Sottocasa. La pizzeria italiana di Brooklyn
A New York questa è la stagione della pizza: in pochi giorni si susseguono nei diversi boroughs eventi e fiere in cui la pizza gioca un ruolo da protagonista. Quest’anno, tra i maestri pizzaioli veterani della scena newyorkese - Di Fara’s, Arturo’s, Lucali, Artichoke, Two Boots, Ribalta, Paulie Gee - ha conquistato i riflettori anche un pizzaiolo italiano i cui locali, pur presenti sulla scena da anni, sono rimasti finora un po' in ombra mediatica (pur macinando bei numeri).
Stiamo parlando di Luca Arrigoni, patron di Sottocasa, imprenditore milanese proteiforme, che in Italia faceva l’attore di musical, e dal 2007 vive a New York. Dal 2011, il suo quartier generale si è spostato a Brooklyn, a Boerum Hill. E per gli abitanti del quartiere la pizzeria è diventata un punto di riferimento settimanale per la calorosa accoglienza del personale, rilassata e non pretenziosa, oltre che per il profumo del forno a legna. Da Sottocasa si lavora a pieno ritmo senza badare troppo al tam tam mediatico che sembra invece fondamentale per molti esercizi di New York, in armonia e con rigore per tenere lo standard sempre alto.
Fare l'imprenditore della ristorazione a New York
E così, l'insegna, che nel frattempo ha raddoppiato le sedi (la seconda aperta ad Harlem), è arrivata al numero 1 e 2 nelle recensioni di Tripadvisor riferite alla Best New York Pizza. Il merito è soprattutto dell’atteggiamento di Arrigoni, che a dispetto del suo passato sul palcoscenico con la Compagnia della Rancia, non ama avere i riflettori puntati addosso, e lavora sì con orgoglio, ma senza mai “alzare troppo la voce”, in modo discreto; sicuramente un’anomalia nel panorama di New York, in cui pur di emergere nel mare magnum dei ristoranti “veramente italiani”, abbiamo visto negli anni innumerevoli claim to fame. Arrigoni no, lui lavora in silenzio; è sempre pronto ad accoglierti con un sorriso, ma rimane poi dietro le quinte, lui che le luci della ribalta le conosce per davvero.
Chi mangia la pizza e ci ritorna però si è accorto di lui, e pure il New York Times, regolarmente, cita Sottocasa, che sia in occasione dell’intervista a una star della pizza al taglio (Matthew Hyland, in un’intervista recente) o di una storia illustrata sui tre forni dalla storia più affascinante di Brooklyn. Per una volta, anche in questo caso senza esserselo cercato, Arrigoni da operoso imprenditore è ritornato personaggio, riluttante eroe da fumetto che con uno stratagemma riesce a sollevare di notte un forno da due tonnellate facendolo passare sopra ai tetti di BoCoCa (così il nome dell’area di Brooklyn composta da Boerum Hill, Cobble Hill e Carrol Gardens).
Abbiamo fotografato Luca di recente in varie occasioni - Atlantic Antic, Slice Out Hunger, New York Pizza Festival, Sottocasa a Boerum Hill - e gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Avevi esperienza in Italia nel mondo della cucina?
Mi è sempre piaciuto mangiare bene, e amo tutto quello che ruota intorno alla cucina e al condividere tempo e cibo con le persone a cui si vuole bene. Seguendo questo richiamo naturale, prima di trasferirci negli USA, mentre lavoravo in teatro, ho seguito diversi corsi della Scuola della Cucina Italiana per apprendere tecniche e, magari, rubare qualche segreto.
Come ti sei avvicinato a NY al mondo del food?
Il cliché dell’attore/cameriere è una realtà, con cui mi sono scontrato appena arrivato a New York: è il modo più facile di fare soldi (anche tanti) con un impegno che si adatta facilmente alle necessità di casting e audizioni. In più, nel mio caso, l’hospitality e la cucina sono sempre state mie passioni.
Dove hai imparato a fare la pizza?
Se mi posso dichiarare un pizzaiolo professionista è grazie alla guida esperta e generosa di Roberto Caporuscio, che è stato un precursore della pizza napoletana a New York, con le sue pizzerie Kestè e Don Antonio. Imparare dal migliore, funziona!
Qual è la formula per arrivare a conquistare i gusti esigenti di certa stampa americana?
Quello che facciamo a Sottocasa è tanto semplice quanto impegnativo: fornire il miglior prodotto possibile, in un ambiente informale e attento, dove il cliente si sente immediatamente a proprio agio. Questa combinazione, che per primi ci riconoscono i clienti stessi, ha reso da subito Sottocasa parte integrante della comunità, sia a Brooklyn che ad Harlem. Il passaparola non si può comprare, è un’onda che non si ferma e ti può portare, anche senza cercarlo, fino sulle pagine del NYT.
Qual è il prossimo appuntamento?
Mi trovate il 12 ottobre al New York City Wine and Food Festival nella splendida cornice del Brooklyn Bridge Park.
Sottocasa Boerum Hill - Brooklyn, New York, 11201 - 298 Atlantic Avenue - www.sottocasanyc.com/brooklyn/
Sottocasa Harlem - New York, 10027 - 227 Malcolm X Blvd
a cura di Francesca Magnani
(testo e foto)