Come faccia una cittร su un altipiano desertico con codici di comportamento molto limitanti e un clima ostile, a diventare meta turistica in breve tempo si spiega facilmente, quando si parla della capitale dell'Arabia Saudita. Un posto dove progetti, capricci e ambizioni godono di budget no limits. Un tempo zona fortificata circondata da aree fertili e piccoli villaggi, poi capitale e centro finanziario, oggi Riad (o Riyadh se preferite la grafia internazionale) รจ una metropoli tentacolare con grattacieli futuribili come si vedono in quella parte del mondo a determinarne i contorni, che conta oltre 7 milioni di abitanti e punta a cambiare di nuovo abito accreditandosi su scenari diversi, grazie a una capacitร di acquisto molto molto convincente.
L'obiettivo del Paese, fissato dalla Vision 2030 e su cui il principe Mohammed bin Salman non ammette tentennamenti, รจ di superare la dipendenza economica dalle fonti fossili. Ospitare la Formula 1? Fatto. Affacciarsi nel panorama dell'arte contemporanea che conta? Fatto. Imporsi come attore di primo piano nel calcio mondiale? Fatto. Trasformarsi in destinazione gastronomica nello scacchiere internazionale? Quasi fatto. E se l'esordio in nazionale di Roberto Mancini in nazionale saudita non รจ stato dei piรน rosei, con i figli del deserto ancora arrugginiti, confidiamo che l'esordio dei grandi chef sarร piรน fortunato.
Grandi ristoranti internazionali in Arabia saudita
I grandi nomi della cucina internazionale non si sono fatti scappare l'opportunitร di arrivare nel paese: fuori da Riad, ad Al Ula, patrimonio mondiale Unesco lungo l'antica via dell'incenso, c'รจ Jason Atherton (dello stellato Pollen Street Social di Londra) con Maraya Social sul tetto della Maraya Concert Hall dall'architettonica a specchio. Mentre nella Capitale sono approdate, in veloce sequenza, la cucina giapponese contaminata di Akira Back, e quella cantonese contemporanea di Hakkasan, famosa insegna nata a Londra nel 2001 e diffusa poi in tutto il mondo facendo incetta di premi (oltre i due indirizzi nella capitale britannica, anche le sedi di Abu Dhabi e Dubai sono stati premiati dalla Michelin con una Stella), sempre da Londra (dove ha una Stella) proviene lโindiano Gymkhana, mentre Spago by Wolfgang Puck รจ un brand made in Usa, che propone piatti accattivanti, golosi, freschi, in pieno stile (mixed) californiano.
C'รจ poi LPM Restaurant & Bar, altra insegna internazionale che si ispira alla Riviera francese e italiana, tra Belle Epoque e Costa Azzurra. A tenere alta la bandiera della cucina italiana, il Billionaire di Flavio Briatore, nominato recentemente miglior ristorante dellโArabia Saudita dalla World Culinary Awards. The Grill รจ il main restaurant del Four Seasons Hotel Riyadh, da poco rinnovato, nell'altissima (oltre 300 metri) Kingdom Center Tower, uno dei simboli della cittร .
ร uno dei punti di riferimento cittadini, e lo sarร ancora di piรน con l'arrivo di Pierre Hermรฉ e della sua pasticceria, a partire dai colorati macaron. Non poteva mancare all'appello il turco Nusret Gรถkรง meglio conosciuto come Salt Bae, macellaio e star restaurant man, famoso per le sue performance in sala, mentre nessuna news ufficiale, per ora, su un nuovo Nobu nel Paese.
Tra tradizioni locali e nuova gastronomia: il futuro gastronomico dell'Arabia Saudita
Anche se la legge islamica impone restrizioni sul consumo di carne suina e alcol, che qui sono rigidamente rispettate, la discesa in campo di grandi nomi della gastronomia mondiale non si ferma: del resto per fare affari occorre saper leggere il futuro e guardare avanti. E il futuro, ci piaccia o no, passa da qui. Da una nazione con una popolazione giovanissima, con grandi fondi per sostenere progetti visionari. Il resto lo farร l'enorme sviluppo del Paese, le trasformazioni che presumibilmente la diversificazione economica porterร con sรฉ, con un'auspicabile occidentalizzazione dei costumi. L'imponente schieramento di resort da mille e una notte (รจ il caso di dirlo) di AlUla puรฒ rappresentarne un assaggio e cosรฌ i centri culturali che offriranno anche centri studi e centri servizi, in cui inevitabilmente la tavola sarร un elemento portante. Come pure nel Dream of the Desert che consegnerร nel 2025 all'Arabia Saudita il suo Orient Express con 40 cabine extralusso che attraverseranno il paese da Riyadh fino a Qurayyat. Gedda, invece, storica cittร portuale, gode tradizionalmente di una apertura verso il mondo esterno, e la sua cucina lo conferma, ricca com'รจ di sapori internazionali.
Mentre Riad si prepara al ruolo di moderna capitale turistica, con tanto di nuovo super aeroporto firmato da Foster + Partners: le grandi catene alberghiere non si sono fatte attendere, complici ampi spazi e budget adeguati, con architetture futuribili e design che non pagano lo scotto di un passato da celebrare in modo ossessivo. C'รจ poi l'obiettivo di trasformarla in cittร green con un gigantesco progetto di riforestazione urbana (sette milioni e mezzo di alberi, che impatteranno anche su qualitร dell'aria e clima).
E se di visionari progetti green si vuole parlare, non si puรฒ ignorare quello di trasformare alcune zone desertiche del Paese in epicentri agricoli con la creazione di bolle artificiali con microclimi favorevoli alle coltivazioni, cosรฌ da sganciare l'Arabia Saudita dalla dipendenza dalle importazioni alimentari. Si parte con due strutture alla periferie di Neom, neonata cittร sul Mar Rosso, da sviluppare con l'azienda olandese Van Der Hoeven; l'obiettivo, nei prossimi 8-10 anni, รจ piรน di mille ettari di serre per produrre oltre 300.000 tonnellate di frutta e verdura. Ma non mancano neanche investimenti per la ricerca di alternative plant based agli alimenti di origine animale. per favorire la diffusione di una cultura alimentare piรน sostenibile.
Neom e Norbert Niederkofler in Arabia Saudita
In quest'ottica, anche l'inquinantissima Arabia Saudita, quella delle piste da sci nel deserto e delle isole artificiali, puรฒ diventare terreno fertile per Care's, il progetto di Norbert Niederkofler dedicato alla cucina etica. Certo, occorre capirsi sul senso di etica, perchรฉ se da una parte la creazione di aree artificiali potrebbe lavorare a favore creando luoghi in cui superare le criticitร attuali, dall'altre le posizioni sui diritti civili del Paese e le ambiguitร del suo principe ereditario (vi dice niente l'affair Khashoggi?) sono ancora un tema molto scottante. Ma quando si parla di Arabia Saudita, le contraddizioni sono all'ordine del giorno. Nonostante l'enorme impatto ambientale, Neom - la cittร artificiale - condensa l'idea di smart city alimentata totalmente a energia rinnovabile, ed รจ uno snodo fondamentale della Saudi Vision 2030.
Progetto miliardario che impatta su un territorio e le su comunitร in modo decisivo, Neom copre circa 26.500 chilometri quadrati nel nord-ovest del Paese, e prevede futuristici progetti firmati da archistar mondiali, come la struttura galleggiante Oxagon, cittร portuale a forma di ottagono sul Mar Rosso, Trojena, la stazione sciistica sulle Sarwat Mountains, Sindalah, un resort insulare e il poi il piรน famoso The Line, una cittร lunga 170 chilometri costituita da due lunghissimi e altissimi grattacieli coperti di specchi, capaci di ospitare nove milioni di persone. Incredibile muraglia che si puรฒ mimetizzare con l'orizzonte.
Cosa c'entra Niederkofler (che chiusa l'esperienza al St.Hubertus dell'hotel Rosa Alpina di Badia รจ oggi saldamente a Villa Moessmer di Brunico) e il suo Ethical Chef con questo progetto? Lo spiega lui stesso, nel comunicato ufficiale: โGrazie a questa partnership, Careโs ha lโopportunitร non solo di creare le basi per un approccio piรน etico e sostenibile alla gastronomia nel Regno, ma anche di spronare i talenti sauditi a promuovere lโinnovazione nel settore alimentare. Grazie alla rete internazionale di chef ambasciatori multidisciplinari di Care โs e agli specialisti di Neom nel settore alimentare, alle sue capacitร tecnologiche e allโimpegno pubblico per lโinnovazione, siamo certi di poter creare un cambiamento efficace e benefico sia per il Regno che per il resto del mondoโ.
Careโs, il โprogetto ideato da uno chef per gli chefโ sviluppato con il sodale Paolo Ferretti, con lโobiettivo di โprendersi cura dellโambiente, delle comunitร locali e del ritmo della natura, promuovendo un approccio etico e sostenibile alla cucinaโ potrร ispirare โuna nuova generazione di chef sauditi a diventare agenti di cambiamento, creando nuovi piatti entusiasmanti e deliziosi utilizzando ingredienti freschi delle loro regioniโ. Tra i passi fondamentali, la definizione di un manifesto per i professionisti dellโindustria alimentare, la creazione di nuove โopportunitร di formazione e scuole per gli chefโ, oltre che a โuna serie di premi per riconoscere i principali esempi di innovazione nei sistemi alimentariโ del paese. L'impegno รจ quindi di coltivare il talento saudita e l'identitร culinaria di Neom, un'identitร che si vuole fondata sulla sostenibilitร , a partire dalla ricerca delle materie prime. Aspettiamo le prossime mosse.