È il momento della carbonara. E lo sa anche Maccio Capatonda, attore e regista abruzzese, che per il ritorno dei suoi noti “trailer” di film (che non usciranno mai) al programma GiallappaShow in onda su Tv8, ha pensato di dedicarne uno alla ricetta della carbonara.
Nel video, a cui partecipano anche grandi attori come Pietro Sermonti e Claudia Pandolfi, Maccio Capatonda interpreta un professore universitario che ospita i suoi dottorandi per un brindisi a casa. Dopo un bicchiere di bollicine, il professore propone di cucinare qualcosa: «Nessuno che si vuole fermare per cena? Posso fare una pasta, sono un ottimo cuoco». Tutti declinano l’invito, eppure resta sola una studentessa che accetta di farsi preparare una carbonara.
Il giorno successivo il professore viene invitato a prendersi due settimane di concedo da lavoro per colpa di "un errore grave" che avrebbe commesso proprio quella sera. La ragazza resta traumatizzata, lui si ritrova in un vortice di accuse da parte della moglie, degli studenti, del padre dell’allieva che lo aggredisce, eppure lui continua a discolparsi sostenendo di non aver fatto nulla, ma quando non riesce più a trattenersi, cerca di difendersi: «Non l’ho toccata, non l’ho usata», continua a urlare mentre il padre della studentessa lo tiene per il collo.
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A quel punto, prende coraggio e sputa fuori la sua verità: «E va bene, sì: ho usato la pancetta nella carbonara», e poi continua rivolgendosi agli studenti: «Voi avete la coscienza pulita? Voi che fino all’altro giorno mangiavate il tonno nella scatoletta, la pasta con la sottiletta. Tutti chef siete diventati». Ma dopo che incalza sugli stereotipi degli italiani che sanno cucinare e parlano di cibo, anche mentre mangiano, torna aggressivamente sulla carbonara citando un altro preconcetto: «E poi negli anni Ottanta la carbonara si faceva con l’uovo a frittata. Adesso vogliono la carbocrema!»
Gli stereotipi sulla carbonara spiegati bene
In soli due minuti, l’attore e regista è riuscito a sintetizzare tutti gli stereotipi e le beghe che girano intorno al mito della carbonara. Si parla dell’eterna lotta fra l’uso della pancetta – vista come scelta quasi blasfema – e quella del guanciale – vessillo dei puristi – e si cita, addirittura, la ricetta del 1954 della Cucina Italiana, rifatta per Gambero Rosso da Luca Cesari, in cui la pancetta scavalcava alla grande un guanciale di cui, all’epoca, ancora non si vedeva traccia. In quella storica ricetta, poi, si aggiungeva anche la groviera al posto dell’attuale (e moderno) pecorino.
Nel video, l’excursus storico sulla carbonara tocca anche gli anni Ottanta: quando Capatonda parla di carbonara con “uovo a frittatina” è cosa nota e pratica usata nelle case romane (carbonara ‘a frittata) già fino a qualche decennio fa: anche Benedetta Rossi, la scorsa estate, l’aveva citata in un’intervista nel programma BFF di Florencia Di Stefano- Abichain.
Maccio Capatonda, poi, se l’è studiata molto bene la carbonara, quando – fulmen in clausula – cita la carbocrema (che Gambero Rosso sta cercando di boicottare benevolmente), la versione moderna super cremosa del piatto romano diventata famosa sui social e iper richiesta nei ristoranti romani da turisti e local. Una dittatura di cui, anche Maccio Capatonda, è stufo.