Un temporary non troppo temporary per assaggiare a Milano i caffè di NUDO Artisan Coffee, la roastery romana nata da una collaborazione tra Giuseppe Lo Iudice e Alessandro Miocchi di Retrobottega (“ma questo progetto è separato da Retrobottega”, dice quest’ultimo) e Nicolò Zorloni, torrefattore milanese e campione italiano di AeroPress, che seguirà più da vicino il progetto.
In via Bonvesin de la Riva
NUDO Artisan Coffee dovrebbe durare sei mesi anche se Zorloni non mette limiti alla provvidenza - “bisogna vedere come va, non siamo mica tipi da scappar via” - e da oggi, 31 ottobre, è ospite di Sidewalk Kitchens, il coacervo di cucine che da qualche tempo anima di un piacevole caos gastrico il numero 3 di via Bonvesin de la Riva, un indirizzo che a Milano qualcosa significa da un punto di vista gastronomico, visto che qui ha avuto sede lo storico ristorante di Gualtiero Marchesi, quello dove Marchesi divenne Marchesi e dette a Milano la gloria delle tre stelle poi rinnovata solo da Enrico Bartolini pochi anni fa.
Pane, vino e fantasia
NUDO condividerà i suoi spazi con e/n, l’enoteca naturale collegata a Emergency, che qui propone tre “vini giusti” (un bianco, un rosso e un rifermentato), con Nowhere che spaccia i suoi magnifici dolci e con l’offerta salata del panificio Longoni, una vera istituzione cittadina. “Ma fino alle 16 sarà il caffè il vero protagonista, anche se siamo ben consapevoli che una caffetteria non può vivere senza un’offerta gastronomica”, dice Nicolò. I tavoli comunque sono in condivisione, e ognuno può consumare quello che vuole.
Espresso, AeroPress e v60
L’offerta sarà più semplificata rispetto a quella di Roma, dove NUDO vive con una sua identità peculiare all’interno di Retrobottega, dove governa la proposta mattutina. “Abbiamo i nostri caffè e le nostre attrezzature. Come espresso proponiamo il nostro house coffee, un Brasile Naturale che chiamiamo Supersantos e potrebbe cambiare con il tempo e un Uganda lavato. Con estrazioni diverse, espresso, v60 e AeroPress, invece abbiamo un Perù lavato che proponiamo con il Pour Over, un Colombia naturale e un Kenya lavato – che bello che i Kenya che sono la mia passione quest’anno costino così poco!”.
Per ora Roma batte Milano
La partita con Milano in realtà è tutta giocare. Anche se ci sono già diverse roastery attive e di buon successo, Zorloni pensa che la scena romana della bevanda nera sia al momento più interessante: “Io sono milanese ma non sono abituato a questa città da un punto di vista del caffè. Di certo come prima impressione nella Capitale si fa più comunità, si collabora di più tra torrefattori, c’è più avanguardia. Per esempio a Milano pochi torrefattori ospitano caffè di guest roaster, ma propongono solo i loro”. E se fosse una tazzina (o una tazzona?) a insegnare a Milano il collettivismo?