Martedì 4 marzo la saracinesca di Nerbone, verace insegna datata 1872, al piano terra dello storico Mercato Centrale del quartiere San Lorenzo, è stranamente chiusa. Strano, perché tutte le mattine, col bello e col cattivo tempo, la certezza è che il pentolone del chiosco sobbolle senza sosta. Dopo qualche ora la (cattiva) notizia si diffonde, ne scrive anche La Nazione: Alessandro Stagi, il proprietario della trattoria simbolo della Firenze popolare, è scomparso improvvisamente.
La notizia della sua morte, a soli 59 anni, ha scosso familiari, amici e colleghi, Stagi era molto più di un semplice ristoratore in questa città: grande tifoso della Fiorentina, era molto conosciuto anche perché negli anni '90 aveva aperto uno dei primi disco bar di Firenze, il Lido, sul lungarno.

E Nerbone, per Firenze, è da sempre molto di più che un chiosco: fu il campagnolo Masini Armido, di Signa, ad aprire all’interno del neonato Mercato Centrale una trattoria alla buona che cucinava lesso, lampredotto, zuppe e pasta a sugo. Istituzione nell'antica e tradizionale cucina fiorentina del quinto quarto, ha mantenuto intatta negli anni la genuinità dei sapori appartenenti alla cultura dei trippai, orgoglioso presidio alla spersonalizzazione della proposta culinaria di una città meravigliosa che ha condensato prima delle altre le aberrazioni dell’overtourism, spopolandosi di residenti e riempiendosi di turisti e paccottiglia.
Già venti anni fa, nella guida Ristoranti d’Italia 2006 di Gambero Rosso, descrivevamo Nerbone come «Un tuffo in una Firenze finalmente vera». Con la scomparsa di Stagi, Firenze perde un uomo che in questi ultimi anni ha difeso l’autenticità della sua città, in un mercato e in quartiere che chiedono a gran voce un cambiamento.