«Il mondo non si ferma, e non saremo certo noi a fermarlo» dice Franco Cimini, uno dei più importanti e famosi osti d'Italia (tre Gamberi, il massimo riconoscimento per le trattorie, nella guida Ristoranti d'Italia del Gambero Rosso). La sua Antica Osteria del Mirasole con Locanda ha trasformato un borgo emiliano di 30mila anime in meta di pellegrinaggio: sono tantissimi che vengono qui per provare la sua cucina golosissima e rinfrancante, ma anche precisa, colta, molto pensata. Tanto da inserire questo comune nelle coordinate gastronomiche imperdibili. Lo stesso luogo che si appresta ad accogliere il suo primo Mc Donald's, il diciassettesimo della provincia di Bologna; appena fuori dal centro, in una posizione strategica vicino all'ospedale, in un'area dove ci sono altre attività (anche un Conad di 20mila metri quadrati) a un paio di chilometri dal Mirasole, collegata con il centro da una ciclabile.
Per qualcuno è quasi un affronto, un'onta per il posto che con i suoi tortellini con panna di affioramento e le sue carni alla griglia ha dettato la strada a un certo modo di fare ristorazione: rigoroso, accogliente. Senza cedimenti sulla qualità. Il suo è un modo di fare ristorazione che parte dalla materia prima, da un rapporto consolidato con i fornitori, tutti piccoli produttori che lo accompagnano da sempre. Cosa ne pensa, lui di Mc Donald's? Glielo abbiamo chiesto.
Alla fine McDonald's è arrivato anche a San Giovanni in Persiceto. Cosa ne pensa?
Scherzando dico sempre che vorrei essere un socio McDonald's.
Seriamente invece?
Dico che il mondo non si ferma, e non saremo certo noi a fermarlo. A partire da me che ho 60 anni: sono sul finale di carriera e faccio parte di un mondo che se non sta scomparendo ha le ore contate.
Quale mondo?
Quello di chi da 40 anni prende le verdure dallo stesso contadino, con cui siamo invecchiati insieme. Quando ho aperto il Mirasole eravamo giovani di belle speranze, volevamo cambiare il mondo, eravamo convinti che la qualità ci avrebbe salvato, che la bellezza avrebbe dato cose in più. Ma poi il mondo ha preso il sopravvento.
Cosa è successo?
Forse non abbiamo vinto la nostra sfida perché non siamo riusciti a spiegarci. Noi scompariremo, non lo dico in modo mesto o arrabbiato o deluso. Che sia per omologazione o per i pochi soldi in tasca, ci siamo accorti che la somma dei denari destinata allo star bene e mangiare in un certo modo è sempre più ridotta. Lo spazio per questo è relegata a piccole realtà, ai piccoli mercati rionali dove si portano poche cose. Perché non si parla solo di McDonald's.
Cos'altro allora?
Quando ho aperto 40 anni fa c'era solo una Coop piccolina, un unico supermercato, oggi sono 17 e ne stanno aprendo altri due. Quindi 19 per una comunità di 30mila abitanti. Nel frattempo hanno chiuso tutte le piccole botteghe di commercio al dettaglio, soprattutto di alimentari. Per non parlare dei forni: di 12 forni artigianali ne sono rimasti 2, gestiti da persone over 70. Significa che nei prossimi 10 anni il pane si comprerà nei supermercati. Questa è la tendenza.
Ed è un bene o è un male?
È questo il mondo che avanza.
A San Giovani in Persiceto non ci sono state polemiche per l'apertura di McDonald's?
Qualche comitato cittadino che ha sollevato delle perplessità con l'amministrazione, ma che ci possono fare, se ottemperano a tutti gli obblighi.
A voi daranno fastidio?
Immagino di no. Andranno a dar fastidio a quelle attività che lavorano in modo simile, partecipano di un mondo - quello americano - che anche se non ci appartiene che ci ha mollato tante cose. Il nostro percorso parla in maniera diversa.
Insomma non vi secca averli vicino?
Un po' lo vediamo come fumo negli occhi, ma non loro nello specifico.
Chi o cosa, allora?
Vanificare il racconto di una italianità che sta scomparendo. D'altronde noi glielo abbiamo permesso. Quando si insediano queste realtà? Quando il territorio è sguarnito. Noi abbiamo avuto un vuoto generazionale, un buco nero nel quale siamo caduti, e lì ci siamo fottuti
Ci spieghi meglio
Questo era un posto ricco di osterie dove potevi mangiare in tutte le ore un panino con la mortadella e bere un bicchiere di vino, ora quei posti non ci sono più, si sono trasformati in locali diversi. Così altri sono avanzati. Cambieranno inevitabilmente i connotati e la fisionomia di un paesaggio, la mentalità. Le famigliole con i bimbi andranno lì: pagano un conto abbordabile, stanno tranquilli perché c'è un'area per i bambini.
Non ci sono speranze allora?
Invece sì: pensiamo a Venezia, è un'araba fenice, ritorna sempre dalle sue ceneri. Venezia è partita prima, con il turismo di massa 30 anni fa i veneziano veri sono scappati via e si è riempita di posti dove mungere il turista. Ma poi è entrata in profonda crisi e il Covid ha dato il colpo di grazia. Ora però si sta riprendendo. C'è un grosso fermento, tanti giovani stanno aprendo locali interessanti e nei prossimi anni si parlerà molto gastronomicamente di Venezia. Venezia ha sempre vissuto debacle per rifiorire più fiorente di prima. Quindi la speranza c'è. Ma tocca ai giovani mettersi in discussione, risanare questo vuoto. A un certo punto per il famoso posto fisso, come dice Checco Zalone, si sono perse tutte le botteghe.
Quindi la colpa è di non aver presidiato un settore?
Esattamente: se lasci spazio gli altri ci si infilano. Mi ricordo che anni fa a Matera non ce l'hanno fatta, McDonald's non è arrivato perché ha vinto lo street food locale. Però il territorio va riempito: se in un forno trovo cose buonissime e spendo lo stesso di McDonald's allora preferisco il forno. Se dai un'alternativa McDonald's non ce la fa. A San Giovanni in Persiceto a parte uno storico bar non ci sono realtà di aggregazione o alternative, soprattutto per i giovani. Loro invece hanno orari elastici, proposte abbordabili. Così hanno vinto.
Ci tolga una curiosità: alla fine ci andrà a mangiare da McDonald's?
Ci andrò, intanto perché sono venuti da noi, e poi perché è giusto andarci: «il nemico è meglio conoscerlo che non sapere chi è». Ma parte tutto, perché no? Andrò lì come sarei andato molto più volentieri in un posto che fa pane e salame e vino locale, ma se non l'hanno aperto...
Foto: Lido Vannucchi