«Il cibo, credo, è la mia cosa preferita», dichiara al critico gastronomico di Vogue, Jeffrey Steingarten, durante un'intervista. «Quando visito una nuova città, non ho alcun desiderio di vedere monumenti e luoghi storici. Voglio solo andare al mercato e nei ristoranti. È l'unica cosa che mi interessa». Nora Ephron è stata sceneggiatrice, femminista, giornalista, umorista e appassionata foodie molto prima che questo termine esistesse.
Ritratto di Nora Ephron, autrice del gusto
È sempre stata una di noi. Infinitamente attratta dai ristoranti, dalla cucina, dai libri di cucina, da tutta la folle insalata della vita di noi buongustai. Nei suoi romanzi e pellicole, il cibo era reale e sempre in primo piano. Le sue battute e i suoi motti di spirito, sulla carta e sulla celluloide, sono odi alla cucina. La sua intera vita è stata un tempio intitolato al cibo. Anche nei momenti più difficili, sapeva come usare un buon pasto per smussare gli spigoli più aguzzi.
Nata il 19 maggio 1941 a New York e figlia dei drammaturghi Henry e Phoebe Ephron, Nora cresce a Hollywood. Qui, sulle orme della madre, matura il desiderio di dimostrare che, benché siano gli anni Cinquanta, una donna può avere sia una famiglia che una carriera. Studia giornalismo alla Wellsley e subito si fa notare come saggista. Una volta tornata nella Grande Mela, corona il suo sogno professionale e diventa reporter del New York Post, columnist per Esquire, e si occupa del gruppo femminista Women's Movement. Dalla scrittura di romanzi passa presto alla stesura di sceneggiature, che l'hanno poi portata a dirigere le sue opere.
Il cinema di Nora Ephron
Nora Ephron è stata la sceneggiatrice di film come Harry ti presento Sally (1989), Sleepless in Seattle (Insonnia d'Amore, 1993), e poi anche regista di C'è posta per te (1998), e Julie e Julia nel 2009. Una mente straordinaria e ricca di humour nella vita, nei suoi scritti, nelle sue pellicole, e soprattutto quando trattava uno dei suoi argomenti preferiti: il buon mangiare. E di cucina ce n'è tanta nelle sue opere, a partire dal suo primo romanzo pubblicato nel 1983, Heartburn. Nel testo il cibo è molte cose: una costante, un balsamo, un ricordo, un segno di identità, una metafora, una battuta e, cosa più memorabile, un'arma (letteralmente). Il titolo è un doppio senso: l'acidità di stomaco in inglese si dice "bruciore di cuore". In Italia chiamato Affari di cuore, è la storia autobiografica della Ephron e Carl Bernstein, il giornalista del Washington Post diventato celebre grazie al caso Watergate. Nella pellicola del 1986 per la regia di Mike Nichols, la protagonista, Rachel Samstat, è una food writer (interpretata da Meryl Streep) che al settimo mese di gravidanza, scopre che il marito ha un'amante. Il giornalista fedifrago è un magnifico Jack Nicholson in grande forma.
Le ricette di Affari di cuore
Il romanzo, ancora prima del film è ricamato sulla passione dell'autrice per il cibo e include 16 ricette integrate nella narrazione, con un indice sul retro che elenca i numeri di pagina dove trovarle. Ogni ricetta riflette o mette in luce una persona, un ricordo o un momento particolare della vita dell'autrice. Alcuni dei piatti sono semplici, come le patate al bacon, la vinaigrette perfetta (tre ingredienti: olio, aceto e senape), l'uovo in quattro minuti, il pasticcio di pane insaporito da noce moscata e vaniglia e un bizzarro stufato di pere e fave. Alcune ricette le perfeziona nel corso del racconto, mentre altre vengono incluse nella rubrica della protagonista: la cobbler di pesche, il "brasato di Lillian Hellman", le linguine alla checca, la zuppa di acetosella e le sue leggendarie "pies" alla frutta. La sua pièce de résistance, è però la key lime pie (una cremosa crostata al lime) che ha un significato importante per la trama: quando Rachel decide finalmente di lasciare il marito, la prepara, la porta ad una cena e a fine serata, gliela spalma in faccia.
La finzione del romanzo non si discosta tanto dalla realtà in cui ci fu un episodio simile fra Nora Ephron e Carl Bernstein, che non fu bersagliato con una torta, ma con una bottiglia di vino rosso, che gli versò in testa fino all'ultima goccia.
La scena del finto orgasmo di Meg Ryan
In una ormai famosa scena ambientata al Katz's Deli nel film Harry ti presento Sally, l'attrice Meg Ryan inscena un epico finto orgasmo seduta a tavola, mentre toglie metodicamente le fette di tacchino dal suo panino per provare al suo commensale, uno sbigottito Billy Crystal, che non è facile capire la verità fra le lenzuola. La scena si chiude su una signora seduta al tavolo accanto che ordina, "Quello che ha preso lei". L'attrice caratterista che pronuncia la più bella battuta del film era Estelle Reiner, la madre del regista Rob Reiner.
Ma i richiami al cibo non si esauriscono nella celeberrima scena. Il film che è del 1989, fece conoscere al pubblico d'oltreoceano il radicchio alla griglia, protagonista di un divertente scambio di battute. Il personaggio di Sally, inoltre, ha un modo molto particolare di ordinare le pietanze al ristorante, «In questo c'è molto di me» confessa Ephron. Tre anni dopo, l'autrice include una battuta sul tiramisù in Insonnia d'amore, introducendo di fatto il dessert che da quel momento spopola nei ristoranti statunitensi.
Nora Ephron non credeva in Dio, ma credeva ciecamente nel burro. «Tutta questa frenesia per il burro è probabilmente quanto di più vicino alla religione potrò mai arrivare». Ephron era una straordinaria innovatrice, autrice di storie che hanno ispirato buongustai in tutto il mondo. «Quello che amo della cucina», scriveva, «è che dopo una giornata faticosa, c'è qualcosa di confortante nel fatto che se si scioglie del burro e si aggiunge farina e poi del brodo caldo, il tutto si addensa. È una certezza! In un mondo in cui nulla è sicuro, è una garanzia matematica». Nora Ephron muore di polmonite, causata da una leucemia mieloide acuta, il 26 giugno 2012, all'età di 71 anni.