Il legame tra il territorio oggi delimitato tra i confini regionali del Lazio e l'ulivo affonda le radici nei millenni passati. Sono moltissimi, infatti, i reperti archeologici che testimoniano la presenza della pianta nell'areale laziale già a partire dal VII secolo a.C., come ad esempio vasi di diverse dimensioni destinati alla conservazione di olio per uso alimentare. Se i popoli Etruschi e Sabini sono stati i primi ad approcciare alla cura della pianta e alla lavorazione delle olive, ai Romani si deve la diffusione dell'olivicoltura in tutto il bacino del Mediterraneo e il miglioramento delle tecniche colturali. Già nel I secolo d.C. Plinio Il Vecchio, nella sua opera Naturalis Historia, spiegava come approcciare a tecniche agronomiche opportune e come produrre un olio di qualità. Da lì si cominciarono a stabilire quale fosse l'olio di migliori qualità e quindi si approcciò alle prime classificazioni merceologiche. Un elemento per capire l'importanza dell'olio a Roma è dato dal Monte de' Cocci, un sito archeologico unico al mondo dove sono state ammassate circa 53 milioni di anfore di terracotta destinate alla conservazione dell'olio nel III secolo d.C. e oggi alto 36 metri.
La campagna olearia 2023/2024
Il Lazio è caratterizzato da terreni collinari di origine vulcanica, prevalentemente tufaceo argillosi a nord e calcareo rocciosi a sud, che ospitano molte varietà autoctone (Itrana, Carboncella, Caninese, Rosciola per citarne alcune tra le più diffuse), integrate da varietà tipiche dell’Italia centrale. Per quanto riguarda l'ultima campagna olearia non si può certo parlare di un'annata positiva a livello quantitativo. Le piogge primaverili hanno influito negativamente sulla fioritura soprattutto sulle zone interne e in generale si è riscontrata una produzione a macchia di leopardo. Questo non ha fermato i tanti produttori che ormai da anni hanno deciso di puntare tutto sulla qualità e che anche quest'anno si sono distinti per produzioni d'eccellenza ben evidenziate nell'ultima edizione della guida Oli d'Italia del Gambero Rosso.