Vegan

La Lega e la ridicola battaglia al meat sounding

Una lotta priva di logica, che per fortuna non รจ riuscita a ostacolare del tutto la ricerca. Ma perchรฉ il concetto di carne vegetale fa cosรฌ infuriare?

  • 15 Ottobre, 2023

Di sentir parlare di carne coltivata non se ne puรฒ piรน. Perlomeno in Italia, dove qualsiasi tentativo di andare avanti con la ricerca รจ stato ostacolato (almeno, fino a poco tempo fa: ora c’รจ addirittura un gruppo all’Universitร  di Trento che sta lavorando per ricavare le cellule dalle piume dei pulcini). A boicottare il progresso, governo e associazioni di categoria, Coldiretti in primis: chi non ricorda quel volantino iniziato a circolare a inizio anno? Due sezioni a confronto, da un lato l’immagine di mucche al pascolo (questa sรฌ ingannevole come rappresentazione della realtร ) e dallโ€™altro la vignetta di un laboratorio chimico: cibo naturale o cibo sintetico – da che parte stai?ย chiedeva al consumatore Coldiretti.

La “naturalitร ” del cibo

Del resto, quel mantra della” naturalitร ” รจ il punto di forza dellโ€™attuale governo, che punta a fare leva sulla presunta โ€œgenuinitร โ€ del cibo per conquistare la pancia degli italiani. Missione: contrastare il fenomeno del meat sounding, ovvero la vendita di prodotti vegetali dai nomi โ€œfuorviantiโ€. Niente salsicce o cotolette plant-based, per intenderci. Primo firmatario della proposta di legge รจ il deputato della Lega e presidente della Commissione Agricoltura Mirco Carloni, che dice diย  battersi per la tutela del consumatore dal marketing ingannevole che sfrutterebbe la fama dei piรน noti tagli di carne per vendere altro. Ma veramente i consumatori sono cosรฌ ingenui? Di fronte a una confezione con scritto โ€œ100% vegetaleโ€ una persona non capisce che non si tratta di una salsiccia di maiale?

Forse, dietro la lotta al meat sounding si nasconde la necessitร  del governo di tenere alta la guerra ideologica contro quello che continua erroneamente a definire cibo โ€œsinteticoโ€ (in realtร  non avviene alcuna sintesi durante la produzione). Intanto, nel resto del mondo, la ricerca va avanti: a maggio in Israele รจ nato il primo latte coltivato, bevanda che riproduce le proteine del latte attraverso un processo di fermentazione a base di lievito (che il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, ha definito cibo Frankenstein). Prima ancora, a febbraio, la Food and Drug Administration ha dato il via libera alle aziende per etichettare come โ€œlatteโ€ le bevande vegetali in vendita negli Stati Uniti, spiegando che il nome non รจ tale da ingannare i consumatori.

Una lotta senza senso

Tra l’altro, spesso il nome di un prodotto si riferisce alla preparazione e non allโ€™ingrediente: la polpetta puรฒ essere di carne o di melanzane, e allora perchรฉ non di soia? E perchรฉ, a fronte di etichette davvero incomprensibili e su cui raramente si assiste a battaglie politiche, sul fronte “carne” invece ci si preoccupa cosรฌ tanto della ingenuitร  del consumatore ignaro di cosa mette nel carrello? Non sarร  che per “naturale”, nella Fattoria Italia, si intende l’allevamento intensivo industriale che – secondo le ultime stime di Assocarni – per la filiera del bovino (che in Italia rappresenta piรน del 4.5% della produzione agroalimentare) vale 9.3 miliardi di euro? Questo alla faccia della sostenibilitร  sia ambientale – con elevatissimi costi, consumi e inquinamento – che etica (negando ogni idea di tutela degli animali considerati solo beni economici e produttivi). Intanto, mentre in Italia si allunga la lista delle occasioni mancate sul fronte dell’innovazione (opportunitร  di sviluppo anche per i nostri agricoltori), in Olanda cresce invece la lista di attesa di chi vuole assaggiare i risultati dei laboratori (e c’รจ pure un bistrot virtuale dove provare lโ€™esperienza). Nel frattempo, la Cina sta lavorando per entrare da protagonista nel mercato globale della carne coltivata. E lโ€™Italia? Behโ€ฆ qui continua la crociata contro la bresaola vegana.

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