano avere un alto impatto sociale, «non solo intercettare i bisogni dei singoli e della comunità ma anche modificarne l'approccio culturale» spiega. Il punto di partenza è l'inserimento delle persone fragili e con disabilità, l'approdo è la creazione di una società più inclusiva in cui ci siamo maggiori opportunità per tutti. E questo progetto va proprio in questa direzione: dal recupero di un vecchio albergo dei primi del '900 ormai in disuso, alla progettazione di spazi a misura di tutti, dalla creazione di percorsi formativi e lavorativi, alla definizione di un'attività capace di generare valore ed economie e stare su un mercato competitivo come quello della città.
Il boutique hotel
Partiamo dall'inizio: acquisita e rigenerata la struttura, ne è nato un boutique hotel con 10 stanze tutte diverse, «crediamo che la bellezza abbia un valore anche terapeutico» commenta Maresi, c'è anche un piccolo dormitorio, una sharing room sulla falsariga dei più moderni ostelli di design, in cui promuovere un turismo esperienziale che metta al centro la relazione tra le persone, ma sia alla portata di tutti, anche chi ha budget piccoli o molto piccoli, secondo i canoni di un'inclusività rivolta a tutti, ospiti e operatori: «Alcuni di loro, pur avendo frequentato l'alberghiero o scuole legate al mondo dell'accoglienza, faticano a trovare una collocazione lavorativa a causa della loro disabilità e nonostante le abilità residue».
L'Albergo vuole creare opportunità professionali e alimentare un circolo virtuoso fatto di inserimento sociale oltre che lavorativo. Per questo, oltre alle stanze, ci sono anche spazi fruibili a tutti, come la piccola bottega di prodotti alimentari. Sono quelli del progetto di agricoltura sociale e biologica della cooperativa San Vitale, tra gli altri anche cioccolato e biscotti con lo zafferano di casa. Le stesse materie prime a centimetro zero impiegate nel bistrot, anche questo aperto anche agli esterni, proprio per favorire l'incontro e incrociare le storie degli avventori con quelle delle persone impiegate.
Diverse abilità, diversi strumenti
Il concetto di inclusione è ampio, dicevamo. Come nella app che guida i non vedenti nella fruizione dell'albergo in maniera indipendente, o alle postazioni (nate da uno spin off dell'università di Venezia) per la traduzione simultanea in Lis di qualsiasi conversazione, o ancora nella stanza sensoriale con educatori esperti, pensata per chi ha disturbi dello spettro autistico - «ma tutti i bambini sono rimasti incantati quando l'hanno vista» - in cui favorire il relax e l'adattamento nella struttura, dando a genitori e caregiver un momento libero, magari per la cena nel bistrot o la colazione, anch'essa con prodotti del territorio e torte realizzate dalla chef Laura Cardona con i ragazzi che collaborano. Si parte con un gruppo di 4 persone con disabilità già assunte e altre 10 con tirocini di un anno, 6 professionisti e due formatori. L'idea infatti è anche preparare figure da inserire nella filiera del territorio, come nello spirito della Cooperativa San Vitale, che oggi conta ormai centinaia di persone emancipate attraverso il lavoro, che hanno così proseguito il loro progetto di vita trovando il loro posto nel mondo. Così è Elia, affetto da sindrome di Down, che vorrebbe andare ad abitare con la sua fidanzata; con il lavoro fisso all'albergo questo sogno diventa realizzabile. È impiegato nell'accoglienza, grazie alla sua grande capacità di relazione, altri sono invece lavorano in cucina.
Bistrot e take away: il cibo del Cuore
Il menu non è ancora stato definito, quel che è certo è che la tradizione romagnola avrà un ampio spazio, si tratti di cappelletti (qui ripieni di formaggio), passatelli in brodo o asciutti, tagliatelle. «Ci saranno sempre due o tre proposte di primi e altrettanti di secondi», insieme a questi anche piatti freddi che variano seguendo l'andamento del mercato; «la linea guida rigida è che il menu varia in base ai prodotti della stagione» aggiunge Maresi. Ci sono anche piatti pensati anche per l'asporto, «ma sono sempre proposte di qualità e con prezzi contenuti: perché tra le disuguaglianze che vogliamo superare bisogna considerare anche quelle economiche». In questa ottica, è stato studiato il sistema per consentire di fruire di questi spazi a tutti, dando a chi vuole la possibilità di donare una notte o una cena sospese, da destinare a chi ne abbia bisogno. La soluzione dunque non è abbassare ulteriormente i prezzi, per non rientrare in un contesto di assistenzialismo, ma generare dei circuiti di sostegno alla struttura e ai possibili ospiti: «l'albergo deve andare avanti con le sue gambe» ed essere produttivo e a suo modo, anche competitivo. Aumentando ancora di più un circuito di condivisione e frequentazione da parte di tutti. Declinando così, in un nuovo modo, i concetti di inclusione e sostenibilità, con un progetto che potrebbe fare scuola e moltiplicare, in futuro, esperienze del genere.
Albergo del Cuore - Ravenna - Via Rocca Brancaleone, 42 - 0544 464230 - https://albergodelcuore.it