«Correggetemi se sbaglio», continua a ripetere quando racconta uno dei suoi aneddoti, una delle sue nuove idee da portare avanti, uno dei mille prodotti che ha scoperto e vuole utilizzare sulla pizza fuori menu. Giovanni Mandara è davvero istrionico. Pizzaiolo, oste, intrattenitore, appassionato vero. Nasce a Tramonti, ma Reggio Emilia è la sua casa dal 27 Settembre 1989, anno in cui apre la sua Piccola Piedigrotta. Da allora di strada ne ha fatta, tanta davvero e la sua pizzeria è da anni tra le migliori d’Italia. Ma appena si varcano le porte del locale reggiano, una struttura moderna racchiusa in ampie vetrate, subito ci si accorge che qui le giuste vibrazioni arrivano non solo dal forno dove escono le pizze fumanti, ma anche da tutte le bottiglie che fanno capolino in ogni angolo del locale.

Giovanni Mandare e la passione per il bere
La passione di Giovanni per il vino e per il bere è maniacale. «Quando aprii nel 1989 era impensabile servire vini di qualità in pizzeria: il primo passo riuscii a farlo diversi anni dopo col boom delle birre artigianali. Con loro arrivarono anche i prodotti di livello per le pizze e noi fummo in grado di capire che il futuro della pizza passava per i grandi prodotti artigianali e le grandi bottiglie da abbinare. Il nostro rapporto con le cantine è sempre stato vero e sincero, tanto che, grazie al truck “Pizzaiuolo on the road” la maggior parte di eventi li facciamo dentro le aziende vitivinicole. Negli anni siamo stati da Franz Haas, Romano Dal Forno, Maso Martis… è li che godi veramente perché produci la tua pizza a casa loro, dove nascono i loro grandi vini».
Dal grande Champagne al rosato sconosciuto
Qui trovi il grande Champagne, una Spergola locale, un bianco sconosciuto della Costiera Amalfitana o l’ultimo rosato scoperto in chissà quale dei giri del Mandara, di solito fatti i lunedì, giorno di chiusura della pizzeria, tanto che se sbirciate sul suo Instagram uno degli hashtag è #isolitilunedì. Nonostante l’imbarazzo della scelta, da Giovanni puoi portarti la bottiglia da casa perché «aprire una bottiglia e come aprire un libro e bere è come iniziare a leggere. Inizi a entrare dentro quel vino, dentro quella cantina ed è lì che inizia il godimento puro».
E la sua è una passione che non ha confini geografici, tantomeno è legata a mode del momento. Anni fa doveva venire a mangiar la pizza da lui lo scrittore e disegnatore di Capitan Arlock, Leiji Matsumoto. Giovanni organizzò tutto a puntino, chiamò i ragazzi della scuola del fumetto reggiana e insieme pensarono a una pizza che rappresentasse proprio l’eroe dei manga. Da bere? Un particolarissimo Sake Metodo Classico. Purtroppo l’artista ebbe un grave malore e quella serata saltò. Quando stette bene dovette ripartire per il Giappone, ma quella rara bollicina nipponica fu aperta in onore della sua guarigione e a lui fu dedicato il brindisi. Sono queste le storie che piacciono al Mandara.

Il gran ballo degli amari con oltre 150 etichette
Quando ci andrete, presentatevi e fatevi guidare da lui, per le pizze e per le bottiglie, e vedrete che vi stupirà fino all’ultimo sorso: cioè quando arriverete agli amari. Si, proprio così, gli amari. Avete mai visto una pizzeria con circa 150 etichette di amaro dove si trovano anche versioni degli anni Settanta di Averna, Cynar o Fernet? Alla Piccola Piedigrotta succede anche questo…