Scoprire il Montenegro tra piatti dal sapore antico, anima moderna e green

15 Set 2022, 13:58 | a cura di
Un Paese dalle dimensioni contenute, con una costa da cartolina, borghi che ricordano delle Venezie in miniatura, un entroterra montuoso, laghi incontaminati e una capitale verde; e poi sapori mediterranei, italiani e turchi e una secolare tradizione vinicola

Montenegro, piccolo territorio ricco di storia e vigneti

Al di là dell’Adriatico c’è il Montenegro, un piccolo stato di circa 600mila persone, vicino, eppure ancora in gran parte sconosciuto dagli italiani, nonostante una lunga storia sotto la Repubblica della Serenissima testimoniata nell’architettura e anche nella gastronomia. La giovane nazione – il Montenegro ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2006 – è incastrata tra Croazia, Bosnia, Serbia, Kosovo e Albania e proprio il confine con quest’ultima, fisicamente costituito dal Lago di Scutari, lo specchio d’acqua più vasto della penisola balcanica, è una terra fertile e rigogliosa nei cui immediati dintorni si produce il miglior vino del Paese. Qui, infatti, accanto alla piantagione viticola più grande d’Europa (11 milioni di viti su 23 km quadrati, un record assoluto considerate le dimensioni contenute del Montenegro che è grande come il Trentino-Alto Adige), la cultura della vite e del vino hanno ripreso a stimolare passioni e idee creando realtà di nicchia, cantine e occasioni di visita originali.

Tra l’Adriatico e i monti

In poco più di un’ora dagli aeroporti di Milano e Roma, si atterra a Podgorica, la capitale di questo giovane stato nato dalla frammentazione della Jugoslavia. La vecchia Titograd, letteralmente la città di Tito, è una capitale pulita, ordinata e verde. Spesso scansata a favore delle località mondane lungo la costa o dell’entroterra montuoso, paradiso per gli appassionati di attività outdoor, Podgorica è il punto di partenza ideale per andare alla scoperta del Montenegro e un’ottima base per visitare il sud del Paese. Il vecchio quartiere ottomano, Stara Varoš, è l’unica area della città dove ancora oggi si trovano – pochissime – abitazioni tradizionali e due piccole moschee, punto di ritrovo per la comunità islamica locale. Qualche graffito colorato, stradine tortuose e la Sahat Kulla, torre dell’orologio costruita nella seconda metà del Seicento, danneggiata durante il secondo conflitto mondiale e ristrutturata una decina di anni fa. A due passi, Pod Volat è il primo e imperdibile impatto con la cucina locale: carne d’agnello cotta nella sača, un coperchio di ferro a forma di campana ottimo per preservare il sapore genuino degli ingredienti, peperoni ripieni di riso e carne tritata, formaggi di capra, yogurt fatto in casa. E un’ampia scelta di dolci, tra cui tufahije, mele cotte alle noci con sciroppo, e il baklava, il più noto dolce della tradizione ottomana a base di pasta fillo e frutta secca servito in tutti i Balcani, per terminare il pranzo con una buona dose di zuccheri. I piatti sono serviti in maniera semplice, le pietanze sono presentate senza fronzoli, ma i sapori sono autentici, semplici, quelli di una volta.

Nuovi sapori a Podgorica

Per sapori più sofisticati e una maggiore cura ai dettagli, The Living Room è l’indirizzo da segnarsi in agenda. Il ristorante è nel cuore di The Capital Plaza, polo commerciale, sociale e gastronomico della capitale, simbolo della nuova Podgorica, al cui interno si trovano anche l’hotel CUE Podgorica, bar, un mercato biologico e negozi. In cucina, lo chef Slobodan Radmanović parte dalla tradizione ma si nutre di tecniche contemporanee. Ai tavoli si può sperimentare la sua passione per piatti come filetto di anatra in vino rosso e crema di mirtillo rosso, tagliata di filetto di vitello, maialino cotto sottovuoto. Un’offerta gastronomica ampia con piatti realizzati con prodotti biologici, stagionali e locali selezionati personalmente dal cuoco grazie a collaborazioni che intrattiene con agricoltori e produttori del Montenegro. Lo scopo? Recuperare il valore della semplicità e l’uso dei prodotti autoctoni che dall’orto approdano direttamente in cucina. Anche la lavorazione degli ingredienti è minima, per trattenere al massimo i benefici nutrizionali degli stessi e non rischiare di alterarne i sapori e il valore.

Montenegro anima green

L’attenzione verso l’ambiente, non solo in cucina, è un sentimento generale in Montenegro. Podgorica, per esempio, già ai tempi della Jugoslavia, era una delle città più green della Federazione. Per rendersene conto basta fare una passeggiata a piedi lungo i due parchi in centro città, Sastavci e Njegošev, polmoni verdi e luoghi prediletti dagli abitanti per rilassarsi e camminare nelle numerose giornate di sole che baciano la capitale montenegrina, prima di raggiungere il fiume Morača attraversato dal futuristico Millennium Bridge, icona cittadina, che per la sua forma ricorda le opere avveniristiche dell’architetto valenciano Santiago Calatrava. Altra tappa della visita a Podgorica è la Cattedrale della Resurrezione di Cristo. Il maestoso tempio di culto ortodosso, terminato dopo venti lunghi anni di lavori, custodisce minuziosi affreschi raffiguranti patriarchi della chiesa ortodossa serba (da qualche anno in disputa con il governo del Montenegro per le proprietà religiose e anche con la chiesa autocefala montenegrina, non riconosciuta dalle altre chiese ortodosse), metropoliti e l’inferno, dove una creatura mostruosa divora i dannati mentre tre peccatori, in cui si riconoscono il Maresciallo Tito, Marx ed Engels, attendono il giudizio supremo.

a cura di Francesca Masotti

foto di Ente del Turismo Montenegro 

Nel mensile di settembre del Gambero Rosso parliamo del vigneto più grande d’Europa, a sud della capitale, Plantaže, nei cui estesi confini (23 km quadrati) sono coltivati ben 28 tipi di uve differenti, il 70% delle quali è costituito dal Vranac, vigneto autoctono del Montenegro. Non solo vino, il Lago di Scutari, lo specchio d’acqua più grande della penisola balcanica che il Montenegro divide con la vicina Albania, è un vero e proprio paradiso terrestre che si trova all’interno del Parco Nazionale insieme ai territori limitrofi. Marko Đurišić, 85 anni, enologo e fondatore dell’Eco Resort & Winery Cermeniza, ci racconta la sua storia e quella del suo territorio. E la cucina montenegrina? È un mix di sapori mediterranei, turchi e italiani. Molti piatti, come gli japrak involtini di foglia di vite o cavolo, ripieni di riso ed erbe aromatiche, o le torte salate ripiene di spinaci o carne trita, sono comuni all’area balcanica. “Se dovessi, però, scegliere solo un piatto per rappresentare il Montenegro direi il rastan: l’ingrediente principale è il cavolo cappuccio che viene servito insieme a carne di agnello, pecora o capretto, saltata, affumicata e infine essiccata”. Spiega Slobodan Radmanović, Executive Chef di The Living Room. Breve sosta a Kotor (uno dei borghi più belli del Mediterraneo) e dintorni, tra mura veneziane, palazzi storici, fontane, piazzette, e il Forte di San Giovanni. E ancora, Montenegro in dieci sapori (scopri quali), le tavole dove mangiare a Podgorica e cinque libri per preparare il viaggio. Tutto questo e altro nel nuovo numero del Gambero Rosso.

Il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store

 

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