La Molisana e il legame con il territorio
Balzato agli onori (?) della cronaca per un errore di comunicazione che ne ha travolto l’immagine aziendale ben oltre il comprensibile, il pastificio La Molisana torna a farsi vedere con un’iniziativa decisamente centrata – stavolta sì – sulla tutela dei valori che hanno sempre guidato l’attività del gruppo, fondato a Campobasso e volano economico (e occupazionale) del territorio regionale. Oggi il pastificio - nato nel 1912, quando la famiglia Carlone aprì la prima bottega artigianale, e acquisito nel 1991 dal Gruppo Ferro – dà lavoro a trecento persone. E a loro è rivolto l’invito a consumare un pranzo presso uno dei ristoranti del territorio, accompagnati dalla persona che vogliono accanto, a spese dell’azienda. Un regalo di inizio 2021 per i dipendenti che garantiscono al pastificio di mantenere gli standard di produzione, ma anche un’occasione per supportare la ristorazione regionale, che, come tutta la categoria, continua a versare in uno stato di grande difficoltà.
Un pranzo in regalo per sostenere i ristoranti del Molise
“Vicinanza quindi ai lavoratori che” spiega il gruppo “anche in piena pandemia hanno dimostrato attaccamento al lavoro, garantendo la produzione in fabbrica e continuando a impegnarsi senza sosta; e vicinanza, nello stesso tempo, alla ristorazione del Molise che vive sulla propria pelle il momento di grosso disagio economico legato alla pandemia, non potendo lavorare come vorrebbe e vedendo diminuire sensibilmente i propri ricavi”. In totale sono seicento i pasti che La Molisana si è offerta di regalare. Ma il pastificio molisano non è l’unica realtà ad aver scelto di mostrare vicinanza ai propri dipendenti dopo un anno così difficile, seppure la sua iniziativa sia l’unica, in Italia, che si segnali per la volontà di favorire in modo più diretto il tessuto economico del territorio, indirizzando l’investimento verso le attività di ristorazione locali.
Il riconoscimento ai lavoratori dell’agroalimentare
Callipo, azienda analogamente impegnata a promuovere il territorio regionale che rappresenta – la Calabria – alla fine del 2020 ha scelto di elargire ai suoi dipendenti un premio di produzione di 1000 euro, “per il coraggio e il forte senso di responsabilità dimostrati, che hanno permesso all’azienda di essere sempre operativa e di garantire gli approvvigionamenti alimentari sul territorio nazionale e non solo”. Kimbo, invece, ha stanziato 300 euro per ogni dipendente, mentre prima di Natale anche Barilla aveva corrisposto agli undicimila lavoratori del gruppo (tremila in Italia, ottomila all’estero) 1000 euro di bonus in segno di gratitudine ai propri dipendenti, che “durante la pandemia da COVID-19 hanno garantito la continuità delle attività in tutti i siti produttivi in risposta ad una domanda crescente permettendo di portare alle famiglie di tutto il mondo cibo buono e di qualità”. In precedenza, l’autunno scorso, anche Ferrero sceglieva di premiare l’impegno dei seimila dipendenti italiani del gruppo, con la somma più generosa di tutte, pari a oltre duemila euro, per gli obiettivi raggiunti in termini di “efficienza e produttività”.