Il Natale è alle porte e da settimane non si fa che parlare di panettone. E del pandoro invece? Noi non ce ne siamo dimenticati, anche perché non a tutti piace il cugino più famoso, data la presenza di frutta candita e uvetta. Così, per la felicità di bambini e non, abbiamo dedicato una classifica al pandoro veronese. Per costruirla ci siamo recati personalmente in diversi supermercati di Roma e, dopo aver scelto 18 produzioni in commercio, abbiamo tirato fuori i migliori 6 tramite un esame alla cieca. A centrare la classifica sono stati i lievitati con un profilo aromatico più fresco e pulito, quelli con un gusto diretto, non inframezzato da note “forzate” o aromi non meglio identificati, che possono recare sensazioni meno piacevoli, dovute nella maggior parte dei casi alla presenza di elementi come i mono e digliceridi degli acidi grassi. Al panel d'assaggio hanno partecipato Maria Gabriella Ciofetta (degustatrice professionista d'olio), Valerio Coltellacci (pasticcere, Patrizi), Eugenio Marini (redazione del Gambero Rosso), Mara Nocilla (redazione del Gambero Rosso) e Marco Radicioni (gelatiere, otaleg!), Loris Sorito (pasticcere). Specifichiamo comunque che tutti i campioni d’analisi sono stati prima spolverati con dello zucchero a velo, presente in ciascuna delle confezioni. Con questa premessa, vi lasciamo la nostra classifica dei migliori pandori del supermercato con l’augurio che vi sia d’aiuto.
I migliori pandori del supermercato
6) Motta
Il pandoro frutto della consulenza di Bruno Barbieri, nell’aspetto e nella struttura, non sembra rispecchiare pienamente quello tradizionale. Con la sua forma bassa e a spicchi ricorda più che altro un Nadalin casereccio, oppure il ciambellone della nonna. E forse anche nella maglia glutinica, con quella trama quasi spugnosa. Ma nel complesso, il prodotto costituisce un assaggio soffice, dalla dolcezza abbastanza misurata, non stucchevole, nonostante i chiari sentori vanigliati e di miele (Millefiori italiano).
800 g – prezzo 17 euro circa
5) Tesori del Forno, Todis
Le 36 ore e passa di lievitazione naturale qui portano a un corpo di bell’aspetto, non lontano dall’archetipo del pandoro. Classico e composto, mostra omogeneità tanto nel colore — calde tonalità caramello nella crosta — quanto nella sequenza alveolata, decisamente regolare. Il naso non presenta difetti; può ritenersi sobrio, pacato. Mentre in bocca, le note tostate gli conferiscono maggiore carattere. Un assaggio sincero, che non stanca, soprattutto se accompagnato da una crema dolce (lo zabaione sarebbe “la morte sua”).
1 kg – prezzo 5 euro circa
4) Terre d’Italia, Carrefour
Con la crosta color biscotto, Il Pandoro del Veneto della catena di supermercati francese esibisce una certa formosità: imponente alla vista, con una base che non passa inosservata (purtroppo neanche le sfumature più scure da sovracottura). Low profile aromatico, che si fa trasversalmente delicato malgrado il finale di bocca amarognolo. Migliorabile invece la struttura: un pochino asciutta e tenace al morso, oltre che non pienamente solubile.
1 kg – prezzo 12 euro circa
3) Tesori dell’Arca, Pam Panorama
Il dolce da forno prodotto da IDB group, holding che ingloba molteplici marchi dell’industria dolciaria fra cui Borsari, Muzzi e Giovanni Cova & C., si fa notare per la foggia sinuosa e un pizzico rustica che, a dire il vero, nulla toglie alla propria capacità di invogliare all’assaggio. La faccia interna giallo luminosa è definita da un’alveolatura lievemente fitta e disomogenea da cui si evincono al naso cenni di fermentazione alcolica e lievito. Mentre lo spettro gustativo pare più equilibrato, pure nella carica zuccherina, benché non riesca a scrollarsi di dosso — come altri campioni gdo — quel retrogusto poco leggiadro. Sbaraglia comunque la concorrenza grazie a un’ottima struttura: al tatto morbida, elastica e filante; al palato, moderatamente leggera e aerea.
1 kg – prezzo 9 euro circa
2) Bistefani
Una produzione Bauli, classica nello sviluppo verticale e nelle otto estremità spigolose che ne danno la forma stellata, qui vicina al pandoro che tutti conosciamo. E non basta il lato appena ammaccato a offuscare l’immagine di un lievitato a grandi linee sincero, non solo nel colore dorato interno, ma anche nell’occhiatura, piuttosto regolare ad eccezione di qualche alveolo più allungato. Sono caratteristiche persino le note olfattive: il ricordo di burro, uovo, farine dolci cotte, vaniglia e tostatura. Non pulitissima la bocca, com’è normale, ma lascia in ogni caso una sensazione burrosa e caramellata priva di finali sgradevolmente amari o acidi. La texture, alla vista perfettina, potrebbe godere invece di maggiore umidità, per quanto fili senza problemi. Visto il prezzo competitivo, non si può davvero pretendere di più.
700 g – prezzo 3/4 euro circa
1) Coop
Seppur paffutello, il lievitato della linea base Coop risponde ai canoni classici, dall’esterno caramello intenso e l’interno giallo dorato dai toni luminosi, con occhiature uniformi e ben distribuite. Conforme all’archetipo anche l’olfatto, che riporta note vanigliate, oltre che burrose e biscottate. Il palato lattico e dolciastro, senza forzature aromatiche, può ritenersi coerente con il naso. Per quanto riguarda l’analisi tattile, la struttura — una delle migliori — non fa intravedere particolari difetti: si scopre soffice e umida quanto basta, sufficientemente aerea e filante. Che sorpresa!
1 kg – prezzo 5 euro circa