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Il valore degli orti scolastici
Si avvicina la data del ritorno a scuola per gli studenti di tutta Italia, dopo mesi di didattica a distanza. Una ripresa difficile, che sottoporrà molti interrogativi fin quando l’emergenza sanitaria non sarà definitivamente rientrata. Ancor più di prima, garantire ai ragazzi – specie ai più piccoli – la possibilità di svolgere attività educative all’aperto potrebbe rivelarsi una buona soluzione. In questo contesto si innestano le linee guida per la realizzazione di un orto didattico fornite dal Comune di Milano agli istituti scolastici della città. Il piano risponde agli obiettivi della Food Policy meneghina (come pure, per esempio, la riqualificazione dei mercati rionali), per una proficua divulgazione del valore del cibo e una migliore conoscenza della filiera produttiva. Ma l’orto, oltre che una valida attività formativa, spesso finisce per essere anche occasione di svago per i bambini, che mentre imparano a prendersi cura dei prodotti della terra si divertono all’aria aperta e fanno squadra per raggiungere un buon risultato. A Milano, l’orto scolastico ha preso piede negli ultimi anni: oggi sono 107 gli istituti che ne coltivano uno, in maggior parte scuole d’infanzia e nidi. Solo una ventina sono gestiti autonomamente dal personale scolastico, mentre in molti casi si ricorre al supporto di professionisti; e la guida stilata da Palazzo Marino vuole offrire un aiuto in più alle scuole che sceglieranno di intraprendere la stessa strada.
Guida alla coltivazione di un orto scolastico
Per questo, il vademecum inizia col valutare gli aspetti pratici dell’impresa: i costi, che possono aggirarsi sui mille euro se si decide di ricorrere a un professionista; ma anche gli step da seguire per una corretta progettazione dell’orto (con le letture utili per l’ortista alle prime armi), e le diverse tipologie cui fare riferimento (orto a pieno campo, serre, frutteto, coltivazione nei cassoni…). O i consigli per rendere il progetto sostenibile nel tempo, per esempio facendo rete con altre scuole o coinvolgendo con iniziative periodiche la comunità locale. La guida si sofferma anche sui motivi che rendono preziosa la realizzazione di un orto didattico, prima di passare ad analizzare i modelli da seguire, con una raccolta di esperienze andate a buon fine, dal progetto MiColtivo di Fondazione Catella all’Orto in Condotta di Slow Food, ai progetti più convincenti concretizzati dalle singole scuole, dalla “scuola nell’orto” dell’Istituto Pizzigoni – che all’inizio dell’anno affida a ogni classe un appezzamento di 30 metri quadri da gestire e dispone anche di una piccola azienda zootecnica – all’Orto di Rinascita dell’Istituto Nazario Sauro, che prevede anche una Cucina didattica e coinvolge gli agricoltori del Parco Sud per un mercato a filiera corta. L’ultimo punto suggerisce le opportunità di finanziamento degli orti scolastici, attraverso il ricorso a bandi pubblici o privati, o attingendo ai fondi del Miur. Partendo da queste basi, per la prima volta, il Comune di Milano si muove con una bella iniziativa per favorire la nascita di una rete di orti didattici ancora più estesa (ma i consigli sono utili per le scuole di tutta Italia).