Terroni a Toronto: gli imprenditori della cucina italiana
Cosimo e Paolo sono due giovani che condividono la passione per la cucina e la nostalgia per i sapori di casa. Così, quasi trent’anni fa decidono di avventurarsi e aprire un piccolo locale su Queen Street West, a Toronto, per vendere prodotti importanti dall’Italia, in particolare dalla Puglia. Olio extravergine d’oliva e olive, pomodori secchi e taralli, tutte le specialità tipiche della loro regione, a cui si è presto aggiunta la cucina: qualche tavolino e un forno per fare le pizze, ed ecco che Terroni ha dato vita a Sud Forno, un ristorante che serve panini, focacce, pizze e qualche insalata. Un progetto nato dalla voglia di trasmettere tutto il buono dell’Italia, che nel tempo si è ampliato fino a contare più di 10 insegne. Di pari passo, è cresciuta anche l’attività di importazione e soprattutto il bisogno di far conoscere la vera cucina italiana alla comunità di Toronto. Oggi Terroni è un’azienda strutturata con conta in tutto 800 dipendenti, tanti indirizzi e un progetto di comunicazione portato avanti tramite una rivista: abbiamo intervistato Elena, proprietaria e direttrice del dipartimento Marketing del gruppo, e Francesco Giorgio, Senior Marketing & Communications Manager, per capirne di più.
Come nasce il progetto Terroni?
Terroni è nato come importatore di prodotti italiani grazie a Cosimo e Paolo, poi si è ingrandito creando una rete di ristoranti improntati alla qualità delle materie prime italiane. C’è stato poi Sud Forno, progetto partito dal desiderio di Cosimo di cominciare a produrre pane: ha aperto così un laboratorio e un punto vendita dove produce pane, pizza a taglio, dolci tradizionali italiani e poi anche piatti pronti e insalate.
Dove acquistate le materie prime?
I nostri ristoranti producono la maggior parte dei prodotti in casa: pasta, pane, dolci, ma anche insaccati, salsicce. Il resto, vino compreso, viene importato dall’Italia da produttori selezionati (la farina, per esempio, è quella della realtà marchigiana Molino Paolo Mariani). La produzione avviene da Spaccio, il nostro centro di produzione per Terroni e Sud Forno dove prepariamo tutto quanto; nella parte anteriore del laboratorio, poi, c’è anche un piccolo ristorante con bar.
Qual è la clientela tipo dei vostri locali?
Dipende. L’insegna di Queen Street rispecchia molto il quartiere: giovanile, moderno, alternativo, frequentato perlopiù da artisti. Sud Forno a Temperance Street, invece, si trova nel Financial District, quindi i clienti sono per la maggior parte persone che lavorano nella finanza, ma anche viaggiatori e turisti, poiché la zona è molto centrale.
Come definireste, più in generale, la scena gastronomica di Toronto?
Multiculturale, senza dubbio. E vivace: l’offerta è tanta, ci sono ristoranti in ogni angolo della città, le persone sono abituate a mangiare spesso fuori casa sia a pranzo che a cena. Nell’ultimo decennio, poi, nel Nord America abbiamo assistito a un netto miglioramento del livello qualitativo, probabilmente anche grazie all’aumento di interesse generale verso un’alimentazione più sana. Per quanto riguarda la cucina italiana, possiamo dire di essere stati tra i pionieri a Toronto: c’è sempre stata una forte presenza sul territorio (1/4 della popolazione è di origine italiana), ma si trattava di un’offerta troppo contaminata, lontana dalla semplice ed essenziale cucina tricolore.
Avete fondato poi anche una rivista, Terroni Magazine. Di cosa parla?
Ogni uscita si concentra su una regione d’Italia, valorizzandone le peculiarità enogastronomiche e le tradizioni artigianali, senza dimenticare le bellezze artistiche, naturali e architettoniche. Si parla anche di imprenditoria, produttori e aziende etiche che lavorano seguendo una filosofia ben precisa: insomma, cerchiamo di evidenziare il buono di ogni territorio di volta in volta.
Dove viene distribuita Terroni Magazine?
La regaliamo noi ai nostri clienti. Dagli italofili esperti di cibo ai businessmen più influenti fino agli esperti di design di Toronto e Los Angeles, la rivista raggiunge una clientela piuttosto varia. Si trova in tutti i nostri locali (in tempi pre-Covid frequentati da 35mila clienti a settimana). Ne stampiamo 10mila copie per ogni numero, poi c’è anche la versione digitale che viene letta più di 250mila volte l’anno.
Nuovi progetti in arrivo?
Abbiamo appena lanciato Porta, una start up per ordinare online pizze, paste fresche e sughi pronti di alta qualità da ricevere a casa e cucinare comodamente in poco tempo. Attualmente, è attiva in tutto l’Ontario, ma abbiamo intenzione di stabilirci presto sul mercato nazionale e poi anche quello internazionale. Quest'anno, poi, abbiamo aperto Stock, frutto di una partnership tra Terroni, Sud Forno e Cumbraes (un’importante macelleria di Toronto): si tratta di un locale con vendita al dettaglio di piatti pronti, carni, formaggi e prodotti da scaffale e poi sala ristorante e bar.
a cura di Michela Becchi