Carta di identità per recensire un ristorante? Troppa mania di controllo, meglio più responsabilità

30 Dic 2024, 14:41 | a cura di
Il recente disegno di legge del governo per verificare chi recensisce online alberghi e ristoranti tradisce una mania di controllo, mentre servirebbe più responsabilià. Anche in chi controlla

Le recensioni negative fanno male, non c'è dubbio. Ma sono il sale della concorrenza. Così come anche quelle positive. Che però gratificano. È quantomeno singolare che il Governo si impegni a limitare la possibilità di parlare di un ristorante dove si è stati proprio nel momento in cui c'è chi rileva una ormai scarsissima attitudine alla critica da parte dei critici "laureati", come denuncia Valerio Massimo Visintin sulle nostre pagine. Già, un disegno di legge governativo prevede - quando e se sarà approvato - che si debba esibire (registrare?) la carta di identità se si vuol fare una recensione online. La ratio di tale norma, ovviamente, non guarda alle recensioni positive bensì alle critiche. E sembra singolare anche che nell'era dell'antropocene in cui maggiori sarebbero le possibilità di espressione dell'individuo, in realtà ci preoccupi sempre più di restringere e controllare tali possibilità. Senza dubbio, al di là di cosa se ne pensi e come si giudichi la cosa, il momento della pandemia è stato un po' uno spartiacque su questo fronte. Peccato, però, che invece di stimolare la partecipazione e la condivisione delle esperienze - anche attraverso il web - degli individui, ci si preoccupi soprattutto di come ingabbiarle.

Le norme europee e le piattaforme online

Come già chiarito a livello europeo, le norme e le regole per un controllo di veridicità delle recensioni online ci sono. E andrebbero stimolati gli operatori delle grandi piattaforme a rendere reali quei controlli. Quello che appare eccessivo - e per alcuni versi anche di antiquata concezione - è il costante richiamo all'esibizione dei "documenti", al controllo quasi poliziesco di esprima opinioni sul web. E non solo. Avremmo voluto scrivere un commento satirico sulla vicenda. Ipotizzando che nelle pieghe dell'ultimo "milleproroghe" era finita la norma che richiede l'esibizione dei documenti di identità per respirare l'aria negli spazi pubblici. Ma poi abbiamo preferito una riflessione più "seria"!

Le gang delle false recensioni

Certo, ci sono situazioni in cui le recensioni fanno parte di pacchetti criminali, o in cui il rischio è quello far sprofondare nella disperazione gli imprenditori dell'enogastronomia e dell'ospitalità. D'altronde, è anche vero che i fatti di cronaca più recenti sono legati più a fact checking da parte di persone ben note e molto esposte, che non a recensioni negative tout-court. Anzi, le maggiori polemiche e tempeste di odio si sono scatenate proprio verso chi ha pensato a smascherare episodi di dubbia veridicità. E anche con esiti drammatici, a volte, come nel caso della titolare della pizzeria di Sant'Angelo Lodigiano. Ma di altro si tratta.

Controlli e senso di responsabilità

La sensazione, ormai, è che se da una parte l'individuo ha grandi possibilità di esprimersi, dall'altra però - dicevamo - si tenda a stringere sempre più lacci e lacciuoli a quella libertà. Ed è abbastanza impressionante che questo accada quando al governo ci sono forze che - almeno fino a poco tempo fa - si dichiaravano liberiste e a difesa delle libertà. Certo, il dovere di responsabilità aumenta con l'aumento delle libertà. Ma una cosa è la responsabilità, altro il controllo. Controllo che ormai si estende a quasi ogni campo di azione umana: con mezzi che possono sembrare il non-plus-ultra della obiettività, ma che rischiano di perdere di vista proprio l'oggettività e la realtà. Non sarebbe carino, alla fine, rimpiangere i tempi in cui per controllare il tasso di sobrietà si faceva cendere l'autista dalla vettura e lo si faceva stare in punta di un solo piedi per verificare il suo senso di equilibrio! E se i senso di responsabilità lo si chiede a chi commenta, non dimentichiamoci che dovrebbe essere ancora più elevato - insieme a una buona dose di buonsenso - il tasso di responsabilità di chi controlla o vorrebbe farlo.

 

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