A Palermo è nato un cocktail bar nascosto dentro a un minimarket

16 Dic 2024, 17:40 | a cura di
Nato dall'idea dei giovani fratelli palermitani Bellavista, si ispira ai jazz kissa giapponesi con una proposta culinaria che guarda alla cultura dei club e al Giappone

Il primo secret cocktail bar siciliano e primo listening bar o hi-fi bar da Napoli in giù, si cela dietro un minimarket dall’insegna luminosa rossa, nel cuore della Kalsa, storico quartiere del centro storico di Palermo. Minimarket club, nasce dall’idea dei tre giovani fratelli Bellavista, Daniel, Greta e Priscilla, che scelgono di ritornare ed investire nella loro città, Palermo, condividendo idee ed esperienze nate fuori dall’isola. Più che ispirarsi agli speakeasy americani, Minimarket evoca le suggestioni dei jazz kissa giapponesi, luoghi culto per audiofili nati nei primi anni del Novecento, dove si iniziò a servire alcol e caffè. A legare il cocktail bar, con la sua originale drink list, la cucina e la listening room, è la musica, vero centro di gravità permanente.

A chi vuole scoprire cosa si nasconde dietro gli scaffali in legno di questo minimarket reale – tra saponi di brand ormai introvabili, patatine, frutta, verdura, dentifrici e spazzolini last minute - non resta che lasciarsi guidare dall’intrigante caccia all’accesso che consente di varcare la soglia del cocktail bar. Ma non è la parola misteriosa e fascinosa degli speakeasy dell’era del proibizionismo americano a condurci nelle sale del secret cocktail bar. Bensì, l’offerta speciale sul sito del Minimarket che sponsorizza una lattina-civetta. Sarà il prodotto del mese ad aprirci le porte di uno spazio-tempo che si lascia alle spalle il ritmo brulicante e vivace dell’adiacente Piazza Rivoluzione, per cedere alla musica hi-fi che abbraccia i tre ambienti avvolgendoli al ritmo di jazz, classica e hip hop.

Mixology minimal

È la cocktail room il primo ambiente del Minimarket club che ci accoglie. Con un gioco di specchi, luci e design, lo stile scelto dall’architetto Vito Priolo è quello “materico”: sono i materiali a definire gli interni. Le stanze in pietra di tufo, il bancone in pietra compattata, la boiserie di legno rovere nei tavoli, le pareti a specchi e il pavimento in resina. Due le station del cocktail bar guidato dall’executive barman Francesco Di Verde, insieme al bartender Umberto Cangelosi. Entrambi, hanno ideato una drink list di cocktail touch on classic, “una mixology chiara, determinata, con linee di alcolici premium, ispirata al cocktail essenziale, minimal e alla filosofia less is more”. Gli ingredienti dei cocktail e delle tapas - per un pairing non troppo ingessato ma fluido - si ispirano e utilizzano i prodotti del minimarket, trasformando così, grazie ad un divertente gioco di fantasia e creatività, il menù in un volantino del supermercato. La crema di cocco in lattina è un cocktail con martini rubino, bulleit bourbon, cocco e bitters; le classiche patatine lime&pepe rosa ispirano il cocktail con casamigos tequila blanco, pepe rosa, agave e lime. Ci sono pure le merendine “camille” che con un twist creativo si trasformano in un cocktail con mezcal, carote, arance, limoni, falernum, pompelmo rosa. O le banane, altro classico prodotto da minimarket, qui in un cocktail con pisco acholado, sciroppo d’acero, bitter fusetti banana. A completare la drink list, una selezione di vini naturali da tutto il mondo.

Nasce in Sicilia il primo hi-fi bar da Napoli in giù

Un piccolo corridoio specchiato e illuminato da riflessi rossi, come l’insegna dei minimarket, conduce in una zona relax e successivamente alla listening room con tetti a volta in pietra di tufo: : è questo il palcoscenico del Minimarket, il cui stile e grafica sono stati curati dalla sorella Greta, l’altra socia di questo family business. Il listening bar o hi-fi, nato dalla memoria dei viaggi internazionali di Daniel Bellavista ma soprattutto dalla creatività e passione musicale della sorella Priscilla, che ha convinto il resto della famiglia a spingere il piede sull’acceleratore della novità e portare a Palermo quello che da anni esiste nelle grandi capitali: un secret cocktail bar che all’interno accogliesse un listening bar. Una consolle centrale, due giradischi e un mixer sono il regno del dj selector che sincronizza la musica con le proiezioni in loop selezionate da un artista. Dietro, una parete di vinili ricercati – dai grandi del jazz alla tecno nipponica - elementi di design che si ispirano allo stile giapponese dei jazz kissa, un impianto hi-fi di altissima qualità per un suono purissimo e una console centrale con alle spalle una parete di vinili da collezione.

Il buon bere e la buona musica, tandem vincente, si completa con la cucina del listening bar, affidata a all’executive chef Lorenzo Muratore e ad Alberto Ferrara. Il primo, è testimone e protagonista dell’epoca della grande ristorazione classica a Palermo. Il secondo, è un giovane chef under trenta con tanta voglia di sperimentare. Se il cocktail bar si ispira al minimarket, la cucina del listening bar guarda alla cultura culinaria dei club e al Giappone. Prova ne è l’utilizzo del barbecue Yakitori, il pan brioche “Katsu Sandu” con angus, mayonese e verdure di stagione. Una cucina immediata con una visione internazionale dove non manca la Sicilia del pescato del giorno e delle verdure del vicino mercato.

Identità mediterranea e vocazione internazionale

”Palermo è un città internazionale, che finalmente ha consapevolezza della sua identità territoriale ma è capace oggi di confrontarsi con il mondo” – commenta Daniel Bellavista. Cresciuto a pane e ristorazione – figlio d’arte, la famiglia gestisce il ristorante Locale a Palermo - come ogni siciliano di “mare aperto”, Daniel ha lasciato l’isola per poi fare ritorno con una valigia piena di esperienze come manager di sala: dal The Stage di Milano al Blue Marlin di Ibiza e Dubai, al Soho House di Londra.
“Sono tornato a Palermo per fare qualcosa di nuovo ma soprattutto per condividere la mia visione e portare idee nuove in questa città dove si comincia a vivere il presente come se fosse futuro” – aggiunge Daniel. Molti i locali che lo hanno ispirato in questo progetto: dal Dante’s hi fi di Miami al Bambino di Parigi, il Paradiso di Barcellona , il Jerry Thomas a Roma e il 1930 a Milano. A folgoralo è stato però il Carry Nation di Marsiglia.

“Ma l’anima è profondamente siciliana, aggiunge Daniel. ll minimarket di oggi, altro non è che la vecchia bottega di una volta dove si vendevano prodotti necessari ma dove c’era una dimensione umana e del tempo diverso. Il minimarket è uno spazio atemporale che però nel nostro caso ti conduce in un luogo dove il tempo si ferma e la socialità prende forma attraverso la cultura della musica e del buon bere. È il locale del futuro” – conclude Daniel.

Minimarket Palermo - Piazza San Carlo 9, 10 – Palermo - 90133, Palermo

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