Non ha fatto in tempo a tornare con i piedi di per terra, che ha lanciato un nuovo missile. Jeff Bezos, da poco tornato dalla sua passeggiata nello spazio a bordo del New Shepard, ha annunciato a sorpresa la creazione di una iniziativa filantropica: un premio a favore di personalità che si sono distinte per coraggio e civiltà: quelli con cui hanno portato avanti le loro battaglie sociali, “capaci di unire in un mondo che divide” perché c'è bisogno di persone che discutano e agiscano per ciò in cui credono. “Ma lo fanno sempre con civiltà e mai attacchi ad hominem. Sfortunatamente, viviamo in un mondo in cui troppo spesso non è così. Ma abbiamo modelli". E questi modelli vanno premiati e sostenuti, anche attraverso questo premio. Un riconoscimento che, tradotto in cifre, suona come 100 milioni di dollari... è o non è l'uomo più ricco del mondo (e anche uno dei più contestati)?
Chi è José Andrés
A vincere il consistente premio, Van Jones (collaboratore della CNN, blogger e attivista, impegnatosi a favore della riforma del sistema di giustizia penale) e José Andrés. Nome e volto ormai noti nel panorama internazionale dopo la copertina del Time nel 2020 (che lo ha inserito per due volte tra i 100 uomini più influenti del pianeta) ma anche per la precedente nomination al Nobel per la Pace, dovuta al suo impegno nel contrastare le emergenze alimentari, ovunque si manifestino. Spagnolo, ma da una trentina di anni in Usa, Andrés con la sua The Think Food group è a capo di un impero ristorativo che conta una trentina di insegne di generi e livelli diversi, ma è con World Central Kitchen - organizzazione creata con la maoglie Patricia nel 2010 per portare conforto e generi di prima necessità alla popolazione di Haiti devastata dal terremoto - che ha ottenuto i maggiori riconoscimenti, tra gli altri quello della James Beard Foundation e, lo scorso anno, il Basque Culinary World Prize, per l'impegno nel contrastare l'emergenza alimentare nata a seguito della pandemia che ha coinvolto tutto il mondo "Ci siamo attivati nelle comunità degli Stati Uniti e del mondo per soddisfare le esigenze quotidiane delle famiglie che hanno bisogno di un piatto caldo di cibo e abbiamo supportato migliaia di ristoranti locali nel processo".
World Central Kitchen
Questo nuovo premio segna “l'inizio di un nuovo capitolo” ha commentato lo chef, pur riconoscendo che, per quanto ingente, non basta a nutrire il mondo da solo. Libero di usare i soldi come meglio crede (secondo le dichiarazioni dello stesso Bezos), Andrés può oggi dare alla sua organizzazione umanitaria nuovo slancio e ancora più concretezza. Quella dimostrata già in molte occasioni in cui si è adoperato per risolvere situazioni critiche in ogni parte del mondo, "la nostra lotta per sfamare le persone affamate ci ha portato in più posti di quanto ci saremmo mai aspettati". World Central Kitchen è specializzata nella gestione di crisi umanitarie di portata globale - "disastri naturali e provocati dall'uomo in paesi dei cinque continenti, da massicci incendi boschivi in Australia a un'esplosione mortale in Libano a devastanti uragani in America Centrale" - e oggi opera in situazioni di difficoltà in oltre 13 Paesi del mondo, con più 45mila volontari dediti alla causa e decine di milioni di pasti serviti con le sue cucine da campo, allestite nelle zone marginali delle grandi città occidentali come nelle aree più remote del globo, ovunque ci siano situazioni di disagio ed emergenza alimentare: “Crediamo l'uno nell'altro, nel fare ciò che è giusto per gli estranei tanto quanto facciamo per i nostri amici e la nostra famiglia”.
Oggi più che mai i progetti si inseguono, a partire da quelli partiti dalla collaborazione, nata nell'emergenza Covid, con la fondazione Archewell (quella di Hanry e Meghan Markle, per capirci) con la costruzione di Community Relief Centers, strutture permanenti attivate rapidamente durante i periodi di crisi - su tutti, come già in passato, i disastri naturali – in grado di fornire supporto alle comunità locali anche a emergenza finita, come "centri di distribuzione alimentare, scuole, cliniche o luoghi di ritrovo comunitari sicuri per famiglie e bambini". Perché World Central Kitchen continua a mettere radici nelle comunità in cui opera.
World Central Kitchen nasce dalla semplice idea che il cibo ha il potere di creare un mondo migliore e che senza solidarietà, nulla può funzionare: “un piatto di cibo è un piatto di speranza, è il modo più veloce per ricostruire la vita e le comunità", ha detto Andrés, un impegno che si inserisce nell'idea di contribuire a costruire un mondo pieno di dignità, empatia e umanità, anche attraverso il cibo e del suo potere curativo: “ci piace dire che ovunque ci sia una lotta per cui le persone affamate possono mangiare, noi saremo lì" per questo, conclude: “dico sempre che credo in tavoli più lunghi, non in muri più alti: quindi, Jeff, andiamo e diamo da mangiare al mondo”. Evviva!
a cura di Antonella De Santis