Riduzione delle accise sulla birra da gennaio 2025. La misura è dentro alla Legge di bilancio

7 Nov 2024, 16:18 | a cura di
Parere positivo della Commissione agricoltura alla Camera a una riduzione definitiva dell'imposta. Ma adesso occorre trovare 7 milioni di euro

Non sono tempi felici per il vino e neppure per la birra. Ma il settore brassicolo italiano potrebbe trovare ossigeno nella riduzione strutturale delle accise dal primo gennaio prossimo, approvata dalla Commissione agricoltura alla Camera, nell'iter di discussione parlamentare sulla prossima Legge di bilancio. Il via libera della Comagri, nel dettaglio, punta a rendere strutturale la riduzione delle accise a 2,97 euro per ettolitro grado plato, e ripristinare gli sconti per i birrifici artigianali fino a 60mila ettolitri. Il parere positivo della Comagri arriva dopo diversi tentativi andati a vuoto da parte dei sindacati di categoria di inserire la misura nelle precedenti manovre economiche. Soddisfatti sia Assobirra, che parla a nome degli industriali, sia i piccoli birrifici riuniti in Unionbirrai.

Le conseguenze degli aumenti precedenti

La birra italiana ha subito negli ultimi anni le conseguenze degli aumenti della tassazione. Lo ricorda Assobirra, che si dice soddisfatta di questo cambio di rotta, ma ricorda come gli effetti negativi siano stati evidenti. «Dopo il primo aumento del gennaio 2023 - spiega il presidente di Assobirra, Alfredo Pratolongo - il comparto è entrato in contrazione, protratta dopo il secondo aumento nel gennaio 2024. Nel primo semestre 2024, i dati riportano un aumento delle importazioni da Paesi europei con tassazione fino a 4 volte inferiore a quella italiana, consentendo alle aziende che esportano di essere di fatto più competitive, perché il fattore prezzo è molto impattante con il potere di acquisto ridotto». Inoltre, il trend di vendite degli ultimi 18 mesi hanno confermato la correlazione inversa tra aumento delle accise e andamento negativo del mercato.

In una bottiglia da 0,66 l'accisa incide per il 40% sul prezzo

L'associazione Assobirra (che aderisce alla Confindustria e riunisce le maggiori aziende che producono e commercializzano birra e malto in Italia per oltre il 92% della produzione nazionale) ha ribadito come anche per pochi centesimi di euro ci rimettano tutti: dai produttori già alle prese con costi sempre molto alti e ormai divenuti strutturali, agli esercenti e ai consumatori «perché l’accisa è anche gravata d’Iva e fa parte della costruzione del prezzo lungo tutta la catena del valore». In una birra alla spina, circa 80 centesimi sono imputabili all’accisa mentre su una bottiglia da 0,66 litri in offerta, formato più venduto in Italia al supermercato, la tassa incide «circa del 40% sul prezzo di vendita». Nel 2023, l'Italia ha registrato una flessione di produzione (-5% a 17,4 milioni di ettolitri), consumi (-5,85% a 21,2 mln/hl), export (-5,36%) e import (-7,5%) di birra: segnali di un settore che ha sofferto lungo tutto l’asse della filiera produttiva, agricola e della distribuzione fino ai punti di consumo e vendita (secondo il Report Assobirra presentato nel giugno scorso).

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Cosa cambia per i birrifici artigianali

L'auspicio, per Unionbirrai (che riunisce i birrifici artigianali italiani indipendenti), è che il parere della Comagri alla Camera concretizzi finalmente una vecchia richiesta sindacale, a sostegno delle piccole produzioni emergenti, come è stato già fatto nel biennio 2022/23 ma senza rendere la misura definitiva. «Il taglio - secondo il presidente Vittorio Ferraris - rappresenterebbe un volano per la competitività del comparto. L’auspicio è quello di una disamina completa e di una revisione delle norme che regolano il settore brassicolo nazionale in maniera organica». Nel dettaglio, per i piccoli birrifici la Comagri ha chiesto e approvato una riduzione del 50% dell’aliquota di accisa, invece dell’attuale 40%, per i birrifici con produzione annua non superiore a 10mila ettolitri, del 30% per quelli da 10mila a 30mila ettolitri e del 20% per chi è nella fascia 30mila-60mila ettolitri annui.

Mancano circa 7 milioni di euro

La discussione del ddl sulla Legge di bilancio entra in una fase delicata. Assobirra auspica che ai partiti di maggioranza che hanno approvato la misura si aggiungano anche quelli di opposizione. Ci sono da reperire risorse per 6,9 milioni di euro, che consentano l'auspicata riduzione delle accise «che servirebbe a far crescere e recuperare competitività all’industria birraria nazionale».  L’approvazione in prima lettura del ddl è attesa entro la prima settimana di dicembre. Il termine per presentare gli emendamenti è fissato all’11 novembre.

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