Lo scatolone arriva freddo, il corriere è perplesso: una spedizione con catena del freddo dal Veneto fino a Roma per una pizza? “Era ora!”, verrebbe da rispondere. Basta il tempo di aprire la scatola, osservare nel dettaglio packaging e allestimento dei prodotti, che il collegamento con San Bonifacio, e la pizzeria I Tigli di Simone Padoan (premiato con i Tre spicchi nella guida Pizzerie d'Italia 2020), arriva forte e chiaro. Un piacere incredibile, quello di poter gustare i prodotti del bravo pizzaiolo veneto direttamente a casa, da aggiungere presto a quello di poter ripetere l’esperienza in pizzeria, per respirarne a pieno l’atmosfera.
I primi box del nuovo progetto “I Tigli a casa tua, ovunque tu sia”
Simone ha fatto partire i primi box prova a inizio settimana e da oggi è attivo sul sito internet de I Tigli con un e-commerce ben strutturato. Si possono ordinare i box per la pausa pranzo in ufficio, se si è nei dintorni, ma ora Padoan spedisce in tutta Italia. Le spedizioni nazionali si concentreranno dal lunedì al mercoledì (ma si potrà ordinare sempre) per essere certi che non ci siano giacenze nel fine settimana e che la catena del freddo sia assicurata tra le 12 e le 48 ore.
“I Tigli a casa tua”. Non solo pizze
Si scelgono le pizze e non solo, nel nuovo negozio di casa Padoan si possono acquistare tutti i lievitati dolci e salati che si producono, biscotteria compresa. E sono in implementazione tantissimi aspetti a corredo: dai tutorial per istruire al meglio i clienti sulla rigenerazione dei prodotti, al QR code per accedere ai passaggi dettagliati di ciascuna ricetta, alle brochure da consegnare insieme ai box per spiegare la composizione delle basi.
Come è strutturato il box di Padoan che arriva a casa
Il packaging è curato e perlopiù compostabile. Tutto è al suo posto, conservato nel migliore dei modi, studiato alla perfezione. Le scatole sono ampie, ma entrano al millimetro anche nel più piccolo dei frigoriferi di casa. All’interno ci sono due scomparti, uno per la base della pizza (a sua volta incartata), uno per il topping, composto da più ingredienti: tutti sottovuoto e con indicazione di utilizzo. Su ogni box c’è un’etichetta in cui si riporta produttore, data di produzione, lotto, tipo di prodotto contenuto (nel caso della pizza Tipologia B, che sta a indicare prodotti cotti, abbattuti e consegnati in legame del freddo da consumare previa cottura e/o rigenerazione termica). E su ogni ingrediente conservato in sottovuoto si riporta le date di produzione e di scadenza. Oltre, chiaramente, alle istruzioni dettagliate per procedere con la preparazione, dalla base al topping, fino al piatto da portata che dai Tigli consigliano di riscaldare un minuto nel forno.
“I Tigli a casa tua, ovunque tu sia”. Come funziona?
Si parte dalla Margherita Croccante, per esempio. La base classica in doppia cottura è da infornare in forno preriscaldato a 220°C (ventilato) per quattro minuti, poi si aggiunge il pomodoro (apparirà concentrato e profumatissimo, molto asciutto, perché è importante che non liberi acqua per non compromettere la croccantezza della base) e si inforna ancora per tre minuti. In ultimo si condisce con burrata e olio al basilico. La base è saporita, soffice croccante: con un morso si percorrono centinaia di chilometri, verso i profumi del laboratorio di San Bonifacio. Base fragrante e soffice, pomodoro di gran sapore e freschezza.
In progressione di sapori si passa alla Seppia, con una base ai semi e farina di mais, salsa di piselli (rinvenuti in sottovuoto in acqua bollente), seppie (scaldate in forno con apposita teglia compostabile) con pomodorini (di quelli se ne dovrebbero avere a sacchetti). Un omaggio alle seppie e piselli con polentina, anche qui con una base di gran gusto e leggerezza e un topping che lascia il segno: salsa delicata di piselli, seppia tenera, pomodorini da capogiro. E le temperature consigliate sono quelle giuste.
Si cosparge prima di parmigiano la base all’orzo della Faraona con agretti, faraona sfilacciata e olio a crudo. Anche in questo caso si precuoce la base in forno a 220°C, insieme agli agretti che si infornano nella loro teglia coperti con carta alluminio per 4 minuti (usciranno umidi e rinvigoriti). Sfornata la base e gli agretti, si divide la tonda in otto spicchi e si condisce con agretti, faraona (immersa in sottovuoto in una pentola di acqua bollente per due minuti). Qui la base sostiene alla grande un abbinamento ben pensato, a richiamare carni saporite e verdure tenaci, il tutto ammorbidito dal leggero sapore di parmigiano arrostito.
Esperimento riuscito?
I condimenti, se si seguono alla lettera tutte le indicazioni, arrivano sulla pizza proprio come dovrebbero: temperatura giusta, consistenza esatta, sapori definiti, che siano più o meno intensi. Le basi si rigenerano bene, arrivano alla temperatura corretta, rispettano i sapori e la struttura di partenza. Un’unica raccomandazione: siate veloci nell’assemblaggio, perché la temperatura di servizio scende velocemente. Ricordatevi, come consigliato, di scaldare il piatto di servizio un minuto nel forno. E non tralasciate il dolce, dalla torta di rose alla veneziana con limone o arancia candita.
L’esperienza firmata Padoan, ma a casa propria
Si prova una sensazione particolare a ripetere l’esperienza firmata Padoan nella cucina di casa propria, se ne apprezzano i sapori, le preparazioni uniche, si sente la mancanza dell’atmosfera e delle coccole del servizio. Ci si chiede come sia possibile che nel momento in cui la mobilità è dimezzata, le distanze siano così ridotte. Perché nessun pizzaiolo ci ha mai pensato prima a un servizio di consegna attivo su tutto il territorio nazionale? Perché Padoan è il primo a farlo? Vale davvero la pena farsi arrivare una pizza da centinaia e centinaia di chilometri? L’emergenza nazionale ha spinto il pizzaiolo veneto a fare qualcosa per cui molto probabilmente era già pronto da tempo, e oggi è forse l’unico pizzaiolo ad esserlo. Per una questione di razionalizzazione del lavoro, per il funzionamento esatto di una macchina che da anni lavora su una linea ben definita, ripetibile nel tempo e con gli stessi risultati. Un’organizzazione millimetrica che apre la mente con ordine ed efficacia. Quanto al valere la pena, come la critica di un tempo insegna, possiamo dire che sì, vale il viaggio. Anche se in questo caso a viaggiare è il prodotto e non il consumatore.
a cura di Sara Bonamini
foto (tranne il ritratto di Padoan) di Sara Bonamini