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Due chiacchiere con un cliente dopo il servizio e si apre un mondo. O si adotta un alveare. “Una sera mi sono intrattenuto con un giovane apicoltore venuto a cena da noi e mi sono appassionato all’argomento. Ora è lui a prendersi cura delle nostre api” racconta lo chef Tommaso Arrigoni.
Il giorno del 25esimo compleanno, a marzo scorso, il suo ristorante - Innocenti Evasioni - ha traslocato dalla storica sede in via della Bindellina a quella attuale di fianco al Politecnico, più ampia, verde e “predisposta a questo tipo di pratiche”, spiega Arrigoni.
L'orto e le arnie di Innocenti Evasioni
Prima è arrivato l’orto con 10 piazzole dove si coltiva di tutto a rotazione stagionale, poi hanno fatto il loro ingresso gli alveari con circa 120mila api, brillante esempio di apicoltura urbana. “L’idea non era solo quella di fare miele, ma di intraprendere un percorso legato a sostenibilità, tutela della biodiversità, autoproduzione”.
La prima smielatura è avvenuta la settimana scorsa. Ma nella testa del cuoco già esistono nuovi piatti realizzati col miele autoprodotto, che sarà ovviamente anche venduto in barattolo ai clienti. Un’anteprima? “Il carpaccio di astice, polpa di melanzane, stracciatella e miele del nostro giardino. Ma la serie di new entry si preannuncia lunga e stimolante”.
Che cos’è l’apicoltura urbana
Nasce in seguito alla fuga degli sciami dalle campagne alle città a causa principalmente dell’uso di pesticidi, “allevarle in città è paradossalmente più semplice perché le piante non sono trattate con sostanze chimiche”, specifica Arrigoni. E diventa presto uno strumento per monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento atmosferico esaminando le condizioni della pelliccia dell’animale, l’alveare e la composizione di miele, polline, cera e propoli, e per stabilire la biodiversità ambientale in base alla qualità e alla quantità di fiori che sono stati impollinati.
Se la Legge promulgata nel 2019 dalla Regione Emilia Romagna definisce l’allevamento delle api “attività agricola zootecnica di interesse per l'economia agricola e utile per la conservazione dell'ambiente, la salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi naturali e per lo sviluppo dell'agricoltura in generale”, quella urbana acquisisce nel tempo una sua peculiarità socioculturale, e diventa occasione per ristabilire il contatto con l’ambiente e accrescere nel cittadino la consapevolezza e il rispetto dei ritmi e dei movimenti della natura. Dato che le api non sono animali “domestici” e “addomesticabili”.
Gli alveari metropolitani nel mondo e in Italia
In Europa, negli Stati Uniti, in Giappone: ovunque nel mondo, da anni, è diffusa la pratica di mettere a dimora arnie nell’ambito di progetti di rieducazione ambientale e salvaguardia della biodiversità. Da Ginza a San Francisco, da Berlino a un piccolo distretto dell’Uganda, le api diventano talvolta veicolo di apprendimento, talvolta strumento di informazione contro i pesticidi, fino a “manuale” per l’avviamento professionale dei contadini. E così in Italia, dove vivono molteplici iniziative del genere: l’orto sociale e apiario urbano di Legambiente a Potenza, i giardini per impollinatori e farfalle a Torino (tassello di ProGIreg, Productive Green Infrastructure for post-industrial urban regeneration", un più ampio progetto di rigenerazione di spazi urbani finanziato dall’Unione Europea), il Bee Hotel di Genova, spazio di recente inaugurazione dove le api solitarie (e non le più comuni mellifere) e altri insetti “cugini” trovano habitat, vegetazione e riparo in mezzo ai palazzi.
Innocenti Evasioni - Milano - via Candiani, 66 - 02 33001882 - innocentievasioni.com