Dalla terrazza si gode una vista incantevole, ma al Piccolo Principe del Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio si viene soprattutto per la cucina, che nel corso degli anni si รจ emancipata dal ruolo cadetto di ristorazione dโalbergo per conquistare una propria identitร . E anche se allโinterno di una delle migliori strutture alberghiere della zona, il ristorante vista mare รจ oggi una meta gourmet. Merito di Giuseppe Mancino, che nel corso degli anni รจ riuscito a far convivere, in perfetta armonia, slanci di creativitร e una proposta di impostazione piรน tradizionale. Una cucina al servizio del cliente, con diversi percorsi di degustazione, ma che mantiene un carattere orgogliosamente autoriale. ร quella che ha portato alla conquista delle Tre Forchette nella guida Ristoranti dโItalia 2021 del Gambero Rosso Ripercorriamo con lo chef la strada che lo ha portato fin qui.
In principio cโรจ stato Rocco Iannone: โรจ lui che mi ha insegnato a capire e lavorare a 360 gradi la materia primaโ fa Giuseppe Mancino. ร stata una delle poche tappe vicino casa. Campano di Sarno, Mancino ha varcato presto i confini della sua regione per completare la formazione, senza mancare allโappuntamento dโoltralpe, con un mostro sacro: Alain Ducasse.
โSono un poโ una mosca biancaโ sorride di questo suo girovagare verso nord โnel mio territorio ho lavorato pocoโ. A parte gli inizi, sโintende, quando muoveva i primi passi in pizzeria, uscendone poco dopo, per via di un errore che lo ha spedito dritto in cucina. Lo volevano allontanare dal forno, gli hanno rivelato un mondo intero. Pizzaiolo felicemente mancato, ha capito che il suo posto era davanti ai fornelli e allora sono cominciate le scorribande in diverse cucine di rango. Ci sono stati il Faro di Capo dโOrso, e Il Sogno di Angelo con Davide Raschi, allievo Valentino Marcattilii. E poi tanti stage: Marchesi, Pierangeliniโฆ tutti i nomi piรน influenti dellโepoca, โera circa 20 anni faโ, racconta. In quel momento viveva una doppia vita: โin estate facevo le stagioni, in inverno andavo gratis dai grandi per imparare, era duro ma ero concentratissimo su un certo tipo di lavoro. Per imparare si faceva una gavetta come forse non si vede piรนโ.
Nel 2004, la svolta: approda da resident a Viareggio, al Grand Hotel Principe di Piemonte. Allโepoca la ristorazione dโalbergo รจ praticamente inesistente, tranne rare eccezioni. โSiamo partiti con quel che chiedeva la gente: grandi classici di pesceโ. Cose come lโinsalata di mare o la catalana, piatti intramontabili, ma poco allineati alle trasformazioni che stavano rinnovando la cucina italiana (e non solo). Vuole dare unโaccelerata, comincia col dare unโestetica piรน contemporanea ai piatti e a lavorare sulla materia prima. Vuole stupire, ma non disorientare. Nel 2008 arrivano i primi riconoscimenti, anche se ancora vive in una posizione in un certo senso subordinata rispetto allโalbergo. E continua a studiare. โSono curioso, mi documento, e poi ci sono i ragazzi che arrivano con il loro bagaglio culturale e le esperienze che hanno accumulato negli altri ristoranti. Anche da loro si imparaโ.
Passano cosรฌ 16 anni โรจ stato un percorso incredibileโ commenta, e riflette: โla mia cucina in questi anni รจ cambiata radicalmenteโ. Ma sempre con quella pacatezza che lo fa uscire dai radar e dalla sovraesposizione โvedevo che la cucina era apprezzata dagli ospiti ma non abbastanza dalla criticaโ. Vuole fare un salto di qualitร : โserviva qualcosa di diverso nei piatti: aciditร , freschezzaโ. Insieme al sous chef Alessio Bachini continua una rivoluzione lenta ma costante: aggiunge spigoli, tecniche e abbinamenti, lavora sul gusto e sul pensiero dei piatti. Ma senza rinnegare scelte commerciali, fatte sul filo della qualitร : โรจ vero che i clienti trovano cucina piรน marcata e innovativa, ma non manca una proposta piรน semplice e locale, come nel menu Versiliaโ, 5 portate che celebrano i sapori della terra dโadozione dello chef. Me intanto il lavoro continua, di fino, accogliendo suggestioni diverse; conquistano la scena piatti in cui lโidentitร dello chef si fa sentire, come il calamaretto ripieno di ricotta liquida.
Continua la trasformazione, ma senza strappi: โse prima cโera il crudo, oggi cโรจ il ceviche, se prima la pasta era solo di Gragnano, oggi lavoriamo anche farine di diversi cereali, e il risotto ai frutti di mare oggi รจ diventato il risotto โda amareโ, con frutti di mare, crostacei, ostriche, ricci di mare e succo di zenzero, mentre se prima si trovava il filetto in crosta con melanzane al sapore parmigiano adesso cโรจ lโagnello con cicoria peperoni e caffรจ in cui ho cercato un tostato intensoโ. Cambia tutto, una rivoluzione silenziosa che lo porta a oggi, dove il gusto da solo non basta piรน nei piatti, che Mancino vuole sempre piรน profondi. Un percorso che ha celebrato con il menu GM15 โ 15 piatti per 15 anni. In cui si intercettano alcuni snodi fondamentali.
A partire dalla Calamarata di Gragnano con frutti di mare dei primi anni (era il 2004/5 quando รจ comparsa per la prima volta), vero signature dish di Mancino, โรจ un piatto simbolo, la classica pasta ai frutti di mare realizzata in modo diverso. Facevamo la cucina sotto vetro piรน di 10 anni fa e a un certo punto abbiamo cominciato a servire la pasta con frutti di mare, asparagi, limone e crostacei a crudo nel barattolo in cui completavamo la cotturaโ. Per lโepoca se non era avanguardia pura, poco ci mancava. Soprattutto nel contesto di una cucina dโhotel.
Un altro passaggio fondamentale รจ stato con la triglia, โprima triglia era piรน rimarcata, poi ho cercato concentrare il gusto e alleggerireโ. Una decina di anni la fa la propone croccante, in pizzaiola โรจ tra i piatti preferiti: quando mangi una triglia di scoglio ti dร una sensazione di mare, lโabbiniamo con pane toscano, spuma di mozzarella di bufala, essenza pomodoro, olive, capperiโ.
Man mano la bassa temperatura lascia spazio al bbq, alleato insostituibile nella proposta 2020. E se un tempo il pesce era preparato in padella con le verdure ora รจ servito cotto al Green Egg avvolto in foglie di banana con salsa al lemon grass: โuna influenza fusion cโรจโ ammette โma rispettando i prodotti e andando incontro al palato dei nostri ospitiโ. Intanto anche lโuovo a bassa temperatura si รจ trasformato: lโuovo croccante, con panatura panco, crema lattuga, parmigiano e frutti rossi (e il pensiero corre al mitico San Domenico con cui lo chef ha avuto un contatto per interposta persona) trova il suo spazio nel menu di oggi.
Il Piccolo Principe del Grand Hotel Principe di Piemonte โ Viareggio (Lu) โ Piazza Puccini, 1 โ 0584 401806 โ www.ristoranteilpiccoloprincipe.it
a cura di Antonella De Santis
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