Pollo arrosto negli abissi? A quanto pare è possibile. Stiamo parlando della più famosa reazione chimica della cucina, quella amata e ricercata da ogni cuoco appassionato: la reazione di Maillard, a cui si deve la piacevole crosticina alla carne alla brace e il colore dorato del pane, è in grado di conferire una spinta in più a qualsiasi pietanza. Anche nei sedimenti marini.
La reazione di Maillard nell'oceano
Procediamo per gradi. La reazione di Maillard in cucina avviene quando zuccheri e aminoacidi si legano tra loro, spinti dall’energia del calore. Le temperature, infatti, devono essere molto alte affinché i cibi assumano l’invitante colore, più o meno tra i 140 e i 180°C. Gli scienziati si interrogano da anni sulla possibilità di ottenere la reazione anche nei sedimenti marini, e finalmente sono arrivati i primi (incoraggianti) risultati. Uno studio condotto dell’Università di Leeds, nel Regno Unito, guidato dal professore Oliver Moore, ricercatore in geochimica delle acque, ha confermato che la reazione avviene anche sottacqua, anzi è accelerata dalla presenza di forme reattive di ferro e manganese, che facilitano l'intero processo.
Perché è importante per l'ambiente
L’analisi del gruppo di ricercatori è avvenuta in laboratorio, ma Moore ha dichiarato che i risultati sono perfettamente compatibili con quanto osservato nei sedimenti marini. Ma perché è così importante questa ricerca? I vantaggi per l’ambiente sarebbero notevoli. Il carbonio organico negli oceani proviene principalmente da organismi viventi microscopici che, quando muoiono, affondano per essere poi consumati dai batteri. Il processo di decadimento rilascia CO2 nell’acqua e di conseguenza nell’atmosfera: la reazione di Maillard converte le molecole di carbonio organico più piccole in molecole più grandi e difficili da scomporre, che rimangono così immagazzinate nei sedimenti per migliaia di anni. In questo modo, il carbonio si accumula nel tempo sui fondali bloccando la produzione di anidride carbonica. Un bel passo in avanti per l’ecosistema.