Sei grandi chef aprono i loro ristoranti nell'hotel One Za’abeel di Dubai. Aperto da pochi giorni, sembrerebbe poter agognare a un posto di primo piano nell'Olimpo degli hotel più desiderati a mondo. E se anche le classifiche paiono sensibili a un altro tipo di fascino, quello di insegne storiche, più piccole e con un servizio su misura per ogni ospite (vedere The 50 Best Hotel per credere), è innegabile che le grandi realtà e soprattutto i grandi mezzi che si incontrano negli Emirati come in Estremo Oriente hanno il loro peso.
Così, per esempio, tra gli ultimi tagli del nastro a Dubai, città dalle architetture futuribili e lo skyline in continuo divenire, ci sono le due torri del One Za’abeel, firmato dallo studio Nikken Sekkei. Due grattacieli – uno alto 235 metri con residenze private, l'altro di 305 metri con due hotel indipendenti, Siro e One&Only, collegati da un sistema di ascensori – e una promenade lunga circa 230 metri sospesa a 100 metri di altezza, chiamata The Link.
Nel divertimentificio emiratino fatto di wellness d'alto rango, design all'avanguardia, boutique di lusso e grandi ristoranti, non c'è apertura che non arrivi con un pedigree di peso. E il One&Only One Za’abeel non fa eccezione. Se il Siro hotel è pensato per gli ospiti attenti al wellness, un mercato sempre più in crescita secondo i trend, il resort urbano verticale One&Only punta sulla ristorazione d'autore. I grandi chef del panorama internazionale sono stati chiamati a piantare la loro bandierina in una città famosa non solo per le architetture ma anche per l'animata vita notturna. Vita notturna che ovviamente ha nei ristoranti dei centri nevralgici. Dubai offre già un panorama ristorativo di primo piano, seppure ancora giovane, e questo nuovo super resort promette di scombinare le carte.
Undici punti ristoro
Nella struttura appena aperta ci sono, per ora, undici punti ristoro, inclusi quelli intorno all'infinity pool, la stupefacente piscina sul tetto del The Link, i bar e gli all day dining che offrono cucine diverse, ma ovviamente si punta sui celebrity chef per trasformare ancora di più questo hotel in una destinazione.
The Link fa la parte del leone, per sua conformazione è una specie di lunga galleria sospesa, in cui si alternano i ristoranti più importanti: c'è La Dame de Pic di Anne Sophie Pic, insegna presente già a Londra, Singapore e Parigi (Due Stelle il primo, e Una i secondi). È il format cadetto della chef della Maison Pic a Valence, Tre Stelle Michelin, famosa per il suo approccio al mondo vegetale e per una cucina raffinata, fresca, armoniosa. Il suo impero e conta insegne in tutto il mondo e 10 macaron all'attivo. Almeno per ora.
L'immancabile presidio nipponico è Sagetsu by Tetsuya Wakuda, anche lui una celebrità: Wakuda, giapponese di nascita e australiano di adozione ha anche lui ristoranti in tutto il mondo, tra cui il Due Stelle Waku Ghin a Singapore e il Wakuda a Las Vegas; la sua è una cucina giapponese contemporanea che duetta all'occorrenza con tecniche francesi. Bangkok, una delle nuove capitali dell'alta cucina, è rappresentata da DuangDy by Bo.Lan, la coppia Bo Songvisava and Dylan Jones, gli autori di Bo.Lan nella capitale thailandese, dove sono tornati dopo una lunga esperienza a Londra.
C'è poi la Spagna – punto di riferimento inevitabile quando si tratta di cucina creativa – con due proposte diversissime tra di loro: la prima al The Link, dove c'è Paco Morales, fresco Tre Stelle Michelin al suo Noor di Cordoba. Morales si fa interprete della storia dell'Andalusia attraverso un'opera di archeologia gastronomica che scava nelle radici della regione per evidenziarne la complessità e valorizzare la commistione di culture che ne sono alla base. A Dubai approda con Abu, ristorante e bar.
Al The Link, che conta in totale 8 punti ristoro, ci sono anche insegne più pop come Arrazuna di cucina araba e levantina pensata come una food hall dallo chef Mehmet Gürs, Aelia di ispirazione italiana, lo spettacolare bar Sphere. Uscendo dal The Link, al quarto piano dell'One&Only, è arrivato come un tornado Dabid Muñoz a sconvolgere il lussureggiante giardino tropicale del The Garden, dove c'è anche il ristorante di cucina indonesiana Andaliman. L'ex ragazzo terribile spagnolo, con la sua cresta e gli atteggiamenti irriverenti, approda a Dubai con il suo format più easy e caleidoscopio: StreeXO, che mescola gli street food di tutto il mondo in una proposta difficile da definire, ricca com'è di suggestioni, riferimenti, ingredienti, colori.
Il format più esplosivo dello chef di Madrid mette insieme ingredienti e tecniche diversi in un equilibrio impossible in cui more is more. E il locale si adatta a questa pazzia controllata: folle, senza regole, kistch (più di) quanto basta, scenografico, è il luogo in cui il Best Chef of the World porta in scena il suo spettacolo gastronomico con l'unico obiettivo di colpire forte. Il palato, soprattutto, ma anche la fantasia corteggiando il bagaglio culturale che ognuno porta con sé. Se da DiverXO - main restaurant tristellato di Madrid - ci sono tende a isolare i tavoli, maiali volanti qua e là, e un'atmosfera vagamente onirica, da StreeXO Dubai c'è un grande bancone rosso, statue sospese, colori accesissimi e un'energia che sfida le regole non appena si supera il tunnel d'accesso al ristorante, con un effetto wow che siamo sicuri conquisterà il pubblico di Dubai.