Chi era ragazzo negli anni Sessanta si ricorda bene quanto il Cafè Keese di Berlino fosse una leggenda in Europa. Oggi, invece, il locale da ballo cult nel quartiere di Charlottenburg, potrebbe chiudere definitivamente. Per capire cosa sta succedendo bisogna fare un passo indietro, precisamente a ottobre.
Il mitico Cafè Keese di Berlino rischia di chiudere
A spiegare ai media la vicenda è stata Nadine Ludwig-Kibwebwe che gestisce il dancing berlinese: in sostanza, un cliente abituale che abita proprio sopra il Cafè, ha cominciato a denunciare la musica troppo alta, dal momento in cui è stato invitato a non presentarsi più al locale per via del suo comportamento ritenuto molesto. Da allora ogni fine settimana la polizia visita il Cafè Keese e, secondo i loro dati, ci sono state ben 24 denunce. I reclami hanno riguardato prima alcune presunte modifiche strutturali al locale che avrebbero fatto i titolari, poi questioni di igiene. Ovviamente, nessuna di queste denunce ha mai trovato riscontro e così, alla fine il cliente arrabbiato ha deciso di attaccarsi all’unica cosa che poteva essere, forse, sanzionabile, e cioè la musica.
La musica si abbassa, l'allegria si spegne
Mai era mai successo in 58 anni di attività. Alla fine, due settimane fa, l'ufficio dell’Ordine Pubblico ha obbligato ad abbassare il volume della musica, chiaramente non il massimo per un locale dove si balla. Il locale ha speso soldi per insonorizzare le pareti e l’uomo è stato invitato a tornare gratis quando vuole, ma finora non si è lasciato convincere. L’atmosfera allegra si è improvvisamente spenta perché, adesso, dalle 22 in poi, la musica rimane solo di sottofondo. Gli ospiti del Café Keese sono arrabbiati e anche tristi perché temono che il loro “Club della gioventù” per gli over 50, come lo definiscono, possa essere chiuso. Il locale non è l’unico in zona ad avere problemi con questo vicino. Il custode del palazzo lo ha denunciato più volte per insulti.
Nel negozio della parrucchiera qualche settimana fa è arrivata la polizia presumendo, dalla denuncia ricevuta, che in quel locale venisse gestito un bordello. Ormai, sembra che anche gli agenti di polizia si scusino preventivamente quando arrivano. Davanti a questa situazione c’è l’impotenza davanti alla legge: ogni funzionario pubblico e ogni giudice del Paese deve seguirla. E non ci sono strade per risolvere la situazione.
I telefoni al tavolo per invitare a ballare
Il Café Keese a Berlino è un'istituzione. Da quasi 60 anni è il punto di ritrovo per gli appassionati di Discofox e Schlager. L'attività è sempre stata a conduzione familiare e dal 1989 è gestito da Nadine Ludwig-Kibwebwe e suo marito Frank. Noto per perché sono le donne a chiedere agli uomini di ballare, alcune cose sono cambiate ovviamente, ma non i famosi telefoni su ogni tavolo. Originariamente erano destinati a facilitare i contatti tra le persone timide, ma ora vengono usati per flirtare al telefono. Un modo di conoscersi contrapposto ai Tinder vari, dove in caso di dubbio, scorri e passi a un’altra persona. Nel locale si è lì, si è reali. Non si cerca il divertimento veloce, ma l’incontro e il coinvolgimento cortese con l’altro. Poi ci sono sempre le sedie da bistrò ricoperte di rosso, le tovaglie bianche inamidate, i lampadari e le palle stroboscopiche da discoteca. C’è il ristorante che dispone di 400 posti a sedere, 2 bar, una pista da ballo centrale di circa e un palco.
Un'istituzione nel quartiere di Charlottenburg
Ma l’aspetto esteriore è una cosa. Ciò che rende davvero tipico il locale è l’atmosfera: l’allegria delle persone che lo frequentano, la solidarietà, il senso di comunità. L'80% dei clienti, sono ospiti abituali e si ritrovano almeno una volta alla settimana. La maggior parte degli ospiti ha più di 70 anni. Ma ultimamente arrivano sempre più giovani attratti dai racconti che vengono fatti del Cafè Keese e cioè che qui si trova qualcosa di speciale che non c’è da nessun'altra parte. Qui la tradizione gioca davvero un ruolo importante e vive più forte che mai. L'idea che possa chiudere un luogo così, per via di un vicino arrabbiato, lascia l'amaro in bocca, soprattutto in chi sperava di poter finalmente incontrare nel locale la sua anima gemella della terza età.