"McDonald’s pieno di ratti". L’arresto di Luigi Mangione scatena i complottisti contro il fast food

11 Dic 2024, 10:35 | a cura di
“Quindi i vostri dipendenti sono anche poliziotti?” Shitstorm contro McDonald’s dopo l’arresto di Luigi Mangione. E intanto Google e Yelp cancellano le recensioni negative

Il recente arresto per omicidio di Luigi Mangione in un McDonald’s di Altoona, Pennsylvania, ha scatenato una valanga di reazioni online, trasformando il fast food in un bersaglio inaspettato. La catena americana, coinvolta nella cattura del sospetto omicida del CEO Brian Thompson, si trova ora travolta da una bufera social, con diverse recensioni negative. Parallelamente, le critiche si sono riversate sulla figura di Thompson, considerato da molti il simbolo di un sistema assicurativo sanitario statunitense percepito come oppressivo e inaccessibile. La sua morte è diventata il pretesto per un dibattito virale contro le corporazioni, in cui rabbia e sarcasmo si fondono nell’ironia spietata dei social. Mangione è diventato così l'eroe del giorno dei social, con tanto di magliette celebrative vendute su Amazon (prontamente bloccate dal colosso di Bezos).

Il fast food sotto attacco

Tutto è iniziato poco dopo l’arresto di Mangione, quando la notizia si è diffusa sui social. Diversi utenti, in un misto di ironia e indignazione, hanno iniziato a lasciare recensioni sarcastiche contro il McDonald’s in cui è avvenuto l’arresto dopo una soffiata di un dipendente. “Quindi adesso i vostri dipendenti sono anche poliziotti? Che cosa vendete, giustizia o hamburger?” scrive un utente su Google. Altri hanno criticato il marchio per aver “tradito” un giovane descritto come “ribelle contro il sistema”. Il tono delle recensioni varia: c’è chi si lamenta del cibo con commenti surreali – “Le patatine sanno di complicità con il capitalismo” – e chi, invece, prende di mira i dipendenti, “Ci sono tantissimi ratti in questo McDonald's” (la parola rats in slang significa anche spia).


Una parte del pubblico, sempre più simpatizzante verso Mangione e critico nei confronti del sistema sanitario rappresentato da Thompson, ha trasformato il McDonald’s in un simbolo dell’ordine che ha cercato di reprimere. Intanto, Google, Yelp e Trip Advisor si sono attivati per cancellare le reviews in tempo reale.

Burger King e la guerra dei brand

Tra i meme diventa virale il finto tweet di Burger King, con la frase: “Noi non facciamo la spia.” Un colpo basso che ha scatenato una guerra tra fan dei due brand, inondando i social di meme, battute e thread.

Quando la tragedia dei ricchi diventa uno spettacolo

Questo episodio rientra in un modello più ampio: ogni volta che la morte o il coinvolgimento di figure potenti è al centro della cronaca, il web si trasforma in un’arena e sono forse gli unici casi in cui tutti sono schierati dalla stessa parte. In casi come quello di Thompson, CEO del più grande gruppo assicurativo sanitario negli Stati Uniti, il dibattito non si limita all’evento criminale, ma si estende al contesto sociale ed economico che rappresenta.
La figura del miliardario è, agli occhi di tutti, un simbolo di disuguaglianza, e chiunque partecipi al meccanismo che porta a una loro "difesa" viene criticato. Così, il McDonald’s di Altoona non è più un semplice luogo: è percepito come parte di un sistema che ha “sabotato” una presunta ribellione contro il potere.

Il web e la morale della collettività

Questo fenomeno non è nuovo. Episodi simili si sono verificati in passato, come nel caso dell’arresto di Edward Snowden in un aeroporto o del più recente caso della cattura di Alex Murdaugh in un fast food della Carolina del Sud. In tutti questi casi, le piattaforme online diventano il luogo in cui la rabbia, la frustrazione e l’umorismo collettivo si riversano, talvolta confondendo i confini tra protesta sociale e trolling.
A prima vista, tutto si riduce a meme e battute virali ma queste espressioni online sono segnali di un dissenso da non sottovalutare. Forse, è l’unica forma di contestazione che ci è rimasta?

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