La storia incredibile del panino iconico (e sconosciuto) diventato famoso nel mondo grazie a The Bear

21 Ago 2024, 14:55 | a cura di
Il panino simbolo di Chicago, Italian Beef Sandwich, è il simbolo della città statunitense (e degli italiani emigrati all'inizio del Novecento). Le sue origini sono legate alla discriminazione

A sentire chiunque a Chicago, l'Italian Beef Sandwich è un autentico simbolo della windy city al pari dei Cubs, la non sempre fortunata squadra di baseball della città, il Cloud Gate di Anish Kapoor, scultura affettuosamente nota come "il fagiolo", e la Sears Tower, che fino al 1998 era il grattacielo più alto del mondo (in una metropoli nota per le sue forti raffiche di vento, l'idea di 443 metri di acciaio e vetro fa rabbrividire). Ma fuori dai confini cittadini, pochi conoscono questo panino iconico. Non fino al successo della serie tv The Bear, che racconta la storia di una famiglia di italo-americani la cui vita ruota attorno a una panineria della metropoli sul Lago Michigan. La loro specialità è il sandwich che sta ritrovando, grazie proprio alla serie televisiva, tutta la sua vecchia popolarità.

L'Italian Beef Sandwich

Il panino originario di Chicago è farcito con manzo arrosto tagliato molto sottile e poi stufato a fuoco lento, e servito au jus in una sorta di ciriola (localmente nota come "pane francese") inzuppata nei succhi di cottura. I condimenti sono due, a scelta fra una giardiniera piccante o peperoni dolci. Il panino, che viene servito con un contorno di patate fritte, viene ordinato in tre versioni. La quantità di succhi aggiunti per irrorare il sandwich può essere personalizzata: dipped ovvero "intriso", dunked "inzuppato" o wet per un panino molto "bagnato". Il pane utilizzato è croccante e con poca mollica, in modo da non sfaldarsi dopo l'inzuppo. A Roma esiste una ricetta simile, chiamata "allesso" servita spesso in una ciabatta bagnata col brodo di cottura. Grande interprete di questo panino è il compianto Sergio Esposito del box "Mordi e Vai" al Mercato di Testaccio, dove il figlio prosegue la tradizione.

Il simbolo degli italiani a Chicago

Vivevamo a Los Angeles, e quando mia madre di ritorno dal supermercato una mattina ha chiesto a mio padre cosa significasse "dago" (termine dispregiativo per italiani e spagnoli), lui impallidì. L'avevano chiamata così mentre faceva la spesa. Era il 1969 e gli italiani negli Stati Uniti non erano amati e considerati cool come lo sono adesso. All'epoca, venivano discriminati come molti altri "stranieri". Fin dai primi del Novecento, sempre la stessa storia. Gli italiani erano dago; oppure wop (da without papers, o l'americanizzazione del termine 'guappo'), erano greasy (unti) perché usavano la brillantina.

Essendo a conoscenza di queste storie, e assorbendo per osmosi il disagio di mia madre durante gli anni vissuti oltreoceano, sono da sempre affascinata dalla storia dei cosiddetti "figli di Colombo", gli emigranti che dall'Italia a bordo di piroscafi a vapore lasciavano tutto per ricominciare al di là dell'Atlantico. Il compito di raccontare la storia di un panino simbolo degli italiani d'America sembrava un'occasione perfetta per approfondire quella fascinazione. Eppure, con un padre tra l'altro nativo di Chicago mi vergogno un po' a non aver mai saputo niente di questa specialità. Calcolando male il fuso orario, ho svegliato i miei cugini nel cuore della notte per saperne di più. Viene fuori un tenero ricordo legato a "il" panino della città natale di mio padre. Lui lo mangiava fin da ragazzo, prima di andare allo stadio Wrigley Field, alle partite di baseball dei suoi amati Cubs. A quel tempo, il sandwich di manzo "degli italiani" lo faceva un solo locale. Che è tuttora in attività.

La storia di Al e del suo panino entrato nella storia

Nell'immediato dopoguerra (parliamo del primo conflitto mondiale), un venditore ambulante di Chicago Anthony Ferreri, gira per la città facendo consegne di panini e altri prodotti da forno che prepara nel seminterrato di casa sua. Anthony vende la merce dal retro del suo camioncino a cantieri, ospedali e uffici, proprio come un moderno food truck. Durante un modesto matrimonio dove gli immigrati italo-americani servono cibo a basso costo a causa delle limitazioni finanziarie, Ferreri vede un'opportunità. Tagliando la poca carne a disposizione a fettine molto sottili e tenendola in caldo nei suoi stessi succhi, crea un panino che riesce a sfamare più persone.

Ferreri battezza questo metodo con il nome di "Beef Sandwich" e lo vende ai matrimoni in tutta la città. Anthony si sposa e ha due figli, Albert (Al) e Frances. Una volta adulto, Al espande l'attività a conduzione familiare, inizialmente come copertura per una sala scommesse clandestina. Nonostante le sfide (e qualche anno di galera) Al trasforma poi l'attività in un'impresa legale. Nel 1938, Al e la sorella Frances con il cognato, Chris Pacelli, Sr., aprono un piccolo stand di carne di manzo cotta al barbecue nella Little Italy di Chicago. Dal momento che Anthony, Al, Frances e Chris sono tutti italiani, è da qui che nasce il termine "Italian Beef": i panini di manzo fatti dagli italiani. Negli anni nascono molti altri locali che lo propongono e che ne rivendicano la paternità. Quando quello della bettola di Al viene nominato l'Italian Beef Sandwich numero 1 a Chicago dalla rivista Chicago Magazine nel 1980, l'attività (e il nome) cambiano per sempre in Al's #1 Italian Beef.

A vederlo da fuori, ormai rimodernato, è chiaro che gli sceneggiatori di The Bear hanno creato l'immaginario locale della disfunzionale famiglia di Carmy Berzatto ispirandosi, certo, al Mr. Beef, ma anche al locale di Al. Che darei per mangiare uno di quei succosi panini col mio papà! Magari seduti insieme allo stadio a vedere la partita.

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