Alchemist di Copenaghen vince anche quest'anno la OAD, classifica elaborata sui voti di oltre 6mila persone in base a un algoritmo che tiene conto dell'esperienza dei contributors, secondo un principio meritocratico per cui uno non vale uno. Dopo l'assaggio di un paio di settimane fa, in cui sono state svelate le classifiche relative alle categorie Classics, Casuale Cheap eats, il sondaggio Opinionated About Dining entra nel vivo, rivelando l'elenco dei migliori ristoranti europei, dopo aver già anticipato le 30 new entry nell'elenco principale. Giusto il tempo di far affievolire l'eco della cerimonia di premiazione della World 50 Best Restaurant che ha incoronato il Disfrutar di Barcellona come miglior ristorante al mondo, e sedate le inevitabili polemiche che la Fifty porta con sé che la classifica creata dall'eclettico Steve Plotnicki collazionando oltre centinaia di migliaia di voti viene presentata a Madrid a passo di carica. Mai cerimonia è stata più veloce: una mezz'ora o poco più per presentare i primi 150 ristoranti d'Europa.
I migliori ristoranti d'Europa
Si tratta di locali di stile e genere diverso, che condividono una certa creatività, ma non per forza la stessa atmosfera: nella classifica si passa senza soluzione di continuità da un posto come Desde 1911 classico grande ristorante di pesce di Madrid (al numero 21), al Clove Club di Londra (numero 77), da un gigante della cucina creativa come The Fat Duck di Heston Blumenthal c(alla 37), uno dei padri della cucina molecolare, in questo periodo un po' uscito dai radar, al cubo di cristallo Azurmendi di Eneko Atxa che a Larrabetzu, nei Paesi Baschi (posizione 24), preme forte sul pedale della sostenibilità indagando l'universo delle textures con grande disinvoltura, a fianco di posti intimi e riservati come daGorini a San Piero in Bagno (posizione numero 117).
Chi vince la OAD
Non solo conferme sul podio di OAD, che anche quest'anno impalma lo spettacolare Alchemist di Rasmus Munk come vincitore, seguito dall'asador Etxebarri di Victor Arguinzoniz che guadagna una posizione rispetto al 2023. A sorpresa, però, a completare il podio arriva un ristorante tedesco, JAN di Jan Hartwig, tre stelle di Monaco, che registra anche la crescita più grande di quest'anno con un balzo dalla posizione numero 133 alla 3, proclamandosi Bigger Mover 2024. Nessun italiano nei primi 10 ristoranti, dove come sempre la parte del leone la fa la Spagna che posiziona 4 insegne. Appena sotto al podio c'è Frantzén di Stoccolma dello chef Björn Frantzén, segue poi Bagá di Pedro Sanchez, Schloss Schauenstein dello svizzero Andreas Caminada, seguito alla posizione numero 7 da David Muñoz con Diverxo, e poi Quique Dacosta, e De Librije dell'olandese Jonnie Boer. La decima posizione di Geranium di Rasmus Kofoed conferma la centralità della Dannimarca nello scacchiere internazionale della ristorazione.
Solo undicesimi Oriol Castro, Eduard Xatruch, Mateu Casañas, i tre ragazzacci del Disfrutar, freschi di nomina come miglior risotrante al mondo, eredi non solo putativi dell'epopea tecnoemozionale di elBulli. Sorprende la posizione numero 32 di Table di Bruno Verjus a Parigi, vera sorpresa di quest'anno alla Fifty dove ha conquistato il bronzo; nella OAD precede di una posizione i veterani fratelli Roca di El Celler de Can Roca. Il tristellato sloveno Hiša Franko di Ana Ros è alla posizione numero 39 mentre i gemelli Torres di Cocina Hermanos Torres sono al numero 42. Il classicismo firmato Dacosta da Deessa a Madrid è alla posizione 49, mentre Jeremy Chan si posiziona al numero 52 con Ikoyi, ancora uno spagnolo al numero 57, il neotristellato Noor di Paco Morales, seguono al numero 60 Enigma Concept di Albert Adria, al 73 Mirazur di Mauro Colagreco e al numero 86 AM par Alexandre Mazzia con la sua cucina franco congolese, A.T. di Atsushi Tanaka a Parigi è al numero 89, anche qui Andoni Luis Aduriz di Mugaritz si ferma nella parte nassa della classifica, alla posizione numero 108.
Gli italiani nella OAD
Bisogna scendere un po' sotto la top ten per trovare i primi italiani: Riccardo Camanini di Lido 84 a Gardone Riviera si posiziona al posto numero 13 seguito da presso da Mauro Uliassi. Alla posizione numero 18 troviamo L'Osteria Francescana di Massimo Bottura – appena prima del Noma 2.0 di Rene Redzepi - presente però anche nelle sue molte emanazioni, che si posizionano dopo il trittico Reale (numero 25), Calandre (26), Piazza Duomo (27). Alla numero 29 c'è infatti la guesthouse di casa Bottura, Casa Maria Luigia con la chef Jessica Rosval mentre alla 113 c'è Gucci Osteria da Massimo Bottura di Firenze, con i resident Karime Lopez & Takahiko Kondo. Tra gli italiani alla posizione numero 41 ci sono anche Michele Lazzarini & co di Contrada Bricconi e D’O - Davide Oldani a San Pietro all'Olmo (56).
La New entry più alta è quella di Atelier Moessmer a Brunico alla posizione numero 63, confermando l'ottima partenza del nuovo ristorante di Norbert Niederkofler che festeggia il suo primo anno di vita con un palma res da urlo: tre forchette, tre stelle e a un passo dall'entrare nei primi 50 locali al mondo per la classifica The World 50 Best, che lo vede alla posizione 52. Continuando a scorrere l'elenco si trovano Enrico Bartolini con il main restaurant di Milano (71), Marzapane di Roma con lo chef Antonio Altamura (76), L'Argine a Vencò di Antonia Klugmann (83), Contraste di Matias Perdomo (92), Kresios di Giuseppe Iannotti (98), Zia di Antonio Ziantoni (100), daGorini (117), il nuovo Casa Perbellini - 12 Apostoli (120), DINA a Gussago di Alberto Gipponi (136), Agli Amici a Udine dal 1887 della famiglia Scarello (139), Materia a Cernobbio di Davide Caranchini (140) e Venissa di Francesco Brutto & Chiara Pavan (144).