“Quella che vedete nell'angolo vuota, non è una sedia come le altre. È la sedia delle nonne del Sud, di quelle che tutto il giorno regalano un saluto ai passanti.” Attacca così il post del ristorante SlowSud, che oltre alla sede di via Luigi Sacco, quella da cui parte la richiesta, conta altri due indirizzi a Milano (zone Duomo in via delle Asole 4 e Porta Genova in via Tortona 20). I requisiti per essere assunte? “Esperienza ultradecennale tra i fornelli domestici, capacità di narrazione del menu e delle tradizioni culinarie del Sud, propensione ad accogliere e sfamare più di 200 nipoti al giorno, buona conoscenza del dialetto (preferenziale)”.
SlowSud è una nota catena la cui offerta, come da insegna, è incentrata sulle ricette tipiche del Mezzogiorno, con qualche contaminazione tra le regioni e moderati tocchi moderni. Ci sono la caponata in agrodolce con pane carasau e pane e panelle, il cavallo “accrudo” (battuto di carne equina con olio al basilico servito con melanzane a filetti e chips di topinambur) e la fregola con le cozze, gli anelletti alla palermitana e il gattò di patate accompagnato dalla salsa di pomodoro. E poi, appunto, le patate “della nonna”, che solo con la descrizione in menu evocano quei pranzi della domenica che diventano tutt’uno con la cena: in doppia cottura, fritte e al forno, con pangrattato e aceto.
Lo spirito casereccio dell’attività nata dal progetto di “cinque sognatori terroni”, quattro siciliani e una pugliese, spiega solo in parte l’originale iniziativa. “Siamo convinti che, oggi più che mai, la ristorazione sia una questione di esperienza e non solo di cibo – racconta Luca Rudilosso, amministratore delegato e co-fondatore – e in un’attività come la nostra diventa cruciale riuscire a trasmettere il calore e l’amore per la convivialità tipici del Sud. La nonna che cerchiamo dovrà semplicemente divertirsi nel socializzare con i clienti che vorranno chiacchierare con lei. Qualora questo esperimento dovesse funzionare, e stenderemmo la ricerca anche agli altri locali della catena”.
Cosa farà la nonna meridionale assunta dal ristorante di Milano
La store granny quindi non dovrà servire ai tavoli, semplicemente accogliere gli ospiti, raccontare storie, ricreare con la sua sola presenza l’atmosfera dei “tinelli” di una volta, dove pranzi e cene erano riti quotidiani cui tutta la famiglia doveva prender parte. In ballo c’è un part-time da 20 ore settimanali con retribuzione in linea con il CCNL, e le candidature devono essere inviate privatamente sui canali social o alla mail [email protected] entro il 18 giugno 2023. Si specifica, infine, che non serve curriculum vitae, bensì un’autopresentazione scritta o ancora meglio in video, “preferibilmente in dialetto, con possibilità di allegare anche la ricetta più amata”.
SlowSud – via Luigi Sacco, 3 – 02 82952742 – www.slow-sud.it
a cura di Valentina Marino