Via libera della Giunta della Regione Siciliana alla richiesta di stato di calamità per danni da peronospora nel settore viticolo in questo 2023 per sei province. La situazione climatica dello scorso maggio, con piogge abbondanti e persistenti, ha favorito la propagazione di questa temutissima malattia della vite.
Le province più colpite
Secondo il monitoraggio regionale, in quasi tutti i territori i danni sono stati rilevanti, con percentuali che vanno “dal 25% al 95% della produzione”. Le province interessate sono Palermo, Catania, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Ragusa. Fanno eccezione le province di Enna, Siracusa e Messina, nei cui territori gli ispettorati dell'agricoltura non hanno rilevato il raggiungimento della soglia minima di danno per l'attivazione dei benefici previsti dalla normativa. Ad Agrigento, in particolare, è andata distrutta metà della produzione di uva da tavola, che risulta la più colpita insieme a quella biologica.
Danni ingenti
Il danno accertato da parte degli Ispettorati provinciali dell'agricoltura supera i 351 milioni di euro. L'assessore regionale all'Agricoltura, Luca Sammartino, definisce la congiuntura “drammatica”, prima per i danni da peronospora, poi per quelli derivanti dalle ondate di caldo e dagli incendi “opera dei criminali piromani”. La situazione, secondo l'assessore, è più difficile per la stretta al credito bancario prodotta dall'aumento dei tassi d'interesse da parte della Banca centrale europea.
I ristori nel Decreto Asset
Una parte dei ristori potranno arrivare alle imprese dai provvedimenti messi in campo dal Governo che, di recente, col Decreto Asset (approvato in Senato in prima lettura) che ha messo a disposizione del Fondo di solidarietà nazionale ulteriori 6 milioni di euro per le imprese vitivinicole, a integrazione del milione di euro stanziato nel mese di luglio per far fronte all'emergenza. Le associazioni agricole hanno chiesto più volte uno sforzo economico ulteriore alle istituzioni, a favore delle imprese di un settore come quello vitivinicolo che vale circa un punto percentuale del Prodotto interno lordo nazionale.