Acqua del rubinetto gratis al ristorante. È questo il contenuto di una petizione lanciata su change.org e che ha al momento ottenuto 2.200 firme. L'iniziativa punta a fare sì che i ristoratori offrano ai loro ospiti una caraffa o una bottiglia di acqua "del sindaco", ovvero del rubinetto, senza che debba essere chiesta esplicitamente. La mozione, lanciata dalla testata online Il Fatto Alimentare, si basa soprattutto sul tema della tutela ambientale: servire anche l'acqua del rubinetto contribuirebbe alla riduzione della circolazione delle bottiglie, così come alla riduzione dei trasporti (e le conseguenti emissioni di Co2) per consegnare la casse d'acqua al ristorante. La petizione parte ance dal presupposto che quella offerta dai nostri acquedotti è un’acqua controllatissima e qualitativamente ineccepibile: un prezioso bene regolato dai principi cardine dell’innocuità, gradevolezza e usabilità.
Acqua minore
«In Italia l’acqua potabile è troppo poco considerata, gli acquedotti non si promuovono in nessuna maniera e la gente non ha fiducia nella bontà della cosiddetta acqua del sindaco. Il risultato è che l’acqua minerale la fa da padrone, tanto che gli italiani risultano esserne i più grandi consumatori: un insulto al buonsenso», spiega Roberto La Pira, Direttore del Il Fatto Alimentare.
«In quasi tutte le città del mondo al ristorante viene servita, gratis, acqua del rubinetto, tranne che nel nostro Paese che, paradossalmente, è l’unico a far pagare il coperto, un costo che varia da uno a tre euro e che incide per il 10-15% sul conto finale: un vero affare per il ristoratore che si guarda bene dall’aggiungere anche una caraffa di acqua fresca. È proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema che abbiamo lanciato la petizione indirizzandola, per chiedere un intervento fattivo, anche a Confcommercio, Confesercenti e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, senza aver, finora, ricevuto nessun riscontro».
Del rubinetto o trattata
Sono sempre di più i ristoratori che, al posto delle bottiglie di minerale (qui trovate le nostra classifiche sulle minerali lisce ed effervescenti naturali), offrono a pagamento acqua di rubinetto filtrata, ottenuta attraverso depuratori, eventualmente raffreddata e addizionata di bollicine. In sintesi acque “trattate” che promettono di essere qualitativamente superiori, oltre che più buone e sane, di quella del rubinetto. Ma ne siamo davvero sicuri? Come raccontiamo nel nostro servizio in uscita sul mensile di Novembre, gli impianti filtranti che permettono di servire le brocche che, come richiede la legge, riportano la denominazione di “acqua potabile trattata o acqua potabile trattata e gassata” non sono esenti da criticità (come la proliferazione dei batteri o l’abbattimento della durezza), che vanno ad incidere sul profilo igienico sanitario dell’acqua ottenuta: una questione da non sottovalutare e alla quale prestare la dovuta attenzione.
E intanto, nel resto mondo
Mentre in Italia, dove non esiste alcuna legge che impone agli esercizi commerciali di somministrare acqua gratuitamente, in Francia caffetterie e bar sono obbligati per legge, dal primo gennaio 2022, a servire acqua del rubinetto gratuitamente. Anche la Spagna sta andando nella direzione di un accesso più democratico: qui, infatti, dal primo gennaio 2023, è possibile chiedere, ed ottenere gratis, acqua del rubinetto all’interno di qualsiasi locale pubblico.
La nuova legge spagnola sui rifiuti e sui suoli contaminati per un’economia circolare impone infatti alle strutture ricettive di offrire a tutti i clienti l’acqua a chilometro zero. Anche in Portogallo e Gran Bretagna l’acqua di rubinetto è servita più o meno regolarmente e su questa strada si sta incamminando anche il Lussemburgo, paese in cui i ristoratori, nel corso del 2023, hanno ricevuto dal governo delle brocche per la distribuzione dell’acqua potabile da offrire ai clienti (non per forza gratuitamente).
Lo strano caso del Belgio
Risale al 2019 l’appello che il Governo belga – paese in cui, in alcuni casi, l’acqua è più costosa della birra – ha rivolto ai ristoratori esortandoli ad offrire gratuitamente acqua del rubinetto. Un espediente, prontamente accolto da circa 900 locali in tutto il Belgio, che avrebbe reso più democratico l’accesso all’acqua, che avrebbe ridotto la circolazione di bottiglie (di plastica e di vetro), oltre che un mezzo utile per contrastare la disidratazione indotta dall’(ab)uso di alcool. Il Governo, però, poco dopo ha deciso di fare marcia indietro.
«Alla luce dell’attuale situazione di criticità, dettata soprattutto dal Covid, che stanno vivendo molte realtà che operano nell’ambito ristorativo, non abbiamo voluto aggiungere un altro elemento costrittivo per bar e ristoranti», ha spiegato il ministro dell’Economia belga, Willy Borsus, che non ha escluso, però, che il tema possa a breve rientrare tra le priorità dell’agenda politica.