Primo chef a ottenere la certificazione Plastic Free per il Mirazur (e poi anche per le pizzerie Pecora Negra a Mentone e Strasburgo) nel 2020, anno della Stella Verde l'anno successivo, Mauro Colagreco è uno che di primati ne ha bruciati parecchi. Argentino di origini italiane, una lunga gavetta dai grandi d'Oltralpe, dal 2006 approdato in quell'angolo di paradiso che si gode appena varcato il confine che separa l'Italia dalla Francia in Costa Azzurra. Qui c'è il suo Mirazur – miglior ristorante al mondo per la 50 Best del 2019, anno delle Tre Stelle - una tenuta mediterranea che traduce in visioni, piatti, sapori, un'armonia con l'ambiente circostante. Un'armonia che è frutto di responsabilità e impegno costanti, che partono dal magnifico giardino che circonda il ristorante, tradotto in incanto nei suoi piatti, per toccare ogni aspetto della sua attività declinata nei termini della maggiore sostenibilità possibile: verso l'ambiente, le persone, la cultura che rappresentano. Un impegno che non è passato inosservato. E non solo nel mondo della ristorazione.
La nomina Unesco a Colagreco come Ambasciatore di buona volontà dell'Unesco per la biodiversità
Mauro Colagreco è oggi Ambasciatore di buona volontà dell'Unesco per la biodiversità. Primo chef al mondo a ricevere questa nomina. Che è un riconoscimento al suo lavoro, ma implica anche un impegno: quello di promuovere le azioni dell'Organizzazione per la tutela della biodiversità, come quelle nel programma L'uomo e la biosfera creato nel 1971, che mira a ripristinare l'equilibrio tra gli esseri umani e l'ambiente, per esempio con la creazione di Riserve della Biosfera (oggi sono 738 in tutto il mondo, per oltre 1,3 milioni di km² di aree protette): luoghi di particolare interesse in cui sperimentare approcci interdisciplinari di gestione degli ecosistemi che tengano conto anche delle interazioni tra sistemi ecologici, ambientali, sociali. A tal proposito risulta significativo il coinvolgimento di una figura come quella di Colagreco, che attraverso il suo lavoro si è occupato tanto delle comunità locali di produttori (quelli che praticano una agricoltura eco-responsabile), quanto della tutela degli ecosistemi, per esempio quello marino, per il quale ha promosso iniziative per promuovere la pesca sostenibile ed eliminare dell'uso della plastica, riducendo al massimo l'impatto della produzione e del consumo del cibo, facendo opera di diffusione di buone pratiche, consapevole della responsabilità che la sua visibilità di superchef implica.
L'investitura il 25 novembre a Parigi, presso la sede dell'UNESCO, da parte del direttore generale dell'Unesco, Audrey Azoulay.
a cura di Antonella De Santis
foto Matteo Carassale