Della pericolosità dell'aspartame e dei suoi legami con l'insorgere di alcune forme tumorali si parla sin dai primi anni 2000, ma ora è arrivata l'ufficializzazione. L'aspartame è cancerogeno. Forse. Perché il responso ufficiale dato dalla Iarc - l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità - al termine di una lunga consultazione, classifica il livello di pericolosità del dolcificante come del gruppo 2B, il più basso. Dunque l'aspartame "può essere cancerogeno per l'uomo", al pari di molti altri prodotti apparentemente innocenti, per esempio l'estratto di aloe vera o l'acido caffeico. Secondo Paul Pharoah, professore di epidemiologia del cancro al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, "il pubblico in generale non deve preoccuparsi del rischio di cancro associato a una sostanza chimica classificata come gruppo 2B".
Aspartame cancerogeno: la partita è ancora aperta
Secondo quanto riportato dall'AGI, quella di oggi potrebbe non essere la parola finale: per l'Oms la decisione di collocare l'aspartame in questo gruppo è stata presa sulla base di "indicazioni limitate" per il cancro negli esseri umani, in particolare per il carcinoma epatocellulare, che è un tipo di cancro al fegato. Prove limitate sono state osservate anche per il cancro negli animali da laboratorio. "Le prove limitate per il carcinoma epatocellulare provengono da tre studi" condotti negli Stati Uniti e in dieci paesi europei. "Questi sono gli unici studi epidemiologici che esaminano il cancro al fegato", ha detto ai giornalisti la dottoressa Mary Schubauer-Berigan della Iarc. Secondo il dottor Branca, sono necessari ulteriori studi "per chiarire la situazione". Dunque la partita potrebbe non essere ancora chiusa definitivamente. Per ora, però, non ci sono ulteriori indicazioni sul consumo.
Aspartame: dosi giornaliere consigliate
Il comitato di esperti dell'Oms e della Fao (Agenzia delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) riunitosi per valutare i rischi associati all'aspartame ha concluso che non c'è l'esigenza di modificare i limiti massimo di assunzione giornalieri, lasciando invariata la soglia massima stabilita nel 1981: 40 mg per chilogrammo di peso corporeo.
Prendendo a esempio una lattina di bibita dietetica contenente 200 o 300 mg di questo dolcificante, un adulto del peso di 70 kg dovrebbe consumare più di 9-14 lattine al giorno per superare l'assunzione giornaliera accettabile, sempre che non se ne assuma attraverso altri alimenti. Insomma: un quantitativo ingente, rispetto all'uso medio. “Il problema si pone per i forti consumatori” di prodotti contenenti aspartame, ha affermato, ma “i nostri risultati non indicano che il consumo occasionale rappresenti un rischio”. (AGI) C'è da dire, però, recentemente l'Oms ne ha decretato anche l'inefficacia nella riduzione di peso affermando che l’uso di dolcificanti non zuccherati “non comporta alcun beneficio a lungo termine nella riduzione del grasso corporeo negli adulti o nei bambini”. Non gode di ottima fama neanche lo zucchero, negli anni'80 visto come panacea per tutti i mali e oggi demonizzato.