Uno dei migliori oli extravergine d'Italia lo produce un Consorzio del Friuli Venezia Giulia

3 Mar 2025, 16:03 | a cura di
Una realtà giovane che fa leva su una mentalità avanguardista e che quest'anno ha vinto il premio "Consorzio dell'anno" nella guida Oli d'Italia 2025

«I problemi di queste zone pedemontane sono legati in primis a una sorta di diaspora, ma ci sono grandi potenzialità grazie al supporto della Regione e all'approccio unitario che ci sta permettendo di avere più forza tutti insieme».

Quelle di Bruno Della Vedova, presidente del Consorzio Produttori Olio Extravergine di Oliva del Friuli Venezia Giulia, sono parole di chi non guarda alle difficoltà del passato, ma di chi ha una visione da portare avanti, come ci aveva spiegato in questa intervista. Quella del Consorzio, infatti, è una squadra di una trentina di produttori locali che dal 2022 hanno deciso di unirsi per ridare voce all'olivicoltura locale cercando di portare proposte reali e fattibili anche alle istituzioni. Un progetto visionario, ma anche pragmatico al quale è stato dato il riconoscimento come "Consorzio dell'anno" nella guida Oli d'Italia 2025 del Gambero Rosso, in collaborazione con Banca Monte dei Paschi di Siena, presentata al Sol2Expo di Verona.

Il nuovo frantoio e il progetto per un'Igp

Dopo la nascita nel 2022 il Consorzio non ha perso tempo e dopo un anno è arrivato un impianto di estrazione all'avanguardia: un frantoio Mori in grado di lavorare 12 quintali di olive all'ora. Non una macchina gigantesca, ma perfetta per le lavorazioni delle olive locali. «Così facendo siamo passati dall'idea alla bottiglia in soli 15 mesi. Non male per un piccolo Consorzio che è partito nel 2022 con 15 soci e 20 ettari olivetati mentre oggi ne conta 32 che gestiscono quasi una sessantina di ettari» ci ha spiegato Della Vedova. A questo si aggiunge l'iter avviato per l'istituzione di un'Indicazione Geografica Protetta che vada a tutelare e valorizzare l'olio di produzione locale. «Puntiamo all'Igp e all'elaborazione di un disciplinare che rispecchi le peculiarità locali e che abbia parametri molto stringenti proprio per far capire che sulla qualità non possiamo transigere», ha aggiunto.

Il ruolo dei fondi regionali nel supporto al progetto

«Per ripartire con un'olivicoltura organizzata c'era anzitutto bisogno di recuperare terreni abbandonati e incolti, dove prima c'erano foraggio e cereali che rendevano poco. La spinta per spingere questa nuova filiera è partita dal basso e, grazie a un progetto ben studiato, ha avuto l'appoggio economico della Regione che ha capito le tante potenzialità dell'olivicoltura», ci ha raccontato il presidente. Il Friuli Venezia Giulia infatti ha concesso finanziamenti fino a 280mila euro per le imprese olivicole che si impegnano a ripristinare gli oliveti con sesti d'impianto che non vadano oltre l'intensivo (no ai superintensivi) per poter valorizzare al meglio le varietà autoctone. L'obiettivo è quello di rendere il Consorzio protagonista della rinascita olearia di questo territorio cercando di convogliare tutte le forze in quest'ottica ed evitare che ognuno corra per conto suo con il rischio di frammentare la produzione e quindi anche la forza produttiva.

A chi è destinato l'olio friulano?

L'argomento della vendita dell'olio è un altro dei punti molto sentiti dal Consorzio che, come ci ha spiegato il presidente, c'è il bisogno che tutto riparta dal territorio di provenienza: «Abbiamo cominciato dalla promozione locale partendo culturalmente dalla nostra zona. Se non siamo noi i primi che crediamo in un prodotto come possiamo spiegarlo agli altri?». Una fidelizzazione su scala locale, quindi, che deve coinvolgere ristoranti, gastronomie, ma anche l'oleoturismo. «Essendo una regione/cerniera poi la vendita ai clienti stranieri verrà automatica, come tra l'altro già fa la Croazia con successo da molto più tempo».

Come è l'olio del Consorzio dell'ultima campagna olearia

Quello che abbiamo assaggiato nel corso delle degustazioni per la guida Oli d'Italia 2025 è un elegante blend di varietà Bianchera, Frantoio, Leccino e Grignano che ci ha regalato verdi sensazioni che spaziano dal cardo e carciofo alla foglia di pomodoro, passando per le erbe aromatiche e l’ortica godendo, inoltre, di un ottimo equilibrio tra amaro e piccante.

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