Ravioli giapponesi a Torino, pizza al taglio a Milano, gnocco fritto a Cagliari. Potrebbe sembrare l’inizio di una storiella, invece è l’elenco delle specialità di alcune attività premiate nella nuova guida Street Food 2025, presentata a Palazzo Brancaccio (Roma) e disponibile in libreria (anche online) e sullo store di Gambero Rosso.
Il sincretismo gastronomico delle grandi città
Un campionario d’eccezione, quello su menzionato, che dimostra quanto le grandi città siano porose – per profanare un’espressione coniata da Walter Benjamin esattamente un secolo fa a proposito della multiforme Napoli – quando si tratta di contaminare la propria offerta gastronomica. Un’attitudine al sincretismo che è sempre più evidente in questa edizione della guida Street Food, la decima, un decennio editoriale nel quale il Gambero Rosso ha raccontato la parabola contemporanea del cibo di strada in Italia. Non solo specialità internazionali, come, appunto, lo street food giapponese di Kokoroya a Torino o quello cinese di Xinge Go Go a Firenze. Ma anche scambi fra le varie tradizioni regionali italiane, come la grande pizza in teglia alla romana proposta da Adriano del Mastro in un mercato di Milano o lo gnocco fritto e le tigelle de La Mallicca a Cagliari.
Lo street food è un settore tradizionale della nostra cultura. Non in tutti i territori, certo, ma per alcuni fondamentale. Il mangiare di strada è un mangiare antico, ma è sempre anche più un mangiare moderno, un mangiare dei giovani, una livella sociale, un veicolo per avvicinare al grande pubblico i concetti base del cibo di qualità. In anni, come questi, di inflazione e rialzo generalizzato dei prezzi, il cibo di strada resta sempre più importante garanzia di diffusione della cultura gastronomica. Pensiamo al Campione Regionale della Puglia, Evviva Maria di Conversano, che mette la grande sapienza gastronomica di una grande cuoca alla portata di tutti, così come alle botteghe di gastronomia che condensano in un panino le eccellenze alimentari italiane (dalla selezione di Scollo a Catania fino alle produzioni di montagna di Trotta Sapori a Capracotta).
Naturalmente oggi il cibo di strada non è solo questo: dietro al giovanilismo di molte attività è celata anche tanta fuffa, trend da food porn, cibi grassi e pasticciati che non fanno bene alla salute, ma che, invece, spopolano sui social a suon di reel sempre più esagerati, diffondendo malcostume alimentare. Non è il caso dei locali che troverete in questa guida. La nostra selezione si muove lungo due grandi direttrici: qualità al giusto prezzo e radici popolari da preservare. Questo non vuol dire che escludiamo le attività nuove o non tradizionali, anzi. Il melting pot esemplificato nella lista dei venti Campioni Regionali di quest’anno, come accennavamo sopra, ci racconta di attività migranti, di grande innovazione, di coraggio nel proporre tradizioni altrui: e mai come nella fruizione del cibo di strada gli italiani si dimostrano tanto aperti e curiosi.
I migliori street food d'Italia
639 indirizzi, cresce di più di 100 novità la guida quest’anno. Nelle prime pagine l’elenco dei Campioni Regionali, il riconoscimento che la squadra del Gambero Rosso riserva alle 20 insegne – una per regione – che nell’anno in esame si sono distinte per il loro lavoro. Cresce anche l’appendice dedicata alle attività itineranti, food truck e altre tipologie di veicoli che portano in giro per l’Italia il verbo del cibo di strada e ai quali è dedicato il premio speciale Street Food on The Road, che abbiamo voluto reintrodurre, dopo qualche anno, proprio a sottolineare quanto sia cresciuto il tenore qualitativo delle proposte nel settore. Nella guida Street Food 2025 il riconoscimento va a Bracevia – A tutta pecora, grande progetto settato sul simbolo gastronomico d’Abruzzo, gli arrosticini.
Alcuni dei food truck selezionati dalla guida sono stati anche protagonisti di un evento di anteprima, tenutosi lo scorso 15 giugno tra le vigne dell’azienda Terre Margaritellidi Torgiano (PG), partner della guida Street Food da tre edizioni. Una festa a suon di fritti di mare (Alicetta, Frosinone), di porchetta di Nero dei Nebrodi (Il Vecchio Carro, Messina), di pasta ripiena emiliana (BStradì, Piacenza), di sapori esotici plant based (PAS a vegetarian trip, Milano).
I Campioni regionali
VALLE D'AOSTA
HIBOU - PRODOTTI VALDOSTANI | Rhèmes Notre Dame [AO]
PIEMONTE
KOKOROYA | Torino
LIGURIA
FISH'N STREET OSTERIA DI STRADA | Genova
LOMBARDIA
FORNO DEL MASTRO | Milano
VENETO
VECIA HOSTARIA DAI NANETI | Treviso
TRENTINO ALTO ADIGE
ACQUAEFARINA PETIT | Trento
FRIULI VENEZIA GIULIA
CEMÛT PICCOLA OSTERIA FURLANA | Trieste
EMILIA ROMAGNA
RAGÙ | Bologna
TOSCANA
XINGE GO GO | Firenze
MARCHE
LE PALLETTE DI GIORGIO | San Benedetto del Tronto [AP]
UMBRIA
MACELLERIA PUCCI | Terni
LAZIO
BECCO | Roma
ABRUZZO
TRANCIO PIZZA IN TEGLIA | Castel di Sangro [AQ]
MOLISE
TROTTA SAPORI | Capracotta [IS]
CAMPANIA
ROSTÌ | Pomigliano d'Arco [NA]
PUGLIA
EVVIVA MARIA TRATTORIA VELOCE | Conversano [BA]
BASILICATA
LE STUZZICHERIE STRIT FUD | Avigliano [PZ]
CALABRIA
BREZZA FISH AND CHILL | Soverato [CZ]
SICILIA
SCOLLO SALUMERIA E GASTRONOMIA | Catania
SARDEGNA
LA MALLICCA | Cagliari
Partner della Guida
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