Non è una novità, eppure il problema continua a presentarsi. Già da qualche anno, le aziende dolciarie americane lamentano la difficoltà di reperire zucchero a buon prezzo, ritrovandosi a dover ridurre la produzione. Un problema non da poco, specialmente in vista di Halloween.
La crisi dello zucchero in America
Per i produttori il problema risiede nella politica agricola del Paese, che impone che almeno l’85% degli acquisti nazionali di zucchero provengano da trasformatori locali, sistema che porta a forniture limitate e prezzi fin troppo elevati nei momenti di maggior domanda. La National Confectioners Association, che rappresenta più di 500 aziende dolciarie, ha dichiarato che le imprese si ritrovano ora a operare in condizioni sfavorevoli, pagando il doppio rispetto ai loro competitor stranieri. In alcuni casi, i brand sono costretti a tagliare la produzione di dolciumi per via dell’aumento spropositato della materia prima. La Spangler Candy, per esempio, azienda di Bryan, in Ohio, produce circa 250 milioni bastoncini di zucchero in un anno, ma lo scorso anno ha dovuto per la prima volta interrompere la produzione, rifiutando diversi ordini di caramelle per Halloween perché non era in grado di soddisfare la richiesta.
Il raccolto dello zucchero
Una crisi da non sottovalutare, specialmente ora che si avvicina la stagione autunnale, che tra festività in arrivo e temperature più basse che invogliano al dolce, fa crescere di molto la domanda. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, lo scorso maggio i prezzi dello zucchero di canna grezzo sono saliti a 42,56 centesimi a libbra (circa 450 grammi), livello più alto mai registrato dal 2011. Come sempre quando si parla di agroalimentare, il cambiamento climatico poi ha fatto il resto: le previsioni metereologiche dei prossimi mesi non promettono niente di buono per il raccolto, che si stima diminuirà del 2,3%. Molte grandi aziende, infatti, hanno cominciato a ordinare la materia prima con largo anticipo, ulteriore mossa che ha fatto innalzare i prezzi danneggiando il mercato.
La politica agricola americana
In Texas l’azienda Atkinson Candy sta facendo di tutto per trovare un fornitore in grado di soddisfare tutti gli ordini. Il presidente Eric Atkinson ha affermato di aver contattato undici diversi grossisti ma tutti avevano esaurito le scorte. Alla fine, ha trovato un importatore dalla Colombia ma gli acquirenti americani possono importare solo il 15% della loro fornitura annuale. La National Confectioners Association si sta ora mobilitando per trovare un punto di incontro con il governo e modificare il prossimo Farm Bill, disegno di legge che si occupa delle politiche agricole del Paese e che viene rinnovato ogni cinque anni. C’è anche chi, come l’American Sugar Alliance, l’organizzazione di coltivatori e trasformatori di canna e barbabietola da zucchero, ritiene che questa crisi non sia responsabilità delle attuali politiche, ma sia anzi da imputare ai governi stranieri, che mantenendo prezzi artificialmente bassi minacciano i coltivatori statunitensi.
Intanto, i produttori si preparano come possono al boom dettato dalla notte delle streghe. Spangler, che utilizza circa 30 milioni di libbre di zucchero l’anno, ha anticipato i tempi di approvvigionamento e spostato parte della produzione in uno stabilimento in Messico, dove la fornitura di zucchero non è affatto un problema. “Una volta che perdiamo tempo, non possiamo tornare indietro a riprenderlo”.