La cinquantesima edizione della guida Michelin Gran Bretagna e Irlanda chiude con 1.162 ristoranti sono stati inclusi nella selezione, un nuovo tre stelle (il nono), 6 ristoranti premiati con due stelle, 18 che conquistano la loro prima stella. Ci sono poi le stelle verdi (6 i nuovi locali premiati per la loro sostenibilità) e i 20 nuovi Bib gourmand, annunciati il 29 gennaio. La premiazione al Midland Hotel di Manchester, con il consueto red carpet di grandi chef in arrivo da tutto il paese. Al solito la parte del leone l'ha fatta Londra - e come potrebbe essere diversamente? - che ha portato a quota sei i ristoranti con le tre stelle, massima valutazione, mentre la Cumbria continua a crescere, aggiungendo due nuove stelle. In termini di stili di cucina, il Regno Unito conferma la sua attitudine internazionale con una buona presenza di cucine da tutto il mondo, l'Italia è presente soprattutto nelle retrovie: sono molte le cucine importanti con executive nostrano. Tra le insegne, invece, resiste Locanda Locatelli con una stella.
Le tre stelle Michelin
The Ledbury a Notting Hill (Londra), guidato da Brett Graham, continua la sua corsa: due stelle lo scorso anno, dopo la riapertura e il completo restyling che ha alzato ancora di più l'asticella, tre quest'anno. Va così a rinfoltire l'elenco dei trestellati: nella capitale inglese ci sono Alain Ducasse at The Dorchester, CORE by Clare Smyth, al The Connaught (Hélène Darroze presidio tricolore, con executive chef e maitre chef italiani, Marco Zampese e Mirko Benzo, ma anche barman e secondo barman, Agostino Perrone e Giorgio Bargiani), il ristorante di Gordon Ramsay e Sketch (The Lecture Room & Library), ci sono poi Fat Duck a Bray, iconica insegna di Heston Blumenthal, padre della cucina molecolare britannica, e l'insegna di cucina francese Waterside Inn sempre a Bray, chiude l'elenco L'Enclume a Cartmel.
Le nuove due stelle
Non solo un nuovo tre stelle: Londra infatti si aggiudica anche tre nuovi locali con due macaron, di cui uno – Brooklands – fa un balzo da zero a due come negli ultimi tempi piace tanto alla "rossa". All'ultimo piano del Peninsula Hotel, è un'insegna cadetta di Claude Bosi (di Hibiscus) guidata al pugliese Francesco Dibenedetto. C'è poi Trivet, dello chef Jonny Lake e la premiata sommelier Isa Bal, un duetto tra le competenze dei due soci, a suon di grande tecnica e sinergia. Londra è capitale anche per quanto concerne la cucina internazionale, con Gymkhana di Siddharth Ahuja, uno dei due ristoranti indiani nel Regno Unito a ricevere due stelle Michelin. L'altro è Opheem dello chef Aktar Islam, che quest'anno conquista le due stelle con la sua "cucina indiana progressiva" e diventa il primo bistellato di Birmingham.
A Nord, il Glenturret Lalique a Crieff, all'interno di una distilleria in attività, è un locale lussuoso negli ambienti (con vetri Lalique ovunque, dai decanter ai lampadari) e nella cucina, curata da Mark Donald che punta su ingredienti extra luxury, come l'aragosta, il caviale e il manzo Wagyu che compaiono nel menu. In Irlanda, nella contea di Cork, a Castlemartyr, c'è Terre nel Castlemartyr Resort, anche qui una crescita costante: conquistata la prima stella lo scorso anno, Vincent Crepel e il suo team hanno convinto gli ispettori della rossa.
I nuovi ristoranti con una stella
Tra i locali premiati con una stella londinesi, oltre ai soliti Gordon Ramsay con 1890 by Gordon Ramsay, insegna omaggio di Ramsay a Escoffier (1890 è l'anno in cui Escoffier arrivò al Savoy), e Yannick Alléno con Pavyllon London al The Four Seasons Hotel; ci sono diverse insegne extra cucina eropea: due ristoranti di cucina dell'Africa occidentale, Akoko con chef Ayo Adeyemi e Chishuru di Adejoké Bakare, due nipponici, Humble Chicken di Angelo Sato e Sushi Kanesaka. Humo invece è una cucina a fuoco vivo, con diversi tipi di legno e un lavoro certosino sul fuoco che accoglie influenze eterogenee.
Mountain un altro locale a tutto fuoco, stavolta d'ispirazione basca, a opera di Tomos Parry di Brat. Sempre nella capitale ci sono Aulis, ristorante creativo fa parte della scuderia Simon Rogan, Mountain un altro locale a tutto fuoco, stavolta d'ispirazione basca, ad opera di Tomos Parry di Brat, concludono l'elenco Ormer Mayfair, Dorian. Spostandoci da Londra, troviamo myse a Hovingham, nel nord rurale dell'Inghilterra, Lake Road Kitchen, ad Ambleside; Cedar Tree by Hrishikesh Desai a Brampton, mentre a San Mellion si trova Crocadon, già stella verde. D'Olier Street dello chef James Moore si trova a Dublino, in pieno centro storico, The Bishop’s Buttery a Cashel nel Cashel Palace Hotel, mentre Homestead Cottage, a Doolin, sulla costa occidentale dell’Irlanda, è la più rurale delle tavole appena premiate nell'ex cottage di un contadino.
Le stelle verdi
Le nuove stelle verdi sono: in Inghilterra Exmoor Forest Inn a Simonsbath, Forge a Middleton Tyas, Interlude a Lower Beeding e St. Barts a London; in Galles ANNWN a Narberth e The Whitebrook a Whitebrook.