La Mehran's Steak House era solo un nome, creato per scherzo. Ma quando la lista d'attesa ha raggiunto 2600 persone, il team di burloni, una sorta di Amici Miei GenZ, ha deciso di mettere in piedi una cena per una sola sera.
60 amici creano un ristorante per una sola sera
È difficile prenotare un tavolo a questo ristorante di Manhattan – perché non esiste. La steakhouse dell'Upper East Side più votata su Google in realtà non c’è. Il claim sul sito, “Ne avete sentito parlare. Ora venite a vivere la nostra rivoluzionaria steak experience” si riferisce alle 90 e passa recensioni laudative sul motore di ricerca: "La migliore bistecca che abbia mai mangiato a New York", "Le parole non possono esprimere quanto fosse fenomenale la bistecca" e "Chef Mehran è un dio-genio tra gli uomini". Tutto finto, naturalmente. In realtà, quello che hanno vissuto i 140 commensali sabato 23 settembre è stato uno scherzo elaborato dal fondatore di una startup AI ventunenne e da 60 suoi amici.
Il sito web (anche quello finto) e la segreteria telefonica di Mehran’s Steak House riportano che il ristorante è al completo da mesi. Geniale. Infatti nulla è più irresistibile per i newyorkesi, la caccia alle prenotazioni impossibili è infatti una sfida da vincere. La Mehran's Steak House è un elaborato scherzo tra amici che, a un certo punto del percorso, però, è diventato vero. Per una sola sera, la Mehran's Steak House infatti ha aperto al pubblico.
L'idea del ristorante fake
L'indirizzo del ristorante su Google Maps, una palazzina brownstone con quattro camere da letto, era in realtà una "hacker house" occupata da 16 ventenni che dormivano su brandine e letti a castello. Tra loro c'erano Mehran Jalali, Riley Walz e Danielle Egan. Jalali era solito cucinare bistecche per la cena con i suoi coinquilini, e la Egan ha quindi rinominato il loro indirizzo su Google Maps come ‘Mehran's Steak House’. Creare un'attività su Google è facile, basta cliccare qualche tasto e aspettare che appaia sulla mappa. Ci sono pochi filtri di sicurezza per evitare recensioni false, ed è così che il finto locale ha accumulato recensioni entusiastiche (scritte per scherzo da amici).
Dal finto locale alla vera cena
Una settimana dopo la pubblicazione su Google, nel marzo 2022, Jalali, a quell'epoca 21enne, ha raccontato al New York Times, "Una coppia ha suonato al citofono dicendo: Siamo qui per la bistecca". Sono stati respinti, ma il telefono squillava all'impazzata. È stato allora che i ragazzi hanno iniziato a considerare l'idea di aprire un vero e proprio ristorante e Walz, anche lui 21enne, ha creato il sito web con la lista d'attesa. Quando blogger e altri foodie iniziavano a borbottare e dubitare la validità dell'indirizzo, la combriccola ha deciso che era arrivato il momento di dare il vita al ristorante. Jalali e Walz hanno prenotato uno spazio per eventi nell'East Village, hanno contattato alcune persone in lista d'attesa e hanno fatto una rapida ricerca di mercato. Hanno messo insieme un po' di soldi per andare in due steakhouse, una grande e una piccola, e fare domande ai i camerieri sulla logistica del servizio e del personale di sala.
Sabato pomeriggio, mentre la tempesta tropicale Ophelia allagava la Grande Mela, Jalali e il suo “staff” (60 amici, per lo più studenti universitari e nerd tech, invitati a dare una mano per l'evento) si sono preparati al servizio della cena. Quasi nessuno dei volontari aveva esperienza di cucina. I primi ospiti ad arrivare, alle 17.30, sono stati i genitori di Walz, che, anche loro complici, avevano passato il pomeriggio da Target per comprare materiali e fabbisogno per l'evento. Dopo altri tavoli di parenti sono finalmente arrivati gli ignari clienti.
I clienti della Mehran’s Steak House
Con l’aspettativa di essere accolto in un ristorante vecchia scuola incensato online, Joe Skorupski ha aggiunto il suo nome alla lista d'attesa a gennaio. Un giorno passando davanti all’indirizzo trovato su Maps era rimasto perplesso per quello che sembrava essere un edificio residenziale e una lavanderia a gettoni. Quando lui e sua moglie hanno ricevuto la telefonata che era disponibile un tavolo al Mehran’s pop-up nell'East Village, hanno colto al volo l'opportunità. Si sono presentati allo spazio per eventi allestito come un ristorante, trovando 20 “camerieri” in divisa che giravano per i tavoli. Skorupski, definendo la sala ‘un incrocio tra una steakhouse e il MoMA’, è certo che "Questo posto farà i numeri".
Il menù degustazione “The Bovine Circle of Life”
Jalali e Walz hanno sviluppato un menù degustazione di quattro portate per la somma di 114 dollari escluse tasse, mancia e vino (o latte, bevanda alternativa per i non-bevitori). La carta si proponeva di seguire il ciclo di vita della mucca. Mentre i commensali dei 35 tavoli gustavano portate come “I Prati Portano Vita” (insalata verde), “Gioventù: Preziosa ed Evanescente” (polpette di vitello) e “Sinergie Agresti” (bruschetta con mozzarella), alcuni dei commensali hanno iniziato ad insospettirsi. La tanto decantata bistecca di Mehran's, servita con patate al rosmarino, fra i commensali suscitava pareri contrastanti, definita sia "incredibile" che "una truffa". Ma la macchina strategica di questo scherzo ben architettato è stata talmente efficace che, a un certo punto della serata, un gruppo di ragazzi si è radunato fuori dal locale con cartelli fatti a pennarello, incitando Drake ad uscire a salutarli, nel tentativo di convincere gli ospiti e i passanti che il rapper stava cenando lì quella sera. A tre ore dalla fine del servizio, due volontari hanno inscenato una proposta di matrimonio davanti agli ospiti in sala.
Le reazioni dei clienti
Mentre alcuni ospiti cominciavano a dubitare della validità del locale a causa della qualità mediocre del cibo e del servizio, al piano inferiore, in cucina, Jalali gestiva freneticamente le ordinazioni su un fornello a sei fuochi con la cappa rotta, preoccupato per l’attività online di una cliente in sala, Kathryn Shrader, hospitality manager, che su un gruppo Facebook esprimeva dubbi che Mehran's fosse reale. Scettica, ma incuriosita scriveva, "Conosco tutti in questo settore e nessuno ha mai sentito parlare di questo posto". Dopo aver capito che la location era uno spazio per eventi, osservato un sommelier di 22 anni che faticava ad aprire una bottiglia di vino e aver fatto due calcoli su prezzi e numero di dipendenti, Shrader ha capito che il ristorante era un’astuta presa in giro. "Stiamo vivendo lo scherzo online di un gruppo di amici". Sicuramente delusa dalla steakhouse gestita da ventenni, ma senza astio. "In passato ho speso di più per molto meno. Almeno mi ha fatto uscire dal solito giro".