Come le regioni recepiscono il dpcm
L'Italia della ristorazione ha ricevuto un duro colpo dal dpcm ufficializzato nella giornata di domenica 25 ottobre (qui le reazioni degli chef più in vista). Restare aperti per essere costretti a chiudere alle 18 è un compromesso amaro per gran parte degli esercizi che operano nel comparto, pur con le dovute scialuppe di salvataggio per alcuni (i ristoranti d'hotel, per esempio, restano aperti anche a cena per gli ospiti della struttura: chissà che questo non dia origine a soluzioni creative). Alle Regioni, come ormai abbiamo imparato a prevedere, è lasciata la libertà di emanare misure più restrittive. L'ha fatto subito il governatore della Campania Vincenzo De Luca, stabilendo regole più stringenti per il servizio d'asporto (che, ricordiamolo, è consentito dal dpcm fino alle 24): in tutta la regione, dove peraltro sono vietati anche gli spostamenti interprovinciali, si fa divieto di operare l'asporto, a meno che non sia possibile garantire la consegna dell'ordine in auto, col sistema di drive thru che è proprio delle grandi catene di fast food.
Al contrario, in una delle province più a Nord d'Italia, le misure del dpcm vengono parzialmente alleggerite.
L'ordinanza dell'Alto Adige, provincia autonoma
Com'è possibile senza incappare in una decisione incostituzionale? Perché siamo a Bolzano, capoluogo della provincia autonoma dell'Alto Adige, che gode per il suo statuto speciale di una capacità d'azione maggiore rispetto agli altri governi regionali. Così, con l'ordinanza numero 49, l'esecutivo altoatesino ha risposto al provvedimento di Giuseppe Conte con un pacchetto di norme che recepiscono in gran parte il dpcm, ma “con alcuni adattamenti alla realtà locale”, spiega il governatore Arno Kompatscher. “Il numero delle persone positive al Covid-19 sta rapidamente aumentando in tutta Europa, in tutta Italia e in tutto l’Alto Adige. Dobbiamo intervenire subito con misure più incisive per fermare la catena dei contagi e ridurre la pressione su ospedali e strutture sanitarie, cercando comunque di salvaguardare il più possibile scuole e attività economiche”, sancisce Kompatscher, che proprio con l'obiettivo di salvaguardare l'economia locale impone sì il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino, ma sceglie di prolungare l'orario di apertura di bar e ristoranti.
Ristoranti aperti fino alle 22
I primi, fino al prossimo 24 novembre, saranno tenuti a chiudere entro le 20; mentre i ristoranti potranno restare aperti fino alle 22, dunque operare anche per il servizio della cena. Dalle 18, però, la somministrazione di cibi e bevande potrà avvenire solo al tavolo, per un massimo di 4 commensali, eccezion fatta per i familiari conviventi. Resta valido, quindi, il divieto tassativo di consumazione in piedi, sia nei pressi dei locali, che sul suolo pubblico. In questo modo, mentre chiede agli altoatesini più tolleranza per misure che “in alcuni casi sono più stringenti rispetto al resto d'Italia” (il riferimento è allo stop agli spostamenti non autorizzati tra le 23 e le 5, per contrastare un numero di contagi in netta salita, che nella provincia di Bolzano ha fatto registrare nelle ultime ore il dato di 339 nuovi positivi), l'Alto Adige si dimostra ben più disponibile del governo nazionale a dar fiducia alla ristorazione. Ma tirano un sospiro di sollievo anche teatri e cinema, che a differenza di palestre e piscine, nel territorio provinciale restano aperti, con capienza massima di 200 persone.